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Cannabis: cos’è, effetti e varianti

Tutto sulla cannabis. Cos'è, la storia, le proprietà terapeutiche, le ricerche, le varietà e molto altro ancora. Se vuoi maggiori informazioni o dare il tuo contributo, scrivi un commento alla fine del post.

11 Agosto 2022 alle 3:00
Tempo di lettura: 34 min
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Quello della Cannabis è un argomento molto dibattuto.

In quanto sostanza stupefacente e illegale, se ne è tanto sentito parlare in maniera negativa. Negli ultimi anni, però, stanno nascendo sempre più negozi che vendono Cannabis legale e prodotti naturali correlati, come il famoso olio di CBD.

Ma allora la Cannabis è una sostanza benefica o sfavorevole? Perché è possibile commercializzarla?

Probabilmente tutte le informazioni che senti in giro creano un po’ di confusione, soprattutto perché dipende da che parte vengono: da coloro che sono contro o pro l’utilizzo di questa sostanza.

La verità è che la Cannabis tradizionale e quella legale non sono uguali!

Quindi, se vuoi scoprire di tutto e di più su questa pianta e i suoi prodotti, in questo articolo, che puoi considerare come la tua guida sulla Cannabis, troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.

Nonostante in molti discutano di Cannabis, solo in pochi conoscono davvero che cos’è, la sua storia, le sue varianti, le differenze tra genetiche o come si presenta l’erba in natura e dopo che viene lavorata per farne prodotti.

Le indicazioni che ti forniamo sono assolutamente imparziali, potrai farti le tue idee e sviluppare in completa autonomia la tua opinione a riguardo.

Alla luce di tutto ciò, ti auguriamo una buona e piacevole lettura!

Cos’è la Cannabis

La Cannabis, o canapa, è una pianta che fa parte della famiglia delle Cannabacee.

Secondo alcuni esistono diversi tipi di marijuana che si distingue in tre specie, ovvero la Cannabis sativa, la Cannabis indica e la Cannabis ruderalis. La loro altezza varia tra il metro e mezzo ai sei metri di altezza, in particolare la sativa può arrivare a cinque metri.

Proprio la Cannabis sativa è quella più diffusa in occidente e, secondo alcuni, è la specie principale da cui derivano le altre come sottospecie.

Questa pianta germina in primavera e fiorisce in estate, ma il periodo varia molto a seconda delle varietà considerate. Tra i principi attivi ci sono i cannabinoidi (non tutti i cannabinoidi sono psicoattivi, solo il THC lo è), si ottengono dalle infiorescenze femminili e alcuni dei principali sono: il THC (tetraidrocannabinolo), il CBD (cannabidiolo) e il CBN (cannabinolo).

Quando i fiori vengono raccolti ed essiccati, il prodotto che ne deriva è considerato una droga in molti paesi. D’altra parte, è anche uno dei farmaci naturali più comuni al mondo, infatti viene utilizzata anche a scopo terapeutico.

Viene consumata per i suoi effetti rilassanti e calmanti. In alcuni luoghi degli Stati Uniti è addirittura prescritta come aiuto in una serie di condizioni mediche anche molto gravi.

Man mano che diventa un prodotto legale, anche i nomi con cui viene chiamata si evolvono. Prima erano diffusi soprattutto erba, marijuana o ganja, oggi sempre più persone utilizzano il solo termine Cannabis che viene considerato più accurato e neutrale.

Cannabis e Marijuana sono la stessa cosa?

Uno degli equivoci principali che riguarda la canapa, in cui cadono molte persone, è quello di pensare che cannabis e marijuana non siano la stessa cosa. Tuttavia, i due termini si riferiscono in alcuni casi a usi differenti e non possono essere sempre utilizzati come sinonimi.

Le sostanze contenute nella pianta di Cannabis sono circa 540 e in genere la marijuana si intende quella con alto contenuto di THC.

Il termine cannabis comprende tutte le varietà e le parti della pianta, a prescindere dalla concentrazione di THC.

Per marijuana, invece, si intende le infiorescenze di cannabis e i suoi derivati, in cui è predominante il contenuto di THC.

Negli paesi occidentali, e in primis gli Stati Uniti, in base alla percentuale di THC si fa la distinzione tra canapa industriale e marijuana.

Ma a quando risale il suo utilizzo da parte dell’uomo?

Ripercorriamo un po’ della sua storia.

Storia della Cannabis

pianta cannabis legale vista dall'alto

La Cannabis è una pianta molto antica, forse una delle prime ad essere coltivate. Il suo utilizzo risale almeno al terzo millennio a.C. ma probabilmente anche da prima.

Secondo le fonti storiche, è sempre stata una pianta apprezzata per le sue fibre, come cibo o medicinale, e per le sue proprietà curative soprattutto in ambito religioso e ricreativo.

Gli sciamani bruciavano fiori di Cannabis per indursi in uno stato di trance, il fumo che produceva serviva nei rituali o per piacevole svago.

È sempre stata coltivata in Giappone, in Corea e in Cina. Dall’Oriente si è poi diffusa a livello globale. Prima nel mondo persiano e arabo, poi in Egitto e in Africa. La circolazione è stata dovuta a coloro che erano conosciuti come “viaggiatori mistici” che la trasportavano durante le loro migrazioni.

La Cannabis inizia ad essere mossa anche dai commercianti dalla costa orientale dell’Africa verso ovest. Gli spagnoli portarono la canapa oltreoceano e iniziarono a coltivarla in Cile intorno al 1545. Nel 1600 la canapa era una delle maggiori colture in Virginia.

Arriviamo fino all’epoca di Napoleone Bonaparte, le cui truppe facevano ricorso all’hashish mentre erano in Egitto perché l’alcool non era disponibile.

La Cannabis è stata vietata in tutto il mondo durante diversi momenti fin dal Medioevo. Questo non ha frenato la sua diffusione anche a causa delle potenze coloniali europee che entravano in contatto con le regioni consumatrici e prendevano l’abitudine.

Nel XX secolo venne vietata a livello internazionale e fu raggiunto un compromesso che ne vietava l’esportazione. Fino ad arrivare alla seconda metà del 1900 quando il governo olandese la consentì in determinate dosi per uso ricreativo.

Oggi è presente la marijuana legale anche in Italia che i collezionisti possono acquistare negli shop dedicati, insieme ad altri prodotti estetici e con proprietà curative.

Come avviene la riproduzione della Cannabis

La riproduzione della Cannabis avviene attraverso l’impollinazione biotica, se il polline è trasportato dagli insetti, o abiotica quando è mosso dal vento. Processo è cruciale per la produzione dei semi.

Dopodiché, la coltivazione della Cannabis attraversa diverse fasi.

Si tratta di una pianta annuale, significa che il suo ciclo di vita dovrebbe durare un anno, ma potrebbe essere ridotto a 4-10 mesi.

La prima fase è quella della germinazione, ovvero quando dal seme germoglia la prima piccola radice che andrà a fissarsi nella terra per iniziare la crescita della prima piantina. L’intero processo richiede dalle 12 ore alle 2 settimane ma una volta completato la Cannabis entrerà nella seconda fase, nel suo stadio di piantino.

Adesso la pianta ha le prime foglie embrionali che possono ricevere luce e che si concentrano alla produzione di una chioma più consistente. Poi inizia la terza fase, la fase vegetativa.

Durante questo stadio le piante iniziano a prendere consistenza e ad assumente la classica forma di pianta di Cannabis.  

"Al momento in Italia non è consentita la propagazione agamica per la produzione di canapa, ma è consentita solo da seme."

Dopo la crescita vegetativa che richiede da 1 a 5 mesi, inizia la quarta fase, lo stadio della pre-fioritura. La pianta continua a irrobustirsi, a formare rami e a sviluppare nodi, che servono a sostenere un carico sempre maggiore. Fase che dura da 1 giorno a 2 settimane.

Infine si arriva alla quinta fase, la fioritura vera e propria, l’ultimo stadio del ciclo vitale della Cannabis.

Come appare la cannabis? Qual è il suo odore?

cannabis light crystalweed 1

Caratterizzata da un odore dolciastro e dai sentori di muschio, la cannabis può avere un aroma più o meno intenso, a seconda della varietà e del prodotto derivato in cui viene proposta.

È disponibile sotto forma di:

  • biomassa;
  • infiorescenze (erba);
  • hashish;
  • olio di cannabis;
  • cristalli.

La biomassa si ottiene essiccando tutte le parti della pianta - foglie e fiori - che durante il processo assumono le tonalità del verde e del marrone.

Le infiorescenze, o erba, sono i fiori apicali dei rami particolarmente potenti e aromatici. Si distinguono perché assumono le diverse tonalità del verde, e le sue cime sono ricoperte di piccoli cristalli.

L’hashish, una sostanza molto popolare fino a una decina di anni fa, consiste nell’estrazione dalla resina della pianta. Si presenta in grumi e può essere di colore chiaro o scuro, dal biancastro al nero, e al tatto può essere più o meno malleabile.

L’olio di cannabis, è uno dei prodotti a base di cannabinoidi più pregiati e puri. Si presenta simile al miele, sia nella tonalità che nella consistenza.

Un prodotto in forma solida con un'alta purezza di cannabinoidi, derivato dalla canapa, è rappresentato dai cristalli, i quali si ottengono attraverso dei sofisticati metodi di purificazione e cristallizzazione dell’olio di cannabis.

La determinazione del sesso della cannabis

La Cannabis è riconosciuta come una delle piante in cui è più difficile determinare il sesso.

Ci sono delle piante maschio, delle piante femmina e altre che sono ermafrodite, cioè sono piante femmina che esprimono le caratteristiche di entrambi i sessi.

I semi della Cannabis hanno il 50% di possibilità di uscire maschi e un altro 50% di uscire femmine, ma il genere viene espresso solo durante la loro crescita.

Determinare il sesso di una pianta è fondamentale per un coltivatore. Le piante femmina sono quelle che producono le infiorescenze con un’alta concentrazione di cannabinoidi.

Il genere della pianta si potrà vedere solo al termine della fase vegetativa, quando inizia quella della pre-fioritura e poi della fioritura, quando le caratteristiche saranno sempre più evidenti.

Una pianta di Cannabis femmina sviluppa nei nodi dei peletti bianchi, ovvero i pistilli. Queste piante, se non vengono impollinate, producono infiorescenze prive di semi.

Le piante maschio, invece, hanno di solito un gambo più spesso e robusto con meno foglie. Queste piante sviluppano le sacche di polline a forma di piccole palline.

Infine, le piante ermafrodite sono le femmine che presentano caratteristiche anche maschili.

Secondo molti ricercatori il sesso della Cannabis è determinato dai fattori ambientali che lo influenzano. Ecco perché potrebbero esserci anche delle piante ermafrodite in condizioni ambientali che risultano stressanti.

Cannabis e Biochimica

Le piante di Cannabis sono composte da più di 120 sostanze, circa 60 appartengono alla classe dei cannabinoidi, che generano vari effetti mentali e fisici quando vengono consumate.

I due cannabinoidi più conosciuti e principali sono:

  • Il CBD (cannabidiolo) che è spesso usato per alleviare dolore e infiammazione, ma anche nausea, emicrania e ansia. Si trova in vari prodotti come l’olio di CBD, le tisane, le creme e i burrocacao;
  • Il THC (tetraidrocannabinolo) che è il principale psicoattivo della Cannabis, è quello responsabile degli stati di “sballo” che la maggior parte delle persone associa a questa pianta.

La cannabis legalesi presenta di solito sotto forma di fiore essiccato e contiene entrambe queste sostanze, resina (hashish) o vari estratti noti come oli. Ci sono altri prodotti che possono contenere solo CBD o solo THC o una composizione di entrambi in percentuali diverse.

Dal punto di vista chimico queste sostanze hanno una bassa solubilità in acqua, è per questo motivo che il the di marijuana viene considerato leggero.

Se usata come psicotropo, la Cannabis sativa, viene principalmente fumata e gli effetti percepiti sono: euforia, cambiamenti della percezione, rallentamento del tempo di reazione, perdita di attenzione, aumento dell’appetito. Il lato più negativo è che potrebbe stimolare anche eccessivi stati di ansia o addirittura di panico o di paranoia.

Le sue proprietà, però, sono anche considerate positive per aiutare i pazienti durante la chemioterapia o per sostituire farmaci analgesici, contro le convulsioni, vasodilatatori per esempio nell’asma bronchiale e anche per il trattamento di alcuni casi di anoressia.

Cromosomi e Genoma della Cannabis

Gli scienziati sono ancora in gran parte inconsapevoli della nascita dei composti chimici della Cannabis che colpiscono gli essere umani, ovvero il CBD e il THC.

Tuttavia, negli anni è stata scoperta una prima mappa del genoma di questa pianta che dà una visione della disposizione dei geni sui cromosomi. La prima sequenza del genoma è stata pubblicata per la prima volta nel 2011, da un team di scienziati canadesi.

Come è stato affermato dai ricercatori, gli enzimi che producono le due sostanze principali sono codificati dai geni THCA e CBDA. Entrambi si trovano sul cromosoma 6 dei 10 cromosomi in cui è confezionato il genoma della Cannabis.

Le sequenze genetiche sono quasi identiche, questo conferma l’idea che provengano dallo stesso gene che è stato duplicato milioni di anni fa. Nel corso del tempo, uno o tutte e due le copie del gene si sono evolute separatamente, producendo i due diversi enzimi CBD e THC.

Detto questo, può essere che la Cannabis avesse proprietà diverse prima che sviluppasse quelle per cui è conosciuta oggi.

Questi studi rendono possibile una comprensione sempre più profonda di questa pianta che deve essere ancora scoperta in tutte le sue sfaccettature.

Tassonomia della Cannabis

Innanzitutto chiariamo il significato di tassonomia. Nell’ambito delle scienze naturali si tratta della classificazione delle specie viventi in base ad un ordine gerarchico.

In questo modo è possibile distinguere gruppi con delle caratteristiche simili e risalire al loro percorso evolutivo. In parole semplici, fare un albero genealogico della Cannabis facendo emergere le relazioni di parentela tra i diversi gruppi.

In realtà, per quanto riguarda la Cannabis l’inquadramento e la relazione tra le diverse varietà non è ancora del tutto chiaro. Come anticipato all’inizio, si parla di tre principali varietà:

  • La Cannabis sativa: pianta originaria dei paesi equatoriali che si è diffusa grazie alle sue capacità di adattamento e da cui provengono altre varietà ibride e spontanee;
  • La Cannabis indica: tipica dei paesi subtropicali, si mostra come più compatta e cespugliosa, presenta infiorescenze pesanti e ricche di resina e cannabinoidi;
  • La Cannabis ruderalis: pianta spontanea tipica dell’area siberiana, più piccola e si adatta a climi estremi, detta auto-fiorente e perfetta per le ibridazioni.

Però, considerando le caratteristiche che le rendono analoghe, le tre varianti possono essere inglobate sotto la stessa specie di sativa da cui derivano le altre sottospecie.

A questo proposito sono stati descritti vari tipi di Cannabis:

  • Piante coltivate per la produzione di fibre che non hanno caratteristiche adatte all’uso farmacologico;
  • Piante che si coltivano per la produzione di sostanza psicoattive;
  • Forme ibridate o selvatiche dei precedenti tipi.

È oggetto di dibattito se le piante, sia coltivate che selvatiche, siano derivanti da un’unica specie altamente variabile.

Le prime classificazioni della cannabis

Il dibattito sulle classificazioni della Cannabis risale a molti anni fa. Questa pianta fu classificata per la prima volta utilizzando il sistema di nomenclatura tassonomica di Carlo Linneo. Si risale all’anno 1753.

La Cannabis era considerata da Linneo un monotipo, cioè avente una sola specie, la Cannabis sativa a cui egli aggiunge la lettera “L” per indicarne l’autorità.

Qualche anno dopo, nel 1785, il noto biologo Lamarck identificò una seconda specie di Cannabis, la indica a cui aggiunge la sigla “Lam” che stavo proprio per l’abbreviazione del suo nome.

La differenza principale tra le due specie era che la sativa aveva una quantità inferiore di fibre e la indica risultava maggiormente inebriante.

Durante il 19° secolo sono state classificate altre specie che arrivavano dal Vietnam e dalla Cina, tuttavia queste piante erano molto difficili da distinguere.

Per questo, all’inizio del 20° secolo il concetto di monospecie andava ancora per la maggiore. Solo in Unione Sovietica la Cannabis ha continuato ad essere oggetto di studio tassonomico molto approfondito.

L’importanza del 20° secolo

La varietà di Cannabis ruderalis arriva proprio dalla Russia centrale ma anche questa era considerata una variante della sativa.

La Cannabis sativa è stata ulteriormente classificata in due sottospecie: sativa L. coltivata e sativa L. spontanea o selvatica.

Poi, negli anni ’70, la classificazione della Cannabis ha assunto un altro significato nel Nord America. Questa ulteriore differenziazione è stata fatta più che altro in base alle leggi che la definivano come prodotto illegale.

Arriviamo al 1976 quando è stata pubblicata una revisione tassonomica che vede una sola specie di Cannabis con le sue sottospecie: la sativa L. subspecie sativa e la sativa L. subspecie indica Lam.

La prima selezionata per la produzione di fibre e semi, la seconda per un utilizzo principalmente farmacologico.

Non contenti, hanno suddiviso ancora le subspecie tra: sativa L. subspecie sativa spontanea a bassa intossicazione e sativa L. subspecie indica varietà kafiristanica (Afghanistan) altamente intossicante.

Per tirare le fila e fare un po’ di chiarezza in questo infinito processo di classificazione, si può dire che gli studi tassonomici hanno portato a poter riconoscere almeno le tre specie di Cannabis: sativa, indica e ruderalis, come spiegato in uno dei paragrafi precedenti.

Ma per precisione e conoscenza abbiamo voluto farti fare un piccolo viaggio nella storia tassonomica di questa incredibile pianta.

Uso popolare della terminologia

Un ultimo excursus nelle specie di Cannabis per chiarire meglio l’utilizzo popolare dei termini tra i coltivatori e consumatori di questa pianta in quanto psicotropa.

La sativa, o solo canapa, è la varietà più diffusa, è alta e si trova nelle regioni calde. La indica, o canapa indiana, ha piante più cespugliose e corte, adatta a climi più freschi anche di montagna. La ruderalis, o canapa russa, ha piante corte che crescono in maniera spontanea in Europa e in Asia Centrale.

I coltivatori o le aziende produttrici di Cannabis di tipo farmacologico la classificano come: indica pura, principalmente indica, indica/sativa, principalmente sativa o sativa pura.

Adesso lasciamo la parte più scientifica dell’argomento per andare alla scoperta dell’utilizzo effettivo della Cannabis.

Usi della Cannabis

cannabis legale piante Crystalweed

La Cannabis è conosciuta soprattutto come la pianta da cui vengono prodotte le sostante usate come droga. In realtà, gli utilizzi della canapa sono davvero tanti.

Rappresenta una preziosa risorsa naturale ma che è altamente sottovalutata soprattutto in seguito al periodo di proibizionismo mondiale che ne ha limitato la coltivazione.

In pochi sanno che la canapa può essere utilizzata come sostituto del petrolio, sia per la produzione di carburanti che di materie plastiche. Rappresenta anche un’alternativa ecologica rispetto al cotone nella produzione di indumenti e fibre tessili, è adatta alla fabbricazione di carta e di materie prima per l’edilizia ed è anche una risorsa alimentare.

È una pianta dalle incredibili proprietà che può nutrire il nostro pianeta e noi che lo abitiamo restando in perfetta sintonia con la natura.

Uso ricreativo

La Cannabis è principalmente conosciuta e utilizzata a scopo ricreativo.

Questo significa che viene maggiormente consumata per godere dei suoi effetti psicoattivi: senso di euforia, rilassamento, alterazione generale della percezione spaziale e temporale.

Se viene fumata i suoi effetti si sentono nel giro di pochi minuti; se viene cotta per essere mangiata gli effetti si fanno sentire dopo 30-60 minuti o anche alcune ore.

Le sensazioni stimolate possono durare dalle due alle sei ore ma dipende anche dalla quantità che viene consumata. Un utilizzo massiccio di queste sostanze può lasciare in uno stato di alterazione per molto tempo, soprattutto se non si attende di smaltire la quantità assunta.

Molte persone la utilizzano quotidianamente per provocarsi il famoso “sballo”, per condividerla con gli amici o per indurre la ricercata sensazione di rilassamento.

Uso medico

Ci sono casi in cui la Cannabis, o marijuana medica, viene prescritta dai medici ai propri pazienti.

Questa pianta ha una storia medicinale che risale a migliaia di anni fa in molte culture, ma la ricerca clinica limitata non ne ha definito con chiarezza l’efficacia nel curare le malattie.

Ciò che è sicuro è che limita la sensazione di nausea e vomito nei pazienti soggetti alla chemioterapia, inoltre riduce gli spasmi muscolari, migliora l’appetito e allevia il dolore cronico.

In campo medico la Cannabis può essere somministrata con varie modalità: capsule, pastiglie, tinture, cerotti, spray o anche in gemme essiccate che possono essere fumate.

Ci sono alcune organizzazioni mediche in America che hanno richiesto la rimozione della Cannabis dall’elenco delle sostanze controllate dal governo. Altre invece lottano contro la sua legalizzazione.

I paesi che consentono l’uso medico della pianta sono Italia, Australia, Canada, Cile, Colombia, Germania, Grecia, Israele, Perù, Polonia, Paesi Bassi, Uruguay e Portogallo.

Uso industriale

Quando si parla di canapa industriale si intende una speciale varietà di sativa che viene coltivata specificamente per l’uso industriale.

Quindi la specie da cui deriva è la stessa delle sostanze psicoattive ma sono ceppi distinti con composizioni uniche. Significa che la canapa industriale ha concentrazioni inferiori di THC e può avere concentrazioni più elevate di CBD che elimina o riduce gli effetti psicotropi.

Questa tipologia di Cannabis viene utilizzata per creare prodotti commerciali come fibre, cordame, carta, materiale da costruzione, fibre tessili in generale, abbigliamento, plastica biodegradabile, vernice, idrocarburi, cibo e mangime per animali.

Per quanto riguarda il settore tessile c’è da dire che la canapa è anche più forte e duratura del cotone. Nel settore alimentare è un’utile fonte di latte di canapa, semi di canapa e olio di canapa.

Usi antichi e religiosi

La pianta della Cannabis ha una storia antica come anche il suo uso medicinale o divinatorio.

Gli studi e i ritrovamenti hanno dato prova di come venisse utilizzata dagli sciamani o i santoni sia come agente medicinale e curativo che come psicotropo e aiuto alla meditazione.

La prima prova del fumo della Cannabis è stata trovata nelle tombe di 2.500 anni fa nelle montagne del Pamir nella Cina occidentale. Probabilmente veniva utilizzata anche durante i riti funebri messa in ciotole e fatta bruciare come rito propiziatorio.

Questa pianta viene menzionata anche negli antichi testi indù dove pare fosse indicata come “cibo degli dei”.

In realtà ogni religione e tradizione ne ha un approccio e una considerazione differente. Nel buddismo è generalmente considerata intossicante e addirittura un ostacolo alla meditazione e alla chiara consapevolezza. Nella Germania antica era associata alla dea dell’amore nordica.

In Bangladesh, India, Indonesia, Turchia e Pakistan i preparati a base di Cannabis vengono utilizzati nei festival locali e ne è diffuso l’uso durante le celebrazioni o le meditazioni.

Gli effetti collaterali della cannabis

Prima abbiamo parlato degli effetti della Cannabis che possono essere considerati positivi quando la si utilizza come sostanza psicoattiva, cioè come droga.

Il senso di pace e di euforia, però, viene ogni volta accompagnato anche da effetti collaterali meno piacevoli che potrebbero esseredannosi nel lungo periodo.

Questi effetti collaterali vanno dalla secchezza delle fauci e occhi rossi, alla sonnolenza e mancanza di attenzione, a stati di agitazione, aumento dell’appetito, irritazione, ansia e paranoia.

Inoltre, a livello medico-fisico provoca effetti cardiovascolari come la tachicardia e la variazione della pressione sanguigna.

Lo stato indotto dalla Cannabis varia a seconda di chi la assume e di come accoglie le specifiche sostanze, dalla concentrazione di THC assunto, dallo stato fisico e psicologico individuale e alla modalità di utilizzo.

Queste variabili portano ad effetti diversi con tempistiche differenti, il che lo rende un prodotto che non è mai prevedibile.

Detto questo, ci sono degli effetti a breve e lungo e termine. Gli ultimi non sono ampiamente dimostrabili. Vediamo i primi qui di seguito.

A breve termine

Quando viene fumata, gli effetti a breve termine della Cannabis con alto contenuto di THC si manifestano anche in pochi secondi o minuti. Possono durare per varie ore consecutive ma questo dipende dall’individuo che la assume, dal ceppo della pianta, dalla quantità che ne è stata utilizzata.

I suoi effetti a breve termine sono:

  • Sensazione alterata dello spazio e del tempo;
  • Perdita dell’attenzione;
  • Tempi di reazione ritardati;
  • Nausea;
  • Sonnolenza;
  • Appetito;
  • Ansia;
  • Paranoia.

Questi effetti, psicologici e fisici, possono implicare problemi durante la guida aumentando il rischio di incidenti. Possono causare sintomi psicotici alterando la capacità di pensare chiaramente e con reattività.

Gli effetti collaterali vengono aumentati e peggiorati se il consumo di Cannabis viene mischiato con altre sostanze, come altre droghe o anche alcool.

Come si presentano gli occhi di chi fuma le canne?

Chi fuma marijuana o hashish può avere gli occhi rossi e le pupille dilatate. Questo effetto non è riconducibile ad un’unica causa ma si manifesta come conseguenza di tre fattori: l’esposizione al fumo, l’aumento e la diminuzione della pressione cardiaca e la disidratazione.

Per chi ha gli occhi particolarmente sensibili, il fumo costituisce un fattore estremamente irritante, capace di arrossare gli occhi.

Il consumo di cannabis potrebbe comportare, come effetto indesiderato,  un innalzamento della pressione e della frequenza cardiaca, che va a scemare nel giro di qualche ora. L’azione dei cannabinoidi, infatti, normalmente rilassa ed elimina la tensione, facendo scendere la pressione. Questo provoca la dilatazione dei vasi sanguigni all’interno dell’organismo, compresi quelli presenti nel bulbo oculare.

La disidratazione è una delle conseguenze indirette del consumo di THC. Dopo aver assunto cannabinoidi, il corpo umano cerca di espellere questa sostanza dal sangue aumentando il fabbisogno di liquidi. La carenza di liquidi secca e infiamma gli occhi, contribuendo all’accentuarsi del rossore. 

Varietà di cannabis

cannabis legale serra

Esistono diversi tipi di marijuana anche se, come abbiamo visto, vengono definite come sottospecie di quella considerata la principale.

Spesso di afferma che il ceppo sativa fornisce sostanze psicoattive più stimolanti, mentre il ceppo indica più sedative. Ma non c’è certezza quando si parla di Cannabis.

C’è da dire che per le strade i consumatori non la conoscono per le sue qualità genetiche o biologiche, ma i nomi impiegati per definirla sono moltissimi e spesso dipendono dalla località geografica.

Riportiamo una lista dei nomi più comuni: maria, erba, ganja, grass, weed, hashish, marijuana, Mary Jane, tea, pot, joint, canna, spinello, charas, kief e così via.

Di seguito vediamo più nello specifico le varietà di Cannabis e i suoi prodotti.

Marijuana

La marijuana, o erba, è uno dei nomi associati alla Cannabis e nello specifico per il suo utilizzo farmacologico o psicotropo.

In alcuni paesi indica la pianta nella sua interezza mentre in altri solo parte di essa, quella che contiene i più alti livelli di THC. La forma “marijuana” si attesta per la prima volta nello spagnolo-messicano e poi si è diffuso in spagnolo, inglese, francese e gran parte delle altre lingue.

Vediamo come si presenta l’erba. È costituita da foglie, fiori e frutti essiccati delle piante femmine, perciò è quella più consumata e fumata da chi ne fa uso. Contiene dal 3% al 20% di THC, ma ci sono state segnalazioni che arrivavano al 33%. È quella che usano solitamente i consumatori per prepararsi uno spinello.

Sai qual è la differenza tra canna e spinello?

Fondamentalmente nessuna. Lo spinello è una sigaretta che viene preparata con una miscela di tabacco e marijuana; questa prende anche il nome di canna, joint, reefer, cannone.

Questa Cannabis a base di erbe e quella industriale derivano dalla stessa specie ma sono ceppi distinti, questo significa che hanno concentrazioni di THC differenti. Quella industriale ha concentrazioni più elevate di CBD quindi ha effetti psicoattivi minori.

Kief

Il Kief, che si pronuncia “Kif”, è noto anche come Polvere perché si tratta di tricomi di Cannabis. Questa polvere è ricca di resina di Cannabis e viene ricavata setacciando i fiori e i frutti della pianta.

Contiene una concentrazione molto più alta di THC e altri cannabinoidi psicoattivi e molti consumatori lo aggiungono alla marijuana per avere un effetto più intenso.

Può essere direttamente consumata in polvere e fumata o compressa in torte di hashish e utilizzata per produrre alimenti commestibili come biscotti, brownies e infusi.

È una sostanza molto potente quindi di solito viene utilizzata in piccola quantità per limitare gli effetti.

Hashish

L’hashish è la resina prodotta delle infiorescenze della canapa e si presenta sottoforma di tavolette o stanghette. Rispetto alla provenienza, alla purezza e alla varietà può essere di colore verde, rosso, marrone chiaro o scuro, nero.

Si ottiene comprimendo la resina prodotta dal Kief passato e pressato. Anche questa sostanza può essere fumata o vaporizzata in appositi strumenti come bong e cilum, oppure ingerito per via orale attraverso cibi commestibili.

Questa resina contiene elevate concentrazioni di THC e altri cannabinoidi. La consistenza dipende dalla quantità di materiale vegetale residuo, ma generalmente è solido anche se malleabile.

L’hashish viene consumato da molti secoli in India e Nepal dove è conosciuto come charas. In Europa arriva nel 18° e, in quello successivo, viene introdotto in molti circoli letterari.

In Germania viene diffuso il suo uso come anestetico e i composti di hashish vedono il loro picco come medicinali per curare emicrania, pertosse, dolori, asma e insonnia.

L’uso è stato successivamente proibito in tutto il mondo dalla Convezione unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961.

Tintura

La tintura di Cannabis è nota anche come drago verde. È un estratto vegetale che si ottiene dalla combinazione degli ingredienti chiave della Cannabis e alcool.

Viene prodotta immergendo i fiori essiccati della pianta femmina della canapa nell’etanolo. Il THC e gli altri cannabinoidi si dissolvono nell’alcool e ne risulta un liquido verde scuro o marrone. Inoltre, cuocere o essiccare la Cannabis prima del bagno nell’alcool aumenta la quantità di THC nella successiva preparazione rendendo la sostanza ancora più concentrata.

La tintura viene consumata per via orale oppure può essere applicata sulla pelle. Tendono a generare effetti più intensi rispetto a quelli forniti da uno spinello o un vaporizzatore.

Essendo un prodotto liquido può anche essere mescolato in altri alimenti o bevande rendendo il metodo di assunzione ancora più discreto e diretto.

Gli effetti che procura sono: euforia, senso di pesantezza e fame chimica.

Olio di Hashish

L’olio di hashish, conosciuto anche come olio di Cannabis, è un concentrato di questa pianta che contiene le sue resine e in particolare THC e CBD.

La quantità degli enzimi in esso contenuti varia enormemente perché dipende dall’assortimento di piante utilizzate e anche dalle tecniche per la sua preparazione. Inoltre, a volte capita che l’olio di hashish venga tagliato con altri oli.

Il modo principale con cui viene estratto dalla pianta di Cannabis è con un solvente, come butano o etanolo. A seconda del metodo di estrazione cambia anche il modo in cui si presenta, può essere liquido, un solido ambrato, una sorta di cera appiccicosa o un solito più fragile a forma di nido d’ape.

Il colore più comune varia tra dorato trasparente, marrone chiaro, marrone bronzo o nero. L’olio di hashish viene generalmente fumato, vaporizzato, questo processo è conosciuto come dubbing, o mangiato.

Non si tratta di un olio in senso proprio ma di un olio resina che ha la caratteristica di avere elevati livelli di THC che lo rendono un prodotto utilizzato soprattutto per scopi medici o ricreativi.

Infusi

Gli infusi di Cannabis sono risultati essere un trattamento per diverse patologie. Il principio attivo presente in questi prodotti è il CBD che procura effetti benefici alla mente e al corpo.

I principali effetti positivi sono:

  • La riduzione di dolori cronici, quindi gli infusi possono essere utilizzati per contrastare i dolori derivanti da certe malattie come l’artrite reumatoide;
  • Alleviano la sensazione di ansia e stress, contengono delle sostanze aventi proprietà neuro protettive e anti ossidanti;
  • Aiutano contro i problemi intestinali, sono ideali in caso di dolori, spasmi muscolari o il morbo di Crohn;
  • Attenuano la nausea, utili a chi sta affrontando la chemioterapia e hanno il potere di stimolare l’appetito.

In casi di malattia è consigliato consultare il medico per valutare i giusti infusi e un’assunzione corretta.

Anche per quanto riguarda gli infusi, in molti casi il loro consumo è quello più legato all’uso ricreativo, proprio come per il fumo.

Proprietà farmacologiche della cannabis

cannabis light crystalweed 2

Facendo un passo oltre le controversie dell’utilizzo della Cannabis come sostanza stupefacente, bisogna considerare che è stata per tantissimi anni una pianta aduso medicinale.

Anche dalle ricerche fatte negli ultimi decenni è emerso che la Cannabis ha proprietà farmacologiche e che le proprietà psicoattive del THC sono utili in una vasta gamma di disturbi. Per esempio, il morbo di Alzheimer, l’arterosclerosi, il glaucoma, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, l’apnea del sonno, la sindrome di Tourette, il cancro in varie forme e tanti altri.

Inoltre, sono stati effettuati degli studi sugli animali che hanno mostrato il THC come una sostanza atossica che non arriva a causare la morte nemmeno se somministrata in enormi quantità. È vero che abbiamo visto gli effetti negativi a breve, ma i risultati delle ricerche non sono sempre coerenti.

Il più famoso sostenitore e studioso degli usi terapeutici della Cannabis fu Lester Grinspoon, psichiatra e professore dell’Università di Harvard. Egli promuove questa pianta come uno dei farmaci meno tossici e suggerisce di alleggerire le politiche proibizioniste che le limitano l’uso.

Vediamo un elenco delle possibili indicazioni terapeutiche:

  • Effetti positivi e confermati da studi clinici contro nausea, vomito, anoressia;
  • Effetti relativamente confermati contro asma, glaucoma e disordini del movimento;
  • Effetti meno confermati contro allergie, infiammazioni e infezioni, epilessia, depressione, ansia;
  • Effetti ancora allo stadio di ricerca contro malattie autoimmuni, cancro, neuroprotezione.

Le ricerche effettuate hanno esiti talvolta diversi che mantengono questo tema ancora sotto trattazione e osservazione. In generale, però, sono molte le testimonianze di coloro che sono riusciti a superare una pesante dipendenza da alcool o da cocaina grazie al consumo di Cannabis.

Vediamo come funziona il meccanismo nei cannabinoidi.

Meccanismo d’azione

Nel nostro corpo sono presenti degli specifici recettori, detti CB1 e CB2, disposti in maniera molto differente. In generale, i CB1 sono concentranti nel sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e i CB2 nelle cellule del sistema immunitario (a livello periferico).

Entrambi questi due recettori interagiscono con i cannabinoidi, sia quelli esterni che quelli che vengono prodotti naturalmente dal nostro corpo. Infatti, proprio perché già naturalmente produciamo questo tipo di sostanze, il nostro organismo reagisce in maniera particolare quando assume CBD e THC.

Una volta che viene assorbito il THC si distribuisce nei vari organi, soprattutto quelli ad alta concentrazione di grassi. Ecco perché penetra con facilità nell’encefalo e la sua presenza può essere rintracciata anche dopo mesi dall’ultima assunzione.

Anche il CBD si lega ai ricettori CB1 e CB2 ma la sua assunzione dà effetti principalmente positivi al corpo e al sistema immunitario: inibisce il dolore, frena la nausea, riduce gli stati d’ansia, favorisce il rilassamento e il sonno.

Attraverso degli studi si è potuto notare che i cannabinoidi si accumulano in grande quantità nel cervelletto che è il responsabile dell’orientamento spazio-temporale dell’individuo. Per questo motivo hanno effetti sulle capacità motorie.

Inoltre, gli effetti sui processi cognitivi e della memoria potrebbero essere dovuti alla presenza dei ricettori nell’ippocampo e nella corteccia. Mentre il rilascio di dopamina nel nucleus accumbens, cioè una regione del cervello che gioca un ruolo importante dei meccanismi di piacere e paura, genera la tipica sensazione di piacere e rilassatezza.

Psicoattività

Le sostanze psicoattive sono contenute solo in alcune parti della pianta, soprattutto nei fiori delle femmine e nella loro resina. Da questi due elementi si ricavano appunto la marijuana illegale e l’hashish che vengono fumati, inalati o ingeriti.

Il principale agente psicoattivo della Cannabis è il THC. Provoca un effetto che si può definire “dispercettivo” e amplifica le sensazioni che di solito sono di benessere, ilarità, alterazione della percezione del tempo. A volte, però, capita che vengano enfatizzate sensazioni o pensieri spiacevoli che normalmente sono inconsci o tollerati dall’individuo. In questo caso può determinare stati di ansia e atteggiamenti paranoici ma che sono limitati al periodo dello stato di intossicazione.

Non ci sono casi registrati di overdose dovuta all’abuso di questa sostanza siccome il THC ha una tossicità molto bassa e i metodi di assunzione ne limitano la quantità assorbita. Però, i risultati suggeriscono che un effetto neurotossico sul cervello degli adolescenti che possono riscontrare problemi cognitivi e un calo della concentrazione.

Per questo è da tenere sotto controllo l’assunzione precoce di queste sostanze che anche non essendo mortali o altamente tossiche, provocano effetti non desiderati sullo sviluppo dei ragazzi.

Oltre a queste note negative, vediamo l’altro lato della medaglia.

Studi sugli effetti antitumorali

Sono stati condotti degli studi proprio per verificare l’efficacia della Cannabis, in particolare del THC, nei trattamenti antitumorali.

Le ricerche sono state effettuate soprattutto su topi e ratti e hanno dimostrato che i cannabinoidi possono inibire la crescita del tumore e la morte delle cellule maligne. Inoltre, queste sostanze possono bloccare lo sviluppo dei vasi sanguigni che favoriscono la crescita del tumore. Un altro studio sempre sui topi ha mostrato che i cannabinoidi hanno anche un effetto antinfiammatorio sul colon e quindi potrebbero ridurre il rischio per questo tipo di cancro.

C’è da dire che i noti effetti collaterali rendono la sostanza inadatta all’uso preventivo.

Alcune sperimentazioni condotte negli Stati Uniti, però, hanno mostrato che la Cannabis allevia la nausea da chemioterapia. Quindi, si può dire che i cannabinoidi hanno effetti positivi su alcuni dei sintomi di cui soffrono i pazienti tumorali.

Anche se esistono degli effetti collaterali, come giramenti di testa e disturbi dell’umore, che molto dipendono dalla predisposizione dei soggetti stessi, gli esperti tendono ad essere favorevoli all’utilizzo della sostanza per le proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie.

Non si può, tuttavia, esprimere un giudizio definitivo a causa delle scarse evidenze e sperimentazioni cliniche.

A questo punto siamo quasi arrivati alla fine di questa guida sulla Cannabis ma ci sono ancora un paio di aspetti che desideriamo trattare.

Nel prossimo paragrafo parliamo di effetti palliativi e nell’ultimo facciamo focus in maniera più precisa tra la marijuana legale e la Cannabis illegale.

Effetti palliativi

Innanzitutto, definiamo che cosa si intende per cure palliative. Si tratta di cure che non sono volte a raggiungere l’obiettivo vero e proprio della guarigione dalla malattia ma intendono alleviarne i sintomi. In campo medico, questo tipo di cure rappresentano un approccio terapeutico attivo e specialistico destinato ai soggetti che hanno malattie ormai irrimediabili.

Alcuni preparati di Cannabis sono utilizzati proprio per gli effetti palliativi. Per esempio, i preparati che si assumono per via orale e hanno effetti distensivi, stimolano l’appetito o sono leggermente anestetici. Ai pazienti con i tumori può essere prescritta l’assunzione di Cannabis per tenere sotto controllo il dolore dovuto alla malattia e la nausea.

Oppure ci sono preparati topici, cioè quelli che vengono applicati in alcune zone del corpo direttamente sulla pelle che di solito sono analgesici e antinfiammatori.

Con la canapa si possono produrre prodotti legali come creme per il corpo, per le mani, per il viso, burrocacao e oli di CBD che vengono usati anche dagli sportivi a livello agonistico. L’olio di CBD può essere assunto mettendone qualche goccia sotto la lingua oppure essere massaggiato sulla parte del corpo interessata.

Molti atleti lo usano per un migliore recupero dopo allenamenti intensi e per migliorare la qualità del sonno e del riposo. Li aiuta a tenere alte le prestazioni.

La cannabis può trattare efficacemente alcune patologie?

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La ricerca sta facendo grandi passi avanti sulle proprietà terapeutiche della cannabis.

Potente antitumorale e antinfiammatorie, la cannabis può essere impiegata nel trattamento di diverse patologie, come l’epilessia, il dolore cronico, la nausea e il vomito associati alle terapie antitumorali, i disturbi dell’alimentazione dovuti all'HIV/AIDS.

Questo rimedio tanto antico, infatti, è indicato come alternativa naturale nelle patologie più complesse da curare con i farmaci tradizionali.

Vediamo in quali casi se ne può trarre beneficio.

Allevia il dolore cronico

Sono state condotte diverse ricerche sull’efficacia dei cannabinoidi sul dolore cronico non oncologico, ma dovuto a lesioni o danneggiamento dei nervi.

Dai risultati è emerso che i soggetti a cui era stato somministrato il farmaco ottenevano un miglioramento del 30% superiore rispetto al gruppo placebo.

Riduce l’ansia

La cannabis e i cannabinoidi sono efficaci per ridurre l’ansia. L’effetto di queste sostanze migliora le prestazioni e aiuta a contenere il disturbo d’ansia sociale. Inoltre, sono stati rilevati livelli inferiori di ansia nelle persone affette da dolore cronico che assumevano cannabinoidi.

È efficace nel trattamento dell’epilessia

In commercio è possibile trovare farmaci approvati per il trattamento delle convulsioni associate alla sindrome di Lennox-Gastaut e alla sindrome di Dravet, due forme di encefalopatie epilettiche piuttosto gravi.

Aumenta l’appetito nei malati di HIV

Sono circa trent’anni che i farmaci a base di cannabinoidi vengono utilizzati per contrastare il dimagrimento nei malati di HIV e AIDS. Queste sostanze, infatti, stimolano l’appetito e il senso di fame.

Riduce i sintomi dell’IBS

L’IBS è un’alterazione dei movimenti intestinali che provoca diarrea e costipazione.

I cannabinoidi calmano gli spasmi nervosi e hanno un effetto rilassante, per questo motivo sono indicati per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile.

Diminuisce i tic nervosi

L’azione dei cannabinoidi, in particolare il THC, può essere molto utile per ridurre i tic nervosi dovuti alla sindrome di Tourette.

Può essere utilizzata per trattare i sintomi della sclerosi multipla

L’assunzione di farmaci contenenti cannabinoidi ha provocato una diminuzione  della spasticità e delle fitte nelle persone malate di sclerosi multipla.

Contrasta gli effetti collaterali delle terapie antitumorali

Diversi studi hanno evidenziato che i medicinali formulati a base di cannabis possono rivelarsi ottimi rimedi per alleviare la nausea durante la chemioterapia. I farmaci antitumorali, infatti, provocano effetti avversi che vanno ridotti con l’uso di medicinali appropriati.

Apporta miglioramenti nel disturbo Post-traumatico da stress

Gli incubi dovuti al disturbo da stress post-traumatico possono essere difficili da gestire e le persone che ne soffrono vanno aiutate con attenzione. I cannabinoidi sono molto utili per affrontare il disturbo da stress post-traumatico.

MIgliora la qualità del sonno

Le ricerche sull’insonnia sono collegate alla presenza di altre patologie di salute, come la sclerosi multipla o il dolore cronico. In molti casi, si è vista una maggior velocità nel prendere sonno.

Cosa dice la legge italiana sulla Cannabis

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In attesa dell’approvazione del DDL “Cannabis Legale”, la normativa di riferimento per la produzione, la vendita e il consumo di cannabis resta la legge numero 242 del 2016.

Quest’ultima prevede la possibilità di coltivare marijuana legale, appartenente alla genetica della Cannabis Sativa, e stabilisce i limiti delle concentrazioni di THC (tetraidrocannabinolo).

Gli aspetti principali della legge 242 sono i seguenti:

  • La concentrazione di THC può andare dallo 0,2% allo 0,6%.
  • La deresponsabilizzazione dei coltivatori, produttori e venditori nel caso in cui la percentuale di THC sia superiore al limite stabilito.
  • L’obbligo per il coltivatore di utilizzare solo ed esclusivamente sementi certificate.
  • L’obbligo di conservare le etichette dei semi e le fatture per poter risalire al fornitore in caso di anomalie.
  • L’eventualità di sequestro per le colture con un concentrato di THC più alto di quello consentito.

Dal 2019 è stato proposto un Disegno Di Legge sulla Cannabis legale che,  proprio di recente, è approdato alla camera, in seguito ai ritardi dovuti all’emergenza Covid.

Alla base di questa proposta c’è l’esigenza di arrivare a una legalizzazione completa della marijuana, che non si limiti solo alla cannabis light, e che ne legittimi anche l’uso ricreativo.  

Inoltre, nel testo si propone di ridurre le pene per i reati minori e di distinguere le diverse sostanze per il computo delle sanzioni.

Attendiamo di sapere quali saranno i prossimi passaggi e come sarà il testo definitivo della legge sulla Cannabis legale. 

Chi sono i personaggi dello spettacolo o politici più attivi verso la legalizzazione della cannabis

Sono moltissimi i volti dello spettacolo e i politici che si sono schierati a favore del grido “marijuana libera”, un appello chiaro alla legalizzazione della cannabis.

Tra i nomi dei medici a favore dell’uso della cannabis a uso terapetico spicca quello di Umberto Veronesi, l’oncologo italiano famoso per il suo impegno a favore della ricerca sul cancro.

A sostenere la sua posizione anche Luigi Manconi e i parlamentari di Sel e del Movimento 5 stelle, favorevoli all’uso dei cannabinoidi per trattare i pazienti affetti da tumori, Sla o Hiv.

L’apertura alla legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico ha messo d'accordo anche Ignazio Marino, il medico chirurgo ex sindaco della Capitale, e Stefano Fassino, esponente di primo piano del PD.

E per quanto riguarda la cannabis a uso ricreativo?

Anche in questo caso, i personaggi favorevoli sono moltissimi, primo fra tutti Vasco Rossi che sostiene questa battaglia da anni. Rimanendo nel contesto musicale, chiunque ricorda l’inno alla marijuana degli articolo 31 “Maria” o i concerti di Paola Turci in cui si ripeteva a gran voce di legalizzare la cannabis.

Tra i vip che hanno sempre appoggiato l’uso delle droghe leggere,  poi, non si possono dimenticare i nomi di Dario Fo e Franca Rame.

Nel mondo del cinema e del teatro è interessantissimo il contributo di Elio Germano, Ascanio Celestini e Daniele Vicari che hanno realizzato un corto satirico dedicato al proibizionismo.

Persino Roberto Saviano ha espresso la sua posizione in merito, sottolineando come questa situazione non faccia che lasciare il business della cannabis nelle mani della mafia.

Per quanto riguarda la politica, la legalizzazione della cannabis è da sempre uno dei punti fondamentali del programma dei radicali, portato avanti prima da Pannella e poi da personalità come l’ex deputata Rita Bernardini e Benedetto Della Vedova. In questa ultima legislatura anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno avanzato proposte di legge per la legalizzazione, come nel caso del Sen.Matteo Mantero 

Perché legalizzare la cannabis potrebbe essere un bene per lo stato italiano

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La legalizzazione della cannabis light è stata molto positiva per le casse statali e per l’occupazione, e potrebbe esserla molto di più in caso di regolamentazione come prodotto da fumo e inalazione. Ma questo rappresenta solo una piccola parte di un volume d’affari enorme, che potrebbe essere totalmente gestito dallo Stato Italiano in caso di legalizzazione totale.

La legalizzazione della marijuana, infatti, sottrarrebbe alla criminalità tutto il mercato nero della cannabis, dove si verifica un movimento economico di oltre 9 miliardi di euro ogni anno.

Oltre all’aspetto puramente economico, si raggiungerebbe una maggior tutela dei consumatori, che ad oggi sono esposti al rischio di acquistare un prodotto di pessima qualità, dagli effetti incerti e incontrollati.

Grazie ad un controllo diretto sulla vendita, lo Stato potrebbe verificare l’età anagrafica, impedendo ai giovani l’acquisto della cannabis.

A livello giudiziario, potrebbe alleggerirsi il lavoro degli agenti e dei tribunali, troppo spesso impegnati a controllare chi coltiva o detiene piccoli quantitativi di cannabis ad uso personale o terapeutico, da tralasciare compiti più importanti.

Una normativa più progressista sulla cannabis, inoltre, consentirebbe a un maggior numero di persone di utilizzare il cannabidiolo per disturbi di lieve entità, senza dover ricorrere a farmacie psicofarmaci.

Ultimo ma non meno importante, ci sarebbe un incremento del lavoro rilevante, con l’impiego di un numero crescente di addetti alla produzione e alla sua commercializzazione.

In quali Stati la cannabis è legale?

Paese che vai usanza che trovi. Sul tema della cannabis non esiste detto che descriva la situazione mondiale in maniera migliore di questo. Prendendo una mappa delle norme sulla marijuana, infatti, gli atteggiamenti degli stati sono molto differenti. Si va da paesi in cui è  considerata illegale a paesi che ne consentono l’uso a scopi medici o ricreativi.

Ma quali sono gli Stati in cui è la cannabis è legale?

Ecco una lista:

  • Uruguay: lo stato sudamericano vanta una situazione di grande libertà poiché la produzione e la vendita della cannabis sono monopolio dello stato. La normativa, per di più, riconosce a tutti i maggiorenni iscritti all’albo la libertà di consumare cannabis.
  • Corea del Nord: l’uso della cannabis è tollerato.
  • Australia: dopo aver legalizzato la cannabis a uso terapeutico, il governo sta aprendo anche all’uso per scopri ricreativi.
  • Canada: nel paese è consentito vendere e consumare cannabis a scopo ricreativo, coltivare le piante di cannabis a uso personale.
  • Stati Uniti: in alcuni stati è consentito l’uso a scopo terapeutico e ricreativo (Colorado, Stato di Washington, Alaska, Oregon, Washington D.C., California, Massachusetts, Maine, Vermont).
  • Cile: è consentito sia l’uso terapeutico che ricreativo.
  • Argentina: legale esclusivamente il possesso fino a 5 grammi di infiorescenze essiccate per uso privato. Legale l'uso per scopi terapeutici..
  • Messico: Legale il possesso fino a 28 grammi e autorizzata l’autoproduzione per il consumo personale o a beneficio delle associazioni dei fumatori..
  • Giamaica: si possono possedere fino a 56 grammi di cannabis ed è consentita una produzione di 5 piante.
  • Lussemburgo: ha legalizzato le attività legate alla produzione al consumo di cannabis.
  • Malta: ai maggiorenni è consentito l’uso a scopo ricreativo.
  • Repubblica ceca: è legale possedere fino a 15 grammi di marijuana, è anche legale coltivare questa specie vegetale per uso personale.
  • Austria: l’uso a scopo terapeutico è legale.
  • Portogallo: lo Stato ha depenalizzato completamente il consumo delle sostanze stupefacenti.

Quindi, per tirare le fila, quali sono le differenze tra la Cannabis e la Cannabis legale?

Cannabis vs Cannabis legale

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La Cannabis, o in qualsiasi modo la chiami, dà una serie di effetti che possono essere sia negativi che positivi. In generale è ancora illegale ma alcuni Paesi stanno iniziando a legalizzarla per usi sia ricreativi che medici.

La principale differenza è che quella illegale è stupefacente perché contiene alte concentrazioni di THC che è la sostanza psicoattiva, questo la rende pericolosa per la salute.

La marijuana legale, invece, non ha effetti psicoattivi, il principale enzima presente è il CBD che favorisce il sonno, riduce l’ansia e può portare benefici sia fisici che psicologici. Per esempio, l’olio di CBD è ben tollerato anche ad alte dosi, è considerato completamente naturale ed è un ottimo rimedio contro infiammazioni e dolori.

Gli effetti collaterali sono alquanto trascurabili, potrebbe lasciare la bocca leggermente secca o provocare sonnolenza e relax, ma questi ultimi sono gli effetti desiderati da chi si avvicina a questo mondo. L’importante è essere perfettamente a conoscenza del prodotto che si usa e assumerlo con totale consapevolezza.

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Fonti mediche e istituzionali

PubMed®

PubMed® è un servizio ricco di informazioni offerto dalla Biblioteca Nazionale di Medicina. Fornisce indicazioni sulle pubblicazioni scientifiche e ricche sintesi di articoli presi da riviste di carattere medico scientifico.

Sito web: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/

Centro di compensazione dell'NCCIH

L'NCCIH Clearinghouse fornisce informazioni sull'NCCIH e sugli approcci sanitari complementari e integrativi, comprese le pubblicazioni e le ricerche nei database federali della letteratura scientifica e medica.

Sito web: https://nccih.nih.gov/

Conosci la scienza

NCCIH e NIH (National Institutes of Health) sono canali grazie ai quali è possibile ottenere informazioni scientifiche in modo chiaro e comprensibile.

Comprensione degli studi clinici (NIH)

Senato della Repubblica

Il sito web del Senato fornisce informazioni accurate sulle attività in corso. All’interno delle pagine sono disponibili anche i testi dei disegni di legge in attesa di approvazione.

Disegno di Legge n. 2038

Sito web: https://www.senato.it/home

Ema

L'Agenzia europea per i medicinali (EMA) è un'agenzia decentralizzata dell'Unione europea che ha la responsabilità sulla valutazione scientifica, la supervisione e il monitoraggio della sicurezza dei medicinali nell'UE.

Informazioni su Epidyolex

Sito web: https://www.ema.europa.eu/en

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