CBD come rimedio naturale anti nausea e vomito

Il CBD aiuta con nausea e vomito?
Esistono numerose prove scientifiche che dimostrano come la modulazione del sistema endocannabinoide può regolare nausea e vomito sia negli esseri umani che negli animali.
L'effetto antiemetico dei cannabinoidi è stato dimostrato anche in diverse specie animali capaci di vomitare in risposta all’assunzione di una sostanza tossica. L’attivazione del recettore CB1 riduce il vomito, mentre la sua inibizione lo favorisce.
Recentemente, studi condotti su animali suggeriscono che i cannabinoidi potrebbero essere particolarmente utili nel trattamento dei sintomi più difficili da controllare.
Parliamo ad esempio della nausea anticipatoria nei pazienti sottoposti a chemioterapia, che non è ben gestita dai farmaci convenzionali attualmente disponibili.
Sebbene i ratti e i topi non siano capaci di vomitare, essi mostrano una particolare reazione di apertura della bocca quando vengono esposti a segnali (come odori o contesti) associati a un trattamento nauseante.
Gli agonisti dei cannabinoidi come Δ9-THC, HU-210, e l'inibitore dell'amide idrolasi degli acidi grassi (FAAH), URB-597, sono in grado di sopprimere questa reazione nei ratti allo stesso modo in cui sopprimono il vomito nelle specie capaci di vomitare.
Gli agonisti inversi del recettore CB1, ma non gli antagonisti neutri, stimolano la nausea e, a dosi sub-soglia, amplificano la nausea indotta da altre tossine, come il cloruro di litio (LiCl).
Il principale composto non psicoattivo della cannabis, il cannabidiolo (CBD), è in grado di sopprimere la nausea e il vomito, ma solo entro un determinato intervallo di dosaggio.
Gli effetti anti-nausea e antiemetici del CBD potrebbero essere mediati dall'attivazione indiretta dei recettori somatodendritici 5-HT1A nel nucleo del rafe dorsale. L'attivazione di questi autorecettori riduce il rilascio di 5-HT nelle regioni terminali del proencefalo.
La ricerca pre clinica indica che i cannabinoidi, tra cui il CBD, potrebbero essere efficaci nel trattare clinicamente sia la nausea che il vomito causati dalla chemioterapia o da altri trattamenti terapeutici.
Il CBD è uno dei migliori composti per trattare la nausea?
Un grande passo avanti nel controllo del vomito acuto durante la chemioterapia è stato scoperto bloccando un sottotipo di recettore della 5-idrossitriptamina (5-HT), chiamato recettore 5-HT3.
Questo recettore può sopprimere la reazione acuta di vomito indotta dal cisplatino in animali come furetti e toporagni.
Negli studi clinici sugli esseri umani, il trattamento con antagonisti del recettore 5-HT3, spesso associato al corticosteroide desametasone durante la prima seduta di chemioterapia, ha ridotto l'incidenza del vomito acuto di circa il 70%.
Tuttavia, questi antagonisti sono meno efficaci nel controllare la nausea rispetto al vomito e non funzionano bene per ridurre la nausea e il vomito ritardati (che si verificano 24 ore dopo) e la nausea anticipatoria.
Recentemente sono stati sviluppati antagonisti dei recettori NK1 (come aprepitant) che riducono non solo il vomito acuto, ma anche il vomito ritardato causato dalla chemioterapia con cisplatino. Però, questi composti, sia da soli che in combinazione con antagonisti del 5-HT3 e desametasone, sono ancora molto meno efficaci nel ridurre la nausea, che è uno dei sintomi più difficili da gestire per i pazienti che affrontano la chemioterapia.
Effetti antiemetici dei cannabinoidi negli studi clinici sugli esseri umani
La pianta di cannabis è utilizzata da secoli per numerose applicazioni terapeutiche, tra cui l'attenuazione della sensazione di nausea e del vomito.
Quando i trattamenti convenzionali per la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia si rivelarono inefficaci, negli anni '70 e '80 gli oncologi iniziarono a studiare le proprietà antiemetiche dei cannabinoidi, prima ancora della scoperta degli antagonisti del 5-HT3.
Il primo farmaco a base di cannabinoidi autorizzato, il nabilone (Cesamet), un analogo sintetico del Δ9-THC, fu specificamente autorizzato per sopprimere la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia.
Successivamente, il Δ9-THC sintetico, chiamato dronabinol, entrò in uso clinico come Marinol nel 1985 come antiemetico e nel 1992 come stimolante dell'appetito.
Nei primi studi, diversi trial clinici confrontarono l'efficacia del Δ9-THC con placebo o altri farmaci antiemetici. Il confronto tra il Δ9-THC somministrato per via orale e gli agenti antiemetici esistenti indicarono che il Δ9-THC era generalmente efficace quanto gli antagonisti della dopamina, come la proclorperazina.
Vi sono alcune evidenze che i farmaci a base di cannabis possano essere efficaci nel trattamento dei sintomi di nausea più difficili da controllare, come la nausea ritardata e il vomito nei bambini.
Uno studio di Abrahamov et al. (del 1995) ha valutato l'efficacia antiemetica del Δ8-THC, un parente stretto ma meno psicoattivo del Δ9-THC, nei bambini sottoposti a chemioterapia.
Due ore prima dell'inizio di ogni trattamento contro il cancro, e ogni sei ore per le successive 24 ore, ai bambini venivano somministrate gocce di Δ8-THC sulla lingua o mescolate al cibo.
Dopo un totale di 480 trattamenti, gli unici effetti collaterali segnalati furono una leggera irritabilità in due dei bambini più piccoli (3,5 e 4 anni). La terapia risultò efficace nel controllare sia la nausea acuta che quella ritardata.
Tutti i trial clinici riportati sull'efficacia dei composti a base di cannabinoidi per la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia hanno coinvolto l'uso orale dei cannabinoidi, che potrebbe risultare meno efficace rispetto all'uso sublinguale o per inalazione, soprattutto per la necessità di regolare la dose.
Nel 2005 è stato introdotto Sativex, una combinazione di Δ9-THC e del cannabinoide vegetale non psicoattivo, cannabidiolo (CBD), come spray sublinguale per il sollievo del dolore neuropatico nei pazienti con sclerosi multipla e nei pazienti oncologici con dolore avanzato.
Effetti del CBD sulla nausea e vomito

A differenza del Δ9-THC, il CBD non ha effetti psicotropi e interagisce poco con i recettori CB1 e CB2.
A basse dosi, il CBD è efficace nel ridurre il vomito causato da sostanze come il cisplatino e il LiCl. Tuttavia, a dosi più elevate, il CBD può invece aumentare il vomito indotto da queste tossine.
L'effetto antiemetico del CBD non sembra dipendere dall'azione sui recettori CB1, poiché non viene bloccato dall'antagonista CB1 chiamato rimonabant.
Recenti studi indicano che il CBD potrebbe agire indirettamente sui recettori 5-HT1A, riducendo la disponibilità di serotonina (5-HT).
È risaputo che altri agonisti dei recettori 5-HT1A sopprimono il vomito in diverse specie animali, ad esempio i piccioni, soricidi, gatti e cani.
È stato dimostrato che il CBD può legarsi a questi recettori in modo simile alla serotonina, riducendo la produzione di una sostanza chiamata cAMP, che è collegata all'attivazione di questo tipo di recettore.
Ricerche recenti hanno approfondito il meccanismo attraverso cui il CBD agisce come antiemetico. I risultati mostrano che il CBD è efficace nel ridurre il vomito causato da nicotina, LiCl o cisplatino a determinate dosi.
L'effetto antiemetico del CBD veniva annullato se si somministrava un antagonista dei recettori 5-HT1A prima del CBD, suggerendo che l'effetto antiemetico potrebbe essere legato all'attivazione di questi recettori.
Questa attivazione riduce la frequenza di rilascio di serotonina nel cervello, e probabilmente è proprio questa riduzione che media gli effetti antiemetici del CBD.
Questo rende il CBD un potenziale rimedio contro la nausea efficace, in particolare per i sintomi associati alla nausea, come i dolori addominali e l'acidità di stomaco.
Il CBD potrebbe agire come modulatore di un altro tipo di recettore, il 5-HT3. È stato osservato che il CBD può inibire l'attività di questo recettore, il che potrebbe contribuire alla sua capacità di ridurre il vomito.
Questi risultati indicano che il CBD potrebbe avere un ruolo importante nella modulazione del vomito, agendo su diversi recettori e meccanismi.
Rimedi alternativi per la nausea
La American Cancer Society afferma che i farmaci antiemetici sono il trattamento più comune per la nausea e il vomito nelle persone con cancro.
I trattamenti alternativi per la nausea e il vomito comprendono:
- Ipnosi.
- Tecniche di rilassamento, come l'immaginazione guidata.
- Biofeedback.
- Agopuntura.
- Digitopressione.
- Musicoterapia.
Strategie per controllare la nausea e il vomito a casa comprendono:
- Mangiare cibi che risultano appetibili ed evitare quelli che scatenano la nausea.
- Fare piccoli spuntini durante la giornata per calmare lo stomaco.
- Non saltare i pasti.
- Mangiare prima del trattamento chemioterapico.
- Mantenersi idratati durante la giornata.
- Preferire cibi leggeri.
- Evitare cibi con molto zucchero o molto grassi.
- Utilizzare tecniche di respirazione.
Questi trattamenti potrebbero aiutare ad alleviare la nausea o anche altri sintomi come il reflusso gastroesofageo e l’acidità di stomaco. Ovviamente è consigliato chiedere il parere al proprio medico prima di somministrare qualche goccia di olio di CBD o altri prodotti.
Conclusioni
Da quando abbiamo compreso come funzionano i cannabinoidi, abbiamo fatto grandi passi avanti nel capire come il sistema endocannabinoide controlla la nausea e il vomito.
Nei modelli animali come il furetto e gli Soricidi, è stato individuato il punto di azione dei cannabinoidi in una parte del cervello che si trova nel tronco cerebrale, chiamata DVC. In particolare, il modello degli Soricidi è utile perché ha costi contenuti ed è efficace per valutare le proprietà anti-vomito delle varie sostanze.
Lo studio della reazione di disgusto nei ratti ci ha dato informazioni su come i cannabinoidi possono agire contro la nausea, anche senza provocare il vomito.
Poiché la nausea è più difficile da controllare rispetto al vomito, questo modello può essere utile per sviluppare nuovi trattamenti e per capire i possibili effetti collaterali dei nuovi farmaci.
Studi recenti hanno confermato le testimonianze di chi ha provato la cannabis, suggerendo che potrebbe aiutare a ridurre la nausea anticipatoria.
In esperimenti con gli Soricidi e il ratto, sia il Δ9-THC sia il CBD sono risultati efficaci nel prevenire i conati e il disgusto condizionato causati dalla riesposizione a un ambiente associato a sostanze che provocano malessere come il litio.
Anche se i farmaci convenzionali riescono a controllare il vomito indotto dalla chemioterapia nella maggior parte dei pazienti, ma la nausea (sia quella acuta, che quella ritardata o anticipatoria) rimane una sfida.
La nausea è spesso più difficile da sopportare rispetto al vomito, perché è una sensazione continua e debilitante. Questo sintomo può diventare così grave che fino al 20% dei pazienti decide di interrompere la chemioterapia.
La ricerca preclinica e clinica suggerisce che i composti a base di cannabinoidi potrebbero essere utili per il trattamento della nausea nei pazienti sottoposti a chemioterapia.
I modelli animali di vomito hanno permesso di capire meglio i meccanismi che stanno alla base del riflesso del vomito, ma i meccanismi della nausea sono ancora poco chiari.
Uno dei problemi principali nella ricerca è stata la mancanza di un modello affidabile per studiare la nausea nei roditori. Per molto tempo i ricercatori hanno usato il rifiuto del gusto condizionato nei ratti come modello di nausea, ma si è scoperto che anche trattamenti non nauseanti possono causare questo tipo di risposta, rendendolo poco accurato.
Tuttavia, molte prove indicano che la reazione di disgusto condizionata, provocata nei ratti da un sapore o da un contesto associato alla malattia, rappresenta un modello più accurato e sensibile per la nausea.
Questo modello potrebbe essere molto utile per comprendere meglio come funziona la nausea e il ruolo del sistema endocannabinoide nella gestione di questo sintomo così difficile da sopportare.

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