La cannabis legale
C'è ancora un po' troppa disinformazione riguardo alla cannabis light o marijuana legale e, ancora oggi, si tende a confondere la cannabis dalla cannabis legale.
Il principale componente della cannabis legale è il cannabidiolo, uno dei più di 60 cannabinoidi presenti nella pianta di canapa. Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel trattamento di dolori come l'emicrania, cervicale, fibromialgia, artrite e altri. Inoltre, migliora il sonno e riduce ansia e attacchi di panico. Sempre più spesso, la cannabis light viene impiegata dai medici anche in terapie per malattie più complesse, ad esempio la sclerosi multipla, l'epilessia e persino il cancro, con risultati promettenti.
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Gli effetti del CBD
Il cannabidiolo (CBD), fitocannabinoide non psicoattivo della Cannabis sativa, presenta un profilo farmacologico complesso che merita un'analisi oggettiva basata sull'evidenza scientifica attuale. Contrariamente a claim commerciali spesso esagerati, la ricerca rivela un panorama più sfumato di ciò che comunemente viene riportato.
Per quanto riguarda ansia e depressione, una meta-analisi recente su 316 partecipanti ha mostrato un effetto significativo nella riduzione dell'ansia (Hedges' g = -0.92) [1], mentre uno studio clinico su 72 pazienti ha documentato miglioramenti nel 79,2% dei casi entro il primo mese [2].
L'attività analgesica e antinfiammatoria mostra risultati promettenti. Gli studi preclinici dimostrano efficacia attraverso l'interazione con recettori TRPV1, TRPA1 e vie adenosinergiche [3]. Una revisione sistematica indica riduzioni del dolore cronico del 42-66% in alcuni studi [5], ma la metodologia spesso presenta limitazioni significative.
Le proprietà antiossidanti sono documentate a livello preclinico mediante modulazione dello stress ossidativo e inibizione della perossidazione lipidica [6]. Tuttavia, la traduzione clinica di questi effetti richiede ulteriori conferme.
Riguardo all'attività antitumorale, i dati sono prevalentemente preclinici. Il CBD induce apoptosi e arresto del ciclo cellulare attraverso l'inibizione delle vie PI3K/AKT/mTOR e l'attivazione di caspasi [7].
Gli studi su glioblastoma mostrano tassi di sopravvivenza migliorati quando il CBD viene combinato con il temozolomide [8], mentre ricerche sul carcinoma polmonare non a piccole cellule documentano effetti sulla resistenza al cisplatino [9].
Un trial preliminare ha riportato risposte nel 92% di 119 pazienti con tumori solidi [10], ma la qualità metodologica di molti studi rimane insufficiente per conclusioni definitive.
Dalla pianta ai prodotti
È possibile trovare il CBD in tutte le varietà di cannabis, sia nelle varietà che contengono elevati valori di THC, sia in quelle specificatamente coltivate per avere un alto valore di CBD con THC nei limiti di legge. In sostanza quelle che poi danno vita alla cannabis legale.
Il CBD, naturalmente presente nelle infiorescenze di erba legale, viene estratto ed inserito nei prodotti che oggi è possibile acquistare legalmente sul mercato, sia online che da rivenditori, come CBD Oil e tisane con CBD.
Il CBD è psicoattivo?
No! A differenza della tipica cannabis olandese, la cannabis legale, quindi quella con un valore di THC inferiore allo 0,5%, non ha effetti psicotropi. Ecco perché è conosciuta anche come “la marijuana che non sballa”.
Il CBD non ha un effetto psicoattivo, quindi quando viene assunto non si avverte nessun cambiamento a livello mentale. Ad alterare questi parametri è un altro cannabinoide derivante dalla pianta della cannabis, il THC, il quale per via delle sue proprietà psicoattive se assunto in alte concentrazioni provoca alterazioni di umore portando anche, in alcuni casi, a stati d’ansia.
Con il CBD questo non può accadere, perché la vera proprietà di questo cannabinoide è di essere fortemente rilassante e di offrire innumerevoli benefici per il corpo.
Il CBD ha effetti collaterali?
La risposta è NO ed è ben tollerato! ❌
È dimostrato che il CBD è ben tollerato e sicuro anche ad alte dosi. Per esempio, l’olio di CBD viene considerato un naturale rimedio contro infiammazioni e dolori con pochissimi effetti collaterali se così si possono definire: potrebbe lasciare la bocca lievemente secca, oppure può provocare sonnolenza, un completo stato di relax, ma più che un effetto collaterale è l’effetto ricercato espressamente dagli utenti che si avvicinano al mondo della cannabis legale.

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La cannabis light è legale in Italia?
Prima di questo cambiamento normativo, la marijuana light con concentrazione inferiore allo 0,6% di THC era considerata legale secondo la legge 242/2016, che aveva regolamentato la coltivazione della canapa industriale.
Il decreto sicurezza ha vietato completamente la produzione e commercializzazione delle infiorescenze di canapa, anche quelle con THC inferiore allo 0,2%.
Tuttavia, la Cassazione a Sezioni Unite, con una storica sentenza del 2019, aveva chiarito che le infiorescenze di canapa industriale potevano essere commercializzate purché prive di efficacia drogante, precisando che la canapa coltivata nel rispetto della legge 242/2016, per definizione, non possiede tali effetti. Questa interpretazione aveva quindi legittimato la vendita delle infiorescenze a basso contenuto di THC, fornendo un orientamento chiaro sia agli operatori del settore sia ai consumatori.
L’associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI) sta promuovendo diverse azioni legali per sollevare la questione di legittimità e di costituzionalità del decreto sicurezza. L’associazione ha già presentato ricorsi e sta predisponendo istanze per la rimessione alla Corte Costituzionale, evidenziando come il divieto assoluto sulle infiorescenze di canapa industriale contrasti con i principi costituzionali come quello della libera concorrenza e con il diritto alla libertà d’impresa

Confronto con l'Europa
Questa discrepanza ha creato un paradosso: mentre l'Italia vieta le infiorescenze, i cittadini italiani possono continuare ad acquistare prodotti CBD dall'estero grazie alle norme comunitarie. Il governo ha sostanzialmente consegnato il monopolio del mercato nazionale ai produttori stranieri, penalizzando un settore che contava circa 3.000 aziende e un giro d'affari di 500 milioni di euro.
La normativa italiana sembra quindi in contrasto con i principi europei di libera circolazione. proprio per questo, l’associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI) ha denunciato la questione alla Commissione Europea, segnalando come il decreto possa configurare una violazione del diritto dell’Unione e richiedendo l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia per tutelare le imprese e il mercato interno.
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Riferimenti scientifici:
[2] pmc.ncbi.nlm.nih.gov
[3] thelancet.com
[4] sciencedirect.com
[5] pmc.ncbi.nlm.nih.gov
[6] ncbi.nlm.nih.gov
[7] nature.com
[8] pmc.ncbi.nlm.nih.gov
[9] insidescientific.com
[10] pmc.ncbi.nlm.nih.gov















