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Cannabis Terapeutica: le possibili applicazioni per farti sentire meglio

28 Ottobre 2024 alle 10:38
Tempo di lettura: 18 min
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In questo articolo approfondiremo l'argomento cannabis terapeutica illustrando i benefici, le controindicazioni, l'assunzione e le alternative legalizzate. Se hai bisogno di ulteriori informazioni, ti invitiamo a scrivere un commento a fondo pagina.

cannabis terapeutica foto

Hai mai sentito parlare di cannabis terapeutica?

Da diversi anni il consumo di cannabis legale e olio di CBD si sta diffondendo in tutto il mondo.

Acquistare prodotti a base di cannabidiolo sta diventando una vera e propria tendenza, grazie ai benefici che porta e alla mancanza di effetti collaterali.

Sai che i prodotti a base di cannabinoidi sono molto efficaci anche nel trattamento di stati dolorosi e malattie neurologiche?

Gli effetti terapeutici del cannabidiolo sono dimostrati da diversi studi su cavie animali e cellule. Da oltre 10 anni, ormai, anche i medici hanno iniziato a prescrivere farmaci a base di cannabis terapeutica accanto alle terapie convenzionali o laddove queste ultime non siano state efficaci.

Il CBD per i dolori viene estratto dalla pianta intera di marijuana e viene classificato come cannabis medica se autorizzato dagli enti regolatori nazionali dei farmaci come AIFA per l'Italia e non dal rapporto tra CBD e THC.

  • Quali sono gli effetti benefici della cannabis terapeutica?
  • Come si utilizza?
  • Come si può ottenere la prescrizione?

In questo articolo ti spiegheremo come può influire la cannabis terapeutica nella tua vita quotidiana e quali sono i prodotti a base di cannabis che possono farti sentire meglio.

A cosa si riferisce il termine cannabis terapeutica

In alcune culture, l’uso della cannabis per scopi terapeutici ha una storia molto antica.

Ad oggi, l’utilizzo dei cannabinoidi per uso medico non è accettato in tutti i paesi del mondo ma le ricerche continuano, dando risultati molto positivi.

Cosa si intende per cannabis medica?

La cannabis medica o marijuana medica (MMJ) è la sostanza che viene prescritta dai medici per curare le malattie. Esiste sotto forma di infiorescenze, capsule, pastiglie, tinture, cerotti, spray orali e dermici, formulazioni da assumere per via orale, da vaporizzare o fumare.

In molti stati esistono ancora normative restrittive che addirittura ne vietano l’utilizzo, nonostante sia ampiamente dimostrata la potenzialità della cannabis a uso medico. È possibile consultare centinaia di studi che dimostrano l’efficacia dei cannabinoidi a scopo terapeutico.

A causa delle restrizioni legate alle normative vigenti, non esistono studi clinici sui pazienti che possano avvalorare le incredibili potenzialità della cannabis a uso medico.

Tuttavia, è possibile consultare centinaia di studi che dimostrano l’efficacia dei cannabinoidi a scopo terapeutico.

Su cavie animali e cellule, infatti, i ricercatori hanno osservato che la cannabis ha potenzialità nel combattere alcuni tipi di tumore e nel ridurre gli stati dolorosi. I medici inoltre hanno valutato sui pazienti la capacità della cannabis di ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e stimolare l’appetito nei malati di HIV. Altri test si sono concentrati con successo sulla riduzione del dolore cronico e degli spasmi muscolari, sul trattamento dell’epilessia e sugli effetti nei malati di Alzheimer e affetti da morbo di Parkinson.

Classificazione

La difficoltà nel classificare e studiare la pianta di cannabis è correlata alla presenza di oltre 400 prodotti chimici al suo interno (per farti capire: in genere, i farmaci approvati non ne contengono più di due). Una parte importante di queste sostanze chimiche attive è costituita da cannabinoidi: circa 70.

Una prima definizione della cannabis medica è data dal National Institute on Drug Abuse che lega il trattamento di sintomi di malattie e altre condizioni all’utilizzo della pianta intera di marijuana o dei suoi estratti di base. Quindi, da questa definizione è escluso l’utilizzo di marijuana trasformata.

Negli anni si è notato che il rapporto tra CBD e THC sia il responsabile degli effetti della pianta. In particolare, nelle preparazioni botaniche e farmaceutiche, il CBD attenua gli effetti psicoattivi del THC.

Per cui, una presenza maggiore di CBD permette di individuare i prodotti a scopo terapeutico, mentre una percentuale più alta di THC indica i prodotti psicoattivi.

Quale tipo di cannabis è considerato terapeutico e in quali casi si può utilizzare?

La "Cannabis FM-2", prodotta in Italia, è una varietà specificamente riconosciuta per il suo uso terapeutico.

Contiene una concentrazione di THC compresa tra il 5% e l'8% e di CBD tra il 7,5% e il 12%, ed è realizzata secondo rigide normative italiane in conformità con le direttive europee sulla produzione di medicinali.

Questo processo avviene in un'officina farmaceutica autorizzata, l'Istituto Militare di Firenze, sotto il controllo dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Un'altra varietà prodotta dallo stesso istituto è la "Cannabis FM-1", che presenta una concentrazione di THC compresa tra il 13% e il 20% e un contenuto di CBD inferiore all'1%.

La FM-1 è particolarmente indicata per trattamenti che richiedono alti livelli di THC. La distribuzione di entrambe queste varietà di cannabis terapeutica è gestita dall'Organismo Statale per la Cannabis, operante sotto il Ministero della Salute.

Diverse farmacie in Italia producono da tempo formulazioni galeniche personalizzate, con concentrazioni di THC che possono arrivare fino al 19%. Nonostante la produzione sotto il controllo dello stato, la disponibilità di Cannabis FM-1 e FM-2 è spesso limitata, causando difficoltà ai pazienti che ne necessitano per trattamenti continui.

La domanda crescente di cannabis terapeutica supera spesso l'offerta, portando a una scarsità che può influire negativamente sulla continuità delle cure per i pazienti.

Un po’ di storia sulla cannabis terapeutica

cannabis terapeutica

La cannabis terapeutica ha una storia molto antica e i suoi effetti benefici erano noti in quasi tutto il mondo orientale sin dai tempi remoti. Difatti, i medici utilizzavano i cannabinoidi per ridurre il dolore.

Nella medicina tradizionale cinese veniva somministrata come anestetico, grazie alle sue potenti proprietà narcotiche.

Nei Paesi Bassi, si pensa che venisse usata già nel tardo neolitico (tra il 2400 e il 2200 a.C.) per le sue proprietà antifebbrili. Infatti, è stata notata una grande concentrazione di polline di cannabis in una tomba risalente proprio a quel periodo.

Nell'Antico Egitto si utilizzavano prodotti a base di cannabis per la cura delle emorroidi e per gli occhi irritati.

In India, la cannabis veniva data ai pazienti per affrontare molte malattie e disturbi, tra cui insonnia, mal di testa, disturbi gastrointestinali, dolori e sofferenze del parto.

Nell'antica Grecia, la cannabis era uno dei farmaci preferiti per curare ferite, piaghe sui cavalli ed emorragie nasali.

Fu solo nel 1800 che la cannabis fece il suo ingresso anche nella medicina occidentale, in cui veniva ridotta in polvere e somministrata con il vino.

Usi medici della cannabis

Le potenzialità della cannabis a scopo terapeutico sono note da molti anni e, secondo i medici, vanno sfruttate nel trattamento di alcune malattie. In alcune patologie può essere efficace un uso esclusivo della cannabis mentre in altri casi può essere utilizzata come terapia aggiuntiva.

Come ti abbiamo accennato, può essere somministrata per ridurre il dolore cronico, l’artrite e gli spasmi muscolari dovuti alla sindrome di Gilles de la Tourette. Si può assumere per alleviare gli effetti avversi della chemioterapia e favorire l'appetito nelle persone affette da HIV e anoressia.

La cannabis è utile anche per trattare l’emicrania e abbassare la pressione arteriosa in caso di glaucoma.

Vediamo nel dettaglio come si utilizza e quali sono i benefici della cannabis a livello terapeutico.

Nausea e vomito

La cannabis terapeutica è adottata con successo nel trattamento della nausea e del vomito dovuti alla chemioterapia e alla radioterapia. In genere viene introdotta quando i trattamenti preferenziali non danno risultati.

L’uso dei cannabinoidi è una soluzione più efficace rispetto ad alcuni farmaci convenzionali per controllare questi sintomi, ma le sostanze a base di cannabidiolo devono essere assunte sotto controllo medico per monitorare eventuali effetti collaterali.

HIV/AIDS

Le sostanze estratte dalla pianta di cannabis possono essere utilizzate anche nei malati di HIV/AIDS. In particolare, i cannabinoidi stimolano l’appetito in chi soffre di anoressia associata all’AIDS.

Dolore

La cannabis viene considerata un metodo sicuro per il trattamento del dolore cronico e nelle cure palliative. L’inalazione è la forma di assunzione che agisce in minor tempo: il dolore inizia ad attenuarsi in soli 7 minuti.

È molto efficace per la sclerosi multipla, l’artrite, i dolori causati da disturbi reumatici, le lesioni al midollo spinale, l’osteoartrosi e la fibromialgia.

Condizioni neurologiche

Una delle condizioni in cui la cannabis ha maggior successo è l’epilessia. Negli Stati Uniti si è visto che il cannabidiolo è molto efficace nel trattamento della sindrome di Lennox-Gastaut e della sindrome di Dravet, due gravi forme di epilessia.

L’estratto di cannabis orale è molto diffuso anche per la sclerosi multipla e i problemi di movimento.

Disturbo post traumatico da stress

Il disturbo post traumatico da stress (DPTS)  può apparire dopo eventi traumatici legati ad abusi, guerre, incidenti, abbandoni o lutti, che provocano forti paure. L’utilizzo della cannabis terapeutica e dell’olio di CBD, in questi casi, aiuta a fermare gli incubi, l’insonnia e la depressione.

Morbo di Crohn e/o Rettocolite Ulcerosa

Il Morbo di Crohn o la Rettocolite Ulcerosa sono due malattie autoimmuni croniche, che si manifestano con diarrea cronica, crampi addominali, dolori articolari e perdite di sangue dalle feci con muco.

La cannabis può alleviare il dolore e rilassare i muscoli, riducendo la sofferenza nelle articolazioni, i crampi addominali e le scariche di diarrea. Inoltre, il CBD ha un effetto antinfiammatorio che va pian piano a ridurre le manifestazioni acute dei sintomi.

Artrite Reumatoide

L’artrite reumatoide è una delle patologie più pesanti per quanto riguarda i disturbi osteoarticolari. Si tratta di una condizione invalidante, in cui il sistema immunitario va a danneggiare le articolazioni, provocando dolori intensi e gonfiore diffuso.

L’assunzione della cannabis permette di ridurre i sintomi, grazie alla sua azione miorilassante e antinfiammatoria. Può anche intervenire sulla ricomparsa dei sintomi, grazie al suo intervento immunomodulante.

Endometriosi

Patologia cronica e invalidante, l’endometriosi è una malattia invisbile dall’esterno, che può causare nelle donne dolori di forte intensità, fastidi durante i rapporti sessuali, cicli abbondanti e perdite di sangue nel periodo intermestruale.

Nei casi di endometriosi, grazie alle proprietà terapeutiche del CBD  e del THC, si possono migliorare notevolmente le condizioni delle pazienti.

In che modo agisce la cannabis terapeutica? Quali sono i suoi principi attivi?

Per sapere come agisce la cannabis terapeutica è necessario spiegare cos’è il CBD e cos’è il THC.

I principi attivi più noti della cannabis terapeutica sono i fitocannabinoidi, ossia delle molecole simili a quelle che si trovano all’interno dell’organismo, in particolare nel sistema endocannabinoide.

A livello medico, quelli più efficaci sono due:

  • delta-9-tetraidrocannabinolo (THC): il THC è molto apprezzato in campo medico per le sue innumerevoli proprietà. È un antidolorifico, riduce la nausea, distende, favorisce l’appetito.
  • cannabidiolo (CBD): agisce in sinergia con il THC, migliorando la sua azione contro il dolore per periodi prolungati. Riduce e contrasta gli effetti psicotropi del THC e allevia i rischi collaterali di questa sostanza sul sistema circolatorio e sulla respirazione. La sua efficacia contro le convulsioni è uno degli aspetti più studiati e apprezzati.

Per essere destinata a scopi terapeutici, quindi, la marijuana deve contenere necessariamente sia il THC che il CBD.

Come si assume la cannabis terapeutica?

I soggetti sottoposti a terapia medica con la cannabis terapeutica possono assumere il principio attivo in due modi: per via orale o per inalazione.

Se il medico prescrive l’uso orale, significa che è necessario preparare un decotto, una tisana o una tintura con le infiorescenze di cannabis. Queste ultime vanno fatte bollire in acqua come un normale decotto, tuttavia è necessario seguire le indicazioni del medico sulle quantità e i tempi di bollitura.

La vaporizzazione viene prescritta dallo specialista nel caso in cui l’assunzione per via orale non sortisca nessun effetto benefico. Nell’inalazione, il paziente fa una sorta di aerosol, poiché la sostanza viene scaldata fino ad esalare dei vapori. In questo caso è necessario un dispositivo adatto alla vaporizzazione, che rispetti i requisiti previsti dalla normativa.

I possibili effetti collaterali della cannabis terapeutica

cannabis terapeutica

In genere, i cannabinoidi sono ben tollerati dall’organismo. Gli effetti collaterali della cannabis medica possono emergere nei primi giorni del trattamento, tuttavia scompaiono entro qualche settimana, non appena si sviluppa la tolleranza.

I cannabinoidi non danneggiano l’organismo ma possono dare una sensazione di stanchezza, vertigini, aumento dell'appetito ed effetti cardiovascolari. Durante i primi giorni di trattamento è bene non condurre automezzi, poiché le capacità alla guida potrebbero subire alterazioni.

L’assunzione di cannabis a scopo terapeutico non provoca problemi cognitivi permanenti  e non crea dipendenza, anche se in alcuni casi è stata riscontrata un’alterazione momentanea della memoria a breve termine.

L’uso eccessivo e continuativo può creare paranoia o psicosi. Per questo motivo è importante assumere cannabis nel rispetto delle dosi consigliate.

Possibili controindicazioni della cannabis terapeutica

Quando un medico decide di sottoporre un paziente ad una terapia a base di fitocannabinoidi è fondamentale che valuti con attenzione la storia clinica del paziente, per evitare eventuali situazioni di rischio.

La cannabis, infatti, non deve essere assolutamente assunta in soggetti particolarmente delicati come le donne in gravidanza o in allattamento, i bambini e gli adolescenti. I principi attivi della marijuana, infatti, possono alterare il completamento dello sviluppo a livello cerebrale.

Le persone che hanno sofferto o soffrono di disturbi mentali, come la schizofrenia, la depressione o i disturbi della personalità, sono particolarmente esposte a crisi psicotiche, che possono essere accentuate da un uso non appropriato della cannabis. Oltre alla storia personale del paziente, deve essere anche considerata la presenza in famiglia di questo tipo di problematiche.

Le dipendenze fanno parte delle controindicazioni all’assunzione della cannabis per uso terapeutico, poiché potrebbe provocare delle ricadute negli ex-tossicodipendenti, negli ex-alcolisti e nelle persone che abusavano di sostanze psicotrope.

Inoltre, bisogna evidenziare che la cannabis può influire sulla pressione cardiaca, provocando ipotensione o ipertensione, con conseguenze a livello cardiaco e respiratorio.

La steatosi epatica è uno dei possibili effetti collaterali più gravi, anche se rarissimi, che possono manifestarsi nei pazienti affetti da problemi al fegato, ai reni o malati di epatite C.

Varietà di cannabis terapeutica

Fino al 2016, la coltivazione di marijuana era vietata da legge, che ne consentiva solo l'importazione dall’Olanda a scopi terapeutici.

Con l’entrata in vigore della Legge sulla Cannabis n. 242 del 2016, la situazione è molto cambiata e anche in Italia è diventata legale la coltivazione della canapa.

La cannabis a uso terapeutico, tuttavia, è gestita dal Ministero della Salute e dal Ministero della Difesa, che si occupano dell’intera filiera produttiva in uno stabilimento chimico-farmaceutico militare.

Nello stabilimento di Firenze vengono lavorate due varietà di cannabis:

  • Cannabis FM2: prodotta dal 2016, questa varietà contiene diverse percentuali di CBD e THC. Il THC è presente in concentrazioni che vanno dal  5% all'8%. Il contenuto di CBD, invece, va dal 7,5% al 12%.
  • Cannabis FM1: distribuita dal 2018, si tratta di una varietà con un maggior contenuto di THC, che va dal 13% al 20%. La concentrazione di CBD, invece, è inferiore all’1%.

La somministrazione della cannabis è sottoposta regole molto rigide, tra cui la necessità di richiesta medica per il ritiro in farmacia.

Prescrizione medica della cannabis terapeutica

cannabis terapeutica

È necessario soffermarsi un attimo sulla regolamentazione relativa alla dispensazione della cannabis per uso terapeutico. Su questo argomento, la normativa stabilisce che:

  • la ricetta medica può essere utilizzata una sola volta;
  • la terapia a base di cannabis può durare al massimo 90 giorni (tre mesi);
  • il ricorso alla cannabis è consentito solo quando le terapie convenzionali non hanno avuto effetto;
  • il paziente deve prestare il suo consenso alla terapia, dopo aver ricevuto tutte le informazioni relative ai benefici della cannabis e ai possibili effetti avversi;
  • i costi sostenuti per la terapia sono a carico del Sistema Sanitario Regionale, solo per determinate patologie che variano di regione in regione.

Inoltre, la ricetta va compilata con precisione, con le indicazioni precise sulla somministrazione (dosi, posologia, tipologia di assunzione, periodo della cura) e sulla preparazione del farmaco.

Qual è la cannabis terapeutica e quando può essere usata

Come ti abbiamo accennato sopra, la cannabis viene considerata terapeutica solo se autorizzata degli enti regolatori del farmaco a prescindere dal rapporto tra CBD e THC.

In Italia si utilizza la Cannabis FM-2 che contiene dal 7,5% al 12% di CBD e dal 5% all’8% di THC. I medicinali a base di cannabinoidi sono prodotti presso l’Istituto militare di Firenze, con l'autorizzazione dell’AIFA (agenzia italiana del farmaco).

In alcune farmacie è possibile acquistare preparazioni galeniche a base di cannabis.

I farmaci a base di cannabis terapeutica possono essere assunti solo con la prescrizione del medico. La terapia viene valutata da medici ospedalieri che operano nei reparti di anestesia, centri di terapia del dolore, reumatologia, radioterapia, psichiatria e cure palliative, neurologia, malattie infettive, oncologia e oculistica.

La cura iniziale si effettua per un periodo di 6 mesi ma può essere proseguita in accordo con il proprio medico.

In genere il suo utilizzo è previsto per alleviare il dolore, per ridurre gli spasmi nella sindrome di Gilles de la Tourette, nei casi di sclerosi multipla, per controllare l’effetto ipotensivo nel glaucoma, per contenere e ridurre gli effetti di radioterapia e chemioterapia, per stimolare l’appetito nei malati di HIV.

Cosa dice la normativa italiana?

La Normativa Italiana, negli ultimi anni, permette ai medici di prescrivere la cannabis ad uso terapeutico. Tuttavia, secondo il decreto ministeriale del 9 novembre 2015, il suo uso deve essere concordato con il paziente, il quale deve rilasciare il suo consenso per il trattamento.

Dal 2006, in Italia, i medici possono prescrivere preparazioni galeniche a base di cannabis, realizzate direttamente in farmacia utilizzando dronabinol o estratti vegetali di cannabis medica. Queste preparazioni derivano dalle infiorescenze essiccate e macinate della cannabis, coltivate sotto la supervisione di un Organismo nazionale o importate da altri stati europei.

Possono essere assunte tramite decotto o inalazione con un vaporizzatore specifico. Dal 2013, i neurologi possono anche prescrivere il Sativex, un medicinale a base di estratti di cannabis, utilizzato per alleviare gli spasmi dolorosi causati dalla sclerosi multipla.

Il Sativex, approvato in Italia nell'aprile 2013, contiene una combinazione di cannabidiolo (CBD) e delta-9-tetraidrocannabinolo (THC). È classificato come medicinale soggetto a prescrizione medica specialistica, da rinnovare periodicamente, ed è disponibile solo tramite centri ospedalieri o neurologi.

La prescrizione galenica deve rispettare le indicazioni della Tabella 4 della Farmacopea Ufficiale, che stabilisce le condizioni per l'uso di principi attivi in preparazioni magistrali, analoghe ai medicinali industriali.

Il delta-9-THC sintetico, praticamente il dronabinol, è il principio attivo del medicinale Marinol, utilizzato negli USA per trattare la perdita di appetito e peso nei pazienti affetti da AIDS. Questo composto è classificato come sostanza psicotropa piuttosto che stupefacente. Un altro derivato, il nabilone, principio attivo del medicinale Cesamet, viene utilizzato come antiemetico durante la chemioterapia ed è regolamentato sia in Italia che in altri paesi.

Per quanto riguarda le preparazioni galeniche a base di dronabinol, è necessaria una prescrizione medica non ripetibile. Fino a pochi anni fa, queste preparazioni venivano realizzate esclusivamente con prodotti importati dall'Office of Medicinal Cannabis olandese, seguendo le procedure di importazione previste dalla legge.

Dal 2016, l'Italia ha avviato una produzione nazionale di cannabis terapeutica presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), grazie a una collaborazione tra il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa. Questo aveva l'obiettivo di garantire l'accesso a terapie a base di cannabis a costi sostenibili e in modo sicuro. Ad oggi però, la produzione di queste due varietà di cannabis medica è così limitata da creare non poche difficoltà ai pazienti che ne necessitano per trattamenti continui.

Tra i prodotti disponibili vi è la Cannabis FM-2, con concentrazioni di THC tra il 5% e l'8% e di CBD tra il 7,5% e il 12%. È prodotta in conformità alle direttive europee in materia di medicinali e distribuita sotto l'autorizzazione dell'Organismo Statale per la Cannabis. Dal luglio 2018 è disponibile anche la Cannabis FM-1, con un contenuto di THC tra il 13% e il 20% e meno dell'1% di CBD.

La prescrizione di cannabis per uso medico in Italia, secondo il Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015, è indicata per il trattamento del dolore cronico, specialmente associato a sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale; nella nausea e nel vomito causati da chemioterapia, radioterapia e terapie per l'HIV; come stimolante dell'appetito in casi di cachessia, anoressia e perdita di peso in pazienti oncologici o affetti da AIDS, nonché nell'anoressia nervosa; per ridurre la pressione intraoculare nel glaucoma; e per controllare i movimenti involontari nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Queste prescrizioni sono riservate ai casi in cui le terapie convenzionali risultano inefficaci. Sono disponibili informazioni dettagliate per medici e farmacisti, tra cui protocolli per la preparazione del decotto a base di cannabis.

Per maggiori dettagli, è possibile consultare la normativa vigente e gli aggiornamenti pubblicati nelle leggi e decreti ministeriali relativi alla disciplina delle sostanze stupefacenti e psicotrope.

Chi ha diritto alla cannabis terapeutica?

Come ottenere la prescrizione per la cannabis terapeutica in Italia? Questa è una delle domande più frequenti che vengono poste sul web per quanto riguarda l’argomento “cannabis terapeutica”. In questa sezione, vogliamo spiegare in modo semplice quale sia il processo da seguire.

Il primo passo per accedere alla cannabis terapeutica è consultare un medico, che valuterà se questa opzione terapeutica sia appropriata per il paziente. In teoria, qualsiasi medico iscritto all’albo può prescrivere cannabis medica. Ovviamente non tutti i professionisti sono favorevoli a questa terapia, spesso a causa di pregiudizi o di una formazione insufficiente sull’argomento.

Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a un medico esperto in terapie a base di cannabinoidi, che abbia una solida esperienza nella prescrizione e nella gestione di trattamenti con cannabis.

Quando può essere prescritta?

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, la cannabis terapeutica può essere prescritta nelle seguenti situazioni:

  • come analgesico per patologie che causano spasticità e dolore, come la sclerosi multipla, quando le terapie convenzionali non hanno dato risultati efficaci;
  • Come trattamento per il dolore cronico, laddove l'uso di antinfiammatori non steroidei, cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace;
  • Per alleviare la nausea e il vomito indotti da chemioterapia, radioterapia o terapie per l'HIV, quando i metodi tradizionali non funzionano;
  • Per stimolare l'appetito in caso di anoressia, pazienti oncologici o affetti da AIDS, quando altre terapie non hanno avuto successo;
  • Per abbassare la pressione intraoculare nel glaucoma resistente ad altri trattamenti;
  • Per ridurre i movimenti involontari associati alla sindrome di Gilles de la Tourette.

Oltre a queste indicazioni riportate nel Decreto Ministeriale del 2015, in Italia la Cannabis Medica può essere prescritta a pagamento (su ricetta bianca) per qualsiasi condizione per la quale esistano prove scientifiche valide, soprattutto quando le terapie tradizionali non hanno prodotto i risultati desiderati o hanno creato resistenza ai farmaci, come stabilito dalla Legge Di Bella n. 94/98.

Come funziona la prescrizione?

La prima fase prevede un consulto medico per verificare se il paziente sia idoneo a iniziare un trattamento con cannabis terapeutica. Durante questa visita, lo specialista esaminerà la documentazione sanitaria del paziente, inclusi i referti di esami e visite precedenti.

Se il medico di base ha indirizzato il paziente verso la terapia con cannabis, può essere utile un certificato anamnestico. Questo documento fornisce allo specialista una panoramica completa sullo stato di salute del paziente, comprese le patologie attuali, le cure farmacologiche in corso o passate e altre informazioni rilevanti.

Dopo l'analisi anamnestica, il medico elabora un piano terapeutico su misura e rilascia la prescrizione medica necessaria per iniziare il trattamento.

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Crystal srl è un’azienda che nasce dalla consapevolezza dei numerosi effetti positivi della cannabis. Le nostre ricerche si sono concentrate a fondo sulle proprietà benefiche del cannabidiolo che, a differenza del THC non ha effetti psicotropi.

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crystalweed
Autore:

Il team di Crystalweed, esperti di cannabis light e prodotti con CBD.

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5 comments on “Cannabis Terapeutica: le possibili applicazioni per farti sentire meglio”

  1. Sono un malato oncologico e sono almeno 7 anni che faccio uso di olio di cannabis al 19% e olio di CBD. Ne assumo 90 gocce al 19% e 32 gocce di CBD. Il tutto ovviamente con prescrizione medica. Mi è stata data per combattere i dolori della mia malattia. Poi ho trovato per caso il vs negozio perché stavo cercando degli articoli riguardanti il diabete di tipo 2 causato da 10 anni di cortisone giornaliero e ho trovato un sito che si parlava della malattia ma alla fine c’è sempre una vendita di un prodotto che guarda caso tutti quelli che sono andato a leggere di tutti i tipi finiscono che loro Fano un prodotto che costa sempre 300€ o più ma poi lo vendono chissà perché a 39€ che si tratti di qualsiasi tipo di malattie.quando però ho letto che la cannabis favorisce l eliminazione del problema prostata e il diabete tipo 2 ho cercato olio di CBD ed ho trovato voi e all inizio ero scettico sul fatto che anche voi avreste terminato il tutto con un prodotto che costa anche qui a 39€. Non è successo quindi sono qui a cercare di comprare il prodotto giusto per il diabete. Sono in cura con l ospedale per oncologia ma poi con altra entità per il diabete e non faccio altro che misurare il livello di zuccheri nel sangue. Poi basta .Allora ho deciso di prendere l olio in autonomia. Quale boccetta o altro prodotto potete consigliarmi per il mio problema o i miei problemi

    1. Buongiorno Vincenzo,
      in questi casi solitamente consigliamo l'olio di CBD 30% Full Spectrum.
      Data la particolarità del caso, la invito a contattarci tramite l'assistenza telefonica al 327 138 5533.
      Nel frattempo le auguriamo una buona serata.
      Team Crystalweed.

  2. Salve, soffro di diverse gravi discopatie che mi causano atroci dolori di lombosciatalgia. Quale prodotto mi consigliate per cercare di lenire i dolori? Preferirei un prodotto da fumare da affiancare a gocce. Grazie.

    1. Buongiorno Jack,
      avendo ognuno di noi una reazione diversa ai cannabinoidi, le consigliamo di scriverci all'assistenza clienti WhatsApp al 327 138 5533 per avere un'informazione più precisa.
      Le auguriamo una buona giornata
      Team Crystalweed

  3. Articolo molto interessante, è vero io prendo la cannabis terapeutica su prescrizione medica e la trovo molto efficace. Purtroppo è un prodotto non conosciuto da molti ma spero che col tempo possa essere assunto senza pregiudizi.

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