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Il CBD può far regredire la psoriasi?

16 Luglio 2025 alle 12:06
Tempo di lettura: 8 min

CBD psoriasi

Negli ultimi anni, noi di Crystalweed abbiamo osservato un fenomeno interessante: sempre più persone ci contattano chiedendo informazioni sul CBD per trattare la psoriasi. Non è una curiosità passeggera - dietro a queste domande c'è spesso la disperazione di chi ha provato di tutto senza successo.

La scorsa settimana una cliente ci ha raccontato di aver speso migliaia di euro in cure, creme e terapie varie. "Sono disposta a provare anche l'acqua benedetta," ci ha detto con un sorriso amaro. Ecco, forse l'acqua benedetta no, ma il cannabidiolo potrebbe davvero rappresentare una svolta interessante. Ne abbiamo parlato anche in questo articolo:

CBD rimedio naturale per acne e psoriasi.

La psoriasi non è "solo" un problema estetico. 

Chiunque ne soffra lo sa bene. La psoriasi è una malattia autoimmune cronica che può trasformare la vita quotidiana in un incubo fatto di prurito, dolore e imbarazzo sociale. Le placche rossastre e squamose che compaiono sulla pelle sono solo la punta dell'iceberg di un'infiammazione sistemica che coinvolge tutto l'organismo. Le proprietà antinfiammatorie del CBD si sono dimostrate molto valide nella riduzione dei sintomi della psoriasi.

Cosa succede davvero nella psoriasi?

Prima di esplorare come far regredire la psoriasi con il CBD, dobbiamo capire cosa accade nel nostro corpo quando questa malattia si manifesta. 

La psoriasi è fondamentalmente un'accelerazione anomala del ricambio cellulare della pelle, combinata con una risposta infiammatoria eccessiva del sistema immunitario.

In condizioni normali, le cellule della pelle (i cheratinociti) si rinnovano in circa 28 giorni. Nella psoriasi, questo processo viene compresso in 3-4 giorni. Il risultato? Le cellule si accumulano sulla superficie, formando quelle caratteristiche placche spesse e argentate che tutti conosciamo.

Ma c'è di più. La ricerca ha identificato specifici marcatori genetici, come variazioni nell'allele HLA-Cw6, che predispongono alla malattia. I fattori ambientali quali stress, infezioni e alcuni farmaci possono poi scatenare o peggiorare i sintomi. È un puzzle complesso dove ogni pezzo influenza gli altri.

Quello che rende la psoriasi particolarmente insidiosa è la sua natura sistemica. Chi ne soffre ha un rischio maggiore di sviluppare artrite psoriasica, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. È come se l'infiammazione cronica aprisse la strada a una cascata di problemi di salute.

Gli effetti del CBD sulla pelle: cosa dice la scienza

Qui entriamo nel territorio affascinante della ricerca scientifica. Il CBD per la psoriasi non è più solo un'ipotesi teorica - abbiamo studi concreti che mostrano meccanismi d'azione specifici e risultati misurabili. 

In questo articolo ne esamineremo diversi.

Come interagisce il CBD con il corpo umano?

Il cannabidiolo agisce attraverso il sistema endocannabinoide (ECS), una rete di recettori presente in tutto il corpo, inclusa la pelle. Questo sistema, scoperto negli anni '90, è coinvolto nella regolazione di dolore, infiammazione, umore e, cosa fondamentale per noi, nell'omeostasi cutanea.

I recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide sono stati identificati nei tessuti cutanei, e la loro attivazione sembra influenzare processi cruciali quali proliferazione cellulare, differenziazione e risposta immunitaria. Quando questi meccanismi si alterano, possono svilupparsi diverse condizioni dermatologiche, psoriasi inclusa.

Ma passiamo ai fatti concreti. Gli effetti del CBD sulla pelle psoriasica sembrano articolarsi su 4 fronti principali: 

  • riduzione dell'infiammazione; 
  • modulazione della risposta immunitaria; 
  • regolazione della proliferazione dei cheratinociti;
  • controllo dei sintomi neuroinfiammatori come prurito e dolore.

Il CBD interferisce con la produzione di citochine pro-infiammatorie quali TNF-α, IL-1β e IL-6 - le stesse molecole che nelle terapie biologiche vengono bloccate con farmaci che costano migliaia di euro al mese. 

Contemporaneamente, il cannabidiolo sembra spingere il sistema immunitario a cambiare strategia: invece di mantenere una risposta aggressiva e infiammatoria (quella che i ricercatori chiamano Th1), lo orienta verso una modalità più equilibrata e antinfiammatoria (Th2). Si, il CBD è un antinfiammatorio naturale molto potente.

CBD e psoriasi: i meccanismi d'azione

Il potere del CBD sta nella sua capacità di agire su più fronti contemporaneamente. 

Non è un approccio a "colpo singolo" di molti farmaci tradizionali, ma piuttosto una strategia multitarget che affronta la complessità della psoriasi.

Il cannabidiolo agisce come antagonista del recettore GPR55, coinvolto nei processi infiammatori. Bloccando questo recettore, potrebbe ridurre l'infiammazione nelle lesioni psoriasiche. Parallelamente, attiva i recettori TRPV1, quelli responsabili della percezione di dolore, calore e prurito - sintomi che chi soffre di psoriasi conosce fin troppo bene.

Un meccanismo particolarmente interessante riguarda l'attivazione del PPAR-gamma, un recettore nucleare coinvolto nel metabolismo lipidico e nella regolazione dell'infiammazione. Quando il CBD stimola questo recettore, si osserva una normalizzazione della proliferazione e differenziazione dei cheratinociti - esattamente quello che serve per far regredire la psoriasi.

Gli studi in vitro hanno mostrato che cannabinoidi quali CBD, CBG e persino THC inibiscono la proliferazione dei cheratinociti in modo dose-dipendente. Wilkinson e Williamson hanno testato questi composti su linee cellulari iperproliferanti, scoprendo che tutti mostravano attività antiproliferativa, con CBD e CBG che emergevano come i più efficaci.

Ma ecco dove diventa interessante: il CBD non si limita a frenare la proliferazione cellulare. Promuove anche la produzione di proteine fondamentali per la salute della pelle, chiamate involucrina e filaggrina, che aiutano le cellule cutanee a svilupparsi nel modo giusto. Invece di ammassarsi caoticamente formando quelle fastidiose placche, i cheratinociti riescono a completare il loro normale ciclo di maturazione.

L'evidenza clinica: cosa mostrano gli studi

Gli studi clinici su CBD e psoriasi, pur essendo ancora limitati, stanno fornendo dati incoraggianti che ci fanno ben sperare per il futuro.

Un caso particolare che ci ha colpito riguarda l'uso di formulazioni topiche contenenti CBD e CBG al 15%. Due pazienti trattati per sei settimane hanno mostrato miglioramenti del 16% e 33% rispettivamente, misurati con scale cliniche standardizzate. Quello che è interessante è l'effetto dose-dipendente: la formulazione al 3% non ha mostrato benefici significativi, mentre quella al 15% ha prodotto risultati tangibili.

Un altro studio ha utilizzato uno shampoo contenendo 0,075% di CBD ad ampio spettro per trattare psoriasi del cuoio capelluto. Dopo soli 14 giorni di uso quotidiano, i ricercatori hanno osservato riduzioni significative di eritema, desquamazione, prurito e bruciore. Nessun effetto collaterale è stato riportato - un dettaglio non trascurabile considerando che molti trattamenti tradizionali per la psoriasi possono causare irritazione o altri problemi.

Particolarmente interessante è il caso riportato da Friedman e colleghi: un paziente trattato con un regime completo di prodotti a base di THC (crema, sapone e olio per capelli) ha riferito miglioramenti visibili già dopo due giorni. Sette mesi dopo, continuava a usare i prodotti per mantenimento, segno che i benefici si erano mantenuti nel tempo.

La ricerca in vitro di Sangiovanni ha dimostrato che estratti di Cannabis sativa standardizzati in CBD sono in grado di inibire il rilascio di mediatori dell'infiammazione attraverso l'inibizione del pathway NF-κB - una delle vie di segnalazione più importanti nell'infiammazione cutanea.

Come far regredire la psoriasi?

Ora arriviamo alla domanda del titolo: come si usa concretamente il CBD per la psoriasi? Non esiste una risposta univoca, ma possiamo basarci sui dati disponibili per fornire indicazioni ragionevoli.

Le formulazioni topiche sembrano essere l'approccio più promettente per come far regredire la psoriasi. Creme, unguenti e oli permettono di applicare il CBD direttamente sulle lesioni, concentrando l'effetto dove serve maggiormente. Le concentrazioni studiate variano dallo 0,075% fino al 15%, con evidenze che suggeriscono un effetto dose-dipendente.

Quello che abbiamo imparato dalla nostra esperienza con Crystalweed e PlantaDea è l'importanza della costanza. I cannabinoidi non sono farmaci "prendi e guarisci" - richiedono tempo per accumularsi nei tessuti e modulare i processi infiammatori. Le persone che riportano i migliori risultati sono quelli che applicano i prodotti regolarmente, spesso due volte al giorno, per almeno 4-6 settimane. Abbiamo raccolto varie testimonianze che mostrano ottimi risultati.

La formulazione fa la differenza. Il CBD deve essere veicolato in una base che permetta l'assorbimento cutaneo efficace. Oli vettore come quello di cocco frazionato (MCT), jojoba o canapa sembrano funzionare bene. Alcuni studi hanno usato con successo formulazioni in vaselina, mentre altri hanno preferito basi più leggere e assorbibili.

Un aspetto che spesso viene sottovalutato è l'importanza dell'effetto entourage. I prodotti che contengono non solo CBD ma anche altri cannabinoidi come CBG, CBC o persino piccole quantità di THC (dove legalmente permesso) potrebbero essere più efficaci rispetto alle formulazioni con CBD isolato.

Gli effetti del CBD sulla pelle: oltre la psoriasi

Mentre esploriamo il CBD per la psoriasi, vale la pena allargare lo sguardo agli effetti del CBD sulla pelle in generale. 

La ricerca sta dimostrando che il cannabidiolo può essere utile in diverse condizioni dermatologiche, non solo nella psoriasi.

L'azione antiossidante del CBD è particolarmente rilevante per la salute cutanea. Uno studio ha mostrato che il CBD, specialmente dopo esposizione ai raggi UVA, si accumula nelle membrane dei cheratinociti e riduce le modificazioni ossidative dei fosfolipidi. Questo potrebbe spiegare perché molte persone riportano benefici nell'uso del CBD per proteggere la pelle dai danni ambientali.

Il sistema endocannabinoide cutaneo regola costantemente proliferazione, differenziazione e sopravvivenza delle cellule della pelle, oltre alla competenza immunologica. Quando questo equilibrio si altera, possono svilupparsi non solo psoriasi, ma anche acne, dermatiti allergiche, seborrea, disturbi della crescita dei capelli e persino alcuni tipi di tumori cutanei.

Gli effetti del CBD sulla pelle sembrano estendersi anche alla modulazione della produzione di sebo. Questo potrebbe spiegare perché alcune persone trovano benefici nell'uso di prodotti a base di CBD per problemi di pelle grassa o acne, anche se questi non erano gli obiettivi primari del trattamento.

Le sfide e le prospettive future

Nonostante l'entusiasmo crescente, dobbiamo essere onesti sui limiti attuali del CBD per la psoriasi. La ricerca è ancora agli inizi, e molte domande rimangono senza risposta.

Non abbiamo ancora protocolli standardizzati per dosaggio, frequenza di applicazione o durata del trattamento. 

La variabilità individuale è enorme: quello che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. Fattori quali gravità della psoriasi, localizzazione delle lesioni, presenza di comorbidità e persino variazioni genetiche potrebbero influenzare la risposta al trattamento.

Un aspetto che ci preoccupa come operatori del settore è la qualità estremamente variabile dei prodotti disponibili sul mercato. Non tutti i prodotti contenenti CBD sono uguali, e la mancanza di standardizzazione può portare a risultati deludenti o, peggio, a effetti indesiderati. Ecco perché consigliamo agli utenti di acquistare solo prodotti altamente controllati come i nostri.

Conclusione

Guardando avanti, siamo ottimisti ma realisti. Gli studi preliminari sono promettenti, ma abbiamo bisogno di trial clinici più ampi e rigorosi per stabilire definitivamente l'efficacia del CBD per la psoriasi e come far regredire la psoriasi in modo sicuro ed efficace.

Le ricerche future dovranno anche esplorare combinazioni sinergiche. Potrebbero i cannabinoidi funzionare meglio in combinazione con terapie tradizionali? Ci sono potenziali interazioni con farmaci immunosoppressori? Questi sono aspetti da chiarire.

Un'area particolarmente interessante è quella delle formulazioni innovative. Sistemi di rilascio transdermico avanzati, nanoparticelle lipidiche o persino patch a rilascio controllato potrebbero migliorare drasticamente l'efficacia del CBD topico, sia come olio di CBD che come creme o unguenti al CBD.

In conclusione, mentre non possiamo ancora affermare categoricamente che il CBD per la psoriasi sia una cura definitiva, i dati disponibili suggeriscono che potrebbe rappresentare una valida opzione terapeutica complementare. 

Come sempre in medicina, l'approccio migliore è quello di una discussione aperta con medici qualificati, combinando le evidenze scientifiche disponibili con le esigenze individuali di ogni paziente.

La strada è ancora lunga, ma i primi passi sono stati compiuti. E per chi soffre di psoriasi e ha provato tutto senza successo, anche una speranza ben fondata scientificamente può fare la differenza.

In questa intervista al Dott. Albanesi sul CBD approfondiamo proprio la forza del cannabidiolo nel trattare patologie della pelle come la psoriasi.

Fonti Scientifiche:

The Perspective of Cannabidiol in Psoriasis Therapy

Fonti Scientifiche:

[1] The Perspective of Cannabidiol in Psoriasis Therapy.

Alessandro Aru

Founder di Wonder Channel ed Head of Marketing di Crystalweed, amo curare i contenuti sul CBD e posso raccontare la mia esperienza come paziente affetto da rettocolite ulcerosa che ha trovato enormi benefici attraverso l'applicazione dei prodotti con CBD, ovviamente sotto consiglio del medico.

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