Molte persone che hanno letto uno studio scientifico si sono preoccupate riguardo all'uso del CBD e al potenziale rischio di ictus.
Per rassicurare i lettori, abbiamo esaminato attentamente lo studio, che in realtà non parla specificamente del CBD e presenta dati su un numero molto ridotto di casi.
Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Lo studio sull’ictus e le potenziali complicazioni dei cannabinoidi
Lo studio indaga sul possibile legame tra l'uso di cannabinoidi (come la cannabis naturale e i cannabinoidi sintetici) e l'aumento degli ictus tra i giovani.
Negli ultimi anni, si è osservato un incremento degli ictus nella fascia di età giovanile.
Considerando l'uso crescente di cannabinoidi, sia per scopi ricreativi che terapeutici, gli scienziati hanno pensato che fosse importante capire l’esistenza di una correlazione tra questi fattori.
I ricercatori hanno esaminato 98 casi di ictus descritti in letteratura, associati all'uso di cannabinoidi.
Di questi casi, 85 erano legati all'uso di cannabis naturale e 13 ai cannabinoidi sintetici.
Gli ictus riscontrati erano principalmente ischemici (dove il flusso di sangue al cervello è bloccato), con 85 casi, e ictus emorragici (sanguinamento nel cervello) in 9 casi. 4 casi non sono stati chiaramente classificati.
La maggior parte dei pazienti studiati erano giovani, con un'età media di circa 32 anni, e prevalentemente maschi.
È stato osservato che molti di loro erano consumatori cronici di cannabis e che un buon numero aveva aumentato il consumo nei giorni precedenti l'ictus. La cannabis veniva spesso fumata insieme al tabacco, il che potrebbe contribuire ad aumentare i rischi cardiovascolari.
Uno degli aspetti più interessanti dello studio è la relazione temporale tra l'uso di cannabinoidi e l'insorgenza dell'ictus.
In molti casi, l'ictus si è verificato subito dopo il consumo di queste sostanze, suggerendo un possibile legame diretto. Tuttavia, è importante notare che una correlazione temporale non implica necessariamente causalità.
Ci potrebbero essere altri fattori coinvolti che contribuiscono all'aumento del rischio di ictus.
Un possibile meccanismo che potrebbe spiegare questo fenomeno è la vasocostrizione cerebrale reversibile, dove i vasi sanguigni nel cervello si restringono temporaneamente, riducendo il flusso di sangue e aumentando il rischio di ischemia.
Questo meccanismo è stato identificato nel 27% dei casi studiati.
Un altro possibile meccanismo è lo stress ossidativo, in cui i cannabinoidi potrebbero causare la produzione di specie reattive dell'ossigeno che danneggiano le cellule cerebrali.
Nonostante l'uso diffuso di cannabinoidi, la bassa frequenza di complicazioni neurovascolari potrebbe essere dovuta a una predisposizione genetica alla tossicità neurovascolare in alcuni individui.
Oltre a questo, il consumo di droghe non è sempre sistematicamente indagato nei giovani che hanno un ictus, il che potrebbe portare a una sottostima del problema.
La prognosi per i pazienti con ictus correlato ai cannabinoidi è stata generalmente favorevole nel 46% dei casi, con poche o nessuna conseguenza a lungo termine. Però, 5 pazienti sono deceduti a causa dell'ictus.
Questo studio sottolinea l'importanza di informare i giovani sui potenziali rischi dell'uso di cannabinoidi e di condurre ulteriori ricerche per capire meglio i meccanismi coinvolti.
I medici dovrebbero chiedere sistematicamente ai giovani con ictus se usano droghe, tra cui i cannabinoidi, e considerino test specifici per rilevare queste sostanze e indagini arteriose per verificare la presenza di vasocostrizione cerebrale.
Lo studio non parla del CBD
Lo studio esaminato si concentra sui cannabinoidi in generale, comprendendo sia la cannabis naturale che i cannabinoidi sintetici, ma non specifica il ruolo del cannabidiolo (CBD).
I risultati presentano ictus associati all'uso di cannabis, che contiene principalmente THC, il principale componente psicoattivo, e non distinguono specificamente il CBD, che non è drogante ed ha effetti diversi dal THC.
Il cannabidiolo (CBD) è un cannabinoide non psicoattivo estratto dalla pianta di cannabis.
Attualmente, la ricerca non fornisce prove conclusive che il CBD, da solo, sia direttamente associato a un aumento del rischio di ictus. La maggior parte dei dati disponibili riguarda l'uso di cannabis che contiene THC o cannabinoidi sintetici, che hanno un diverso profilo di rischio rispetto al CBD.
I benefici del CBD per il cervello
Puoi leggere questo articolo che spiega i benefici del CBD sul cervello:
benefici del CBD per il cervello.
Il CBD è un composto che ha dimostrato di avere proprietà anticonvulsivanti, antipsicotiche, ansiolitiche, antinfiammatorie e anti-craving, che lo rendono un'importante risorsa in campo medico.
Ad esempio, il CBD viene utilizzato per trattare crisi epilettiche associate a condizioni come la sindrome di Lennox-Gastaut, la sindrome di Dravet e il complesso della sclerosi tuberosa grazie al farmaco Epidiolex, approvato dalla FDA e dall’AIFA (agenzia italiana del farmaco).
Uno dei principali vantaggi del CBD è la sua capacità di gestire i sintomi dell'ansia e di altri disturbi mentali. Regolando l'attività cerebrale e i modelli di connettività, il CBD offre una soluzione potenziale ai limiti degli antipsicotici e degli antidepressivi tradizionali, che spesso presentano effetti collaterali significativi. La produzione e la distribuzione su larga scala di farmaci a base di CBD potrebbero migliorare notevolmente l'accessibilità ai trattamenti e ridurre gli effetti avversi associati ai farmaci convenzionali.
Per approfondire puoi leggere questi studi:
È buono anche per chi ha problemi di digestione lenta??
Con me ha funzionato 🙂