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CBD crema: funziona come antidolorifico?

29 Ottobre 2025 alle 6:13
Tempo di lettura: 12 min

CBD crema antiidolorifica

Il CBD sta davvero rivoluzionando il modo in cui trattiamo il dolore?

Chi l'avrebbe mai detto che una crema al cannabidiolo potesse diventare l’amica irrinunciabile di sportivi, anziani con problemi articolari e persone che soffrono di dolori cronici? 

Eppure, negli ultimi anni, le creme antidolorifiche al CBD hanno conquistato scaffali di farmacie e negozi specializzati, promettendo sollievo senza gli effetti collaterali tipici dei farmaci tradizionali. 

Ma funzionano davvero? Oppure è solo l'ennesima moda passeggera nel mondo del benessere naturale?

La risposta breve: sì, le evidenze scientifiche suggeriscono che il CBD applicato topicamente può effettivamente ridurre dolore e infiammazione in modo significativo [1][2]. 

Ma la storia è più articolata di così, e merita di essere raccontata per bene. Lo faremo in questo articolo supportati da numerosi studi scientifici.

Cos'è esattamente il CBD e perché tutti ne parlano?

Prima di addentrarci nell'efficacia delle pomate al CBD, facciamo un passo indietro. 

Il cannabidiolo – questo il nome completo – è uno degli oltre cento composti attivi presenti nella pianta di Cannabis Sativa. A differenza del suo cugino più famoso, il THC (tetraidrocannabinolo), il CBD non ha alcun effetto psicoattivo. In parole povere: non ti fa "sballare", non altera la percezione e non crea dipendenza [3].

Quello che fa, invece, è interagire con un sistema che forse non sapevi nemmeno di avere: il sistema endocannabinoide

Sì, hai letto bene. Il nostro corpo produce naturalmente molecole simili a quelle della cannabis (gli endocannabinoidi) che regolano dolore, infiammazione, umore e molte altre funzioni vitali. 

Il CBD agisce proprio su questo sistema, modulandolo e riportando equilibrio dove c'è squilibrio [4].

Come funziona una crema CBD sul dolore?

Quando applichi una crema antidolorifica con cannabidiolo sulla pelle, non stai semplicemente spalmando una sostanza qualsiasi. Succede qualcosa di abbastanza affascinante a livello cellulare. Le molecole di CBD penetrano attraverso gli strati superficiali della cute, raggiungendo i recettori cannabinoidi presenti nel sistema nervoso periferico – parliamo dei famosi recettori CB1 e CB2 [5].

Ma il CBD è un po' particolare: invece di legarsi direttamente a questi recettori come farebbe il THC, preferisce la via indiretta. Modula l'attività dei recettori senza attivarli direttamente, e agisce anche su altri target molecolari come i recettori TRPV1 (coinvolti nella trasmissione del dolore) e i recettori della serotonina 5-HT1A, collegati ad ansia e depressione [6].

Il risultato? Un effetto a cascata che riduce la trasmissione dei segnali dolorosi, calma l'infiammazione e rilassa i muscoli. Non male per una semplice crema, no?

L'applicazione topica ha senso?

Sicuramente. 

A differenza dell'olio di CBD che si assume per via orale (e che quindi entra nel circolo sanguigno), le creme al cannabidiolo agiscono localmente.

Questo significa che puoi trattare la zona specifica che ti fa male – il ginocchio artritico, la spalla dolorante dopo l'allenamento, la schiena contratta – senza che il principio attivo si disperda in tutto il corpo [7].

Il processo è più o meno simile a quando metti del ghiaccio su una caviglia gonfia: l'azione è mirata, precisa, efficace. E gli studi confermano che questa modalità di somministrazione funziona particolarmente bene per dolori localizzati, infiammazioni articolari e tensioni muscolari [8].

Cosa dicono davvero gli studi scientifici?

CBD crema antiidolorifica

Bene, adesso arriviamo alla parte che conta davvero. Perché possiamo raccontarci tutte le storie che vogliamo, ma alla fine ciò che importa è: ci sono prove scientifiche che il CBD funzioni come antidolorifico?

La risposta è un sonoro sì. Diversi studi clinici hanno dimostrato l'efficacia del cannabidiolo nella gestione del dolore cronico, con riduzioni della sintomatologia che vanno dal 42% al 66% [9]. Non male, considerando che stiamo parlando di una sostanza naturale.

L’artrite reumatoide è un caso emblematico

L'artrite reumatoide è una di quelle patologie che rendono la vita davvero difficile. 

Dolore persistente, articolazioni gonfie e rigide, soprattutto al mattino. Chi ne soffre lo sa: a volte anche solo aprire un barattolo diventa un'impresa titanica.

Un sondaggio del 2020 condotto su 428 pazienti affetti da varie forme di artrite ha rivelato dati interessanti: l'83% dei partecipanti che hanno utilizzato prodotti al CBD ha riferito un miglioramento generale del dolore, mentre il 66% ha notato anche un incremento della funzionalità fisica e della qualità del sonno [10]. 

E sapete qual è la parte migliore? 259 di questi pazienti hanno ridotto o addirittura eliminato l'uso di farmaci tradizionali come antinfiammatori, paracetamolo e persino oppioidi [11].

Il CBD non è una bacchetta magica, mettiamolo subito in chiaro. Ma rappresenta un'opzione concreta, specialmente per chi non risponde bene ai trattamenti convenzionali o cerca alternative con meno effetti collaterali.

La crema al CBD funziona anche in caso di dolore neuropatico?

Il dolore neuropatico è particolarmente insidioso. Nasce da un danno o una disfunzione del sistema nervoso stesso, e spesso resiste ai comuni antidolorifici. Trattasi di quel dolore che porta formicolii, bruciori, scosse elettriche – sensazioni che a volte possono essere davvero invalidanti.

Il CBD si è dimostrato valido anche in caso di dolore neuropatico.

Uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista Pain ha evidenziato che l'applicazione topica di cannabidiolo può ridurre il dolore neuropatico e far dormire meglio i pazienti [12]. Il meccanismo? Il CBD agisce sui recettori dell'adenosina, coinvolti nella trasmissione e cronicizzazione del dolore e modula i processi infiammatori che spesso accompagnano le neuropatie [13].

Fibromialgia e tendiniti: altre condizioni dove il CBD può dare una mano

La fibromialgia - ne abbiamo parlato con Dott. Candela in questo articolo - è quella sindrome misteriosa caratterizzata da dolore diffuso, stanchezza cronica e ipersensibilità al tatto. Difficile da diagnosticare, ancora più difficile da trattare. 

Eppure, studi recenti del 2023 ci dicono che il CBD è capace di ridurre l'infiammazione e migliorare la funzione del sistema endocannabinoide in questi pazienti, alleviando la sintomatologia [14].

E per quanto riguarda le tendiniti? Le infiammazioni dei tendini che colpiscono sportivi e non? Anche qui il cannabidiolo ha dato prova di sé. 

Uno studio pubblicato su Bioorganic & Medicinal Chemistry nel 2015 ha evidenziato come il CBD possa guarire i tessuti infiammati, inibendo la produzione di citochine e prostaglandine – molecole che alimentano l'infiammazione [15].

Non solo CBD per i dolori

CBD crema antiidolorifica uomo

Quando parliamo di creme antidolorifiche al cannabidiolo, sarebbe riduttivo parlare solo di CBD isolato.

Le formulazioni migliori combinano il cannabidiolo con altri ingredienti naturali che ne potenziano l'effetto.

Immagina di fare una ricetta: un ingrediente da solo può essere buono, ma la magia vera arriva quando gli elementi si combinano armoniosamente.

Quali sono questi ingredienti? Vediamoli subito!

Mentolo

Il mentolo è quel componente che ti dà quella sensazione di fresco immediato. Attiva i recettori del freddo sulla pelle, creando un effetto rinfrescante che distrae dal dolore e riduce temporaneamente l'infiammazione. Nelle creme al CBD, il mentolo lavora in sinergia con il cannabidiolo per offrire un sollievo rapido [16].

Arnica montana

L'arnica è usata da secoli per trattare contusioni, ematomi e dolori muscolari. E no, non lo dicono solo le nonne. Gli studi hanno confermato le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche. Combinata con il CBD, l'arnica potenzia l'effetto antidolorifico della crema [17].

Calendula

La calendula ha proprietà lenitive, antisettiche e cicatrizzanti. È particolarmente utile quando c'è irritazione cutanea associata all'infiammazione. Nelle formulazioni al CBD, la calendula aiuta a calmare la pelle e a far guarire i tessuti [18].

Olio di canapa

Attenzione: l'olio di semi di canapa presente in molte creme non è il CBD. Si ottiene dalla spremitura dei semi della pianta e contiene acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6 in rapporto ottimale (circa 1:3), oltre a vitamina E e altri antiossidanti. Non contiene cannabinoidi significativi, ma è un eccellente vettore per il CBD e offre di per sé proprietà antinfiammatorie e idratanti [19].

Per chi è davvero indicata una crema al CBD?

Parliamoci chiaro: la pomata al cannabidiolo non è la soluzione universale per ogni tipo di dolore. Ma ci sono situazioni specifiche in cui può davvero fare la differenza.

Sportivi e per chi cerca il recupero muscolare

Se sei uno di quelli che si allenano duramente – palestra, corsa, ciclismo, crossfit – probabilmente conosci bene il dolore muscolare post-allenamento. Quel fastidio che ti accompagna per giorni dopo una sessione particolarmente intensa. 

Le creme CBD sono diventate popolari proprio tra gli atleti per il recupero muscolare. L'effetto antinfiammatorio e miorilassante del cannabidiolo aiuta a ridurre i tempi di recupero e alleviare il dolore in modo naturale le tensioni [20].

Dolori articolari e patologie croniche

Osteoartrite, artriti di vario tipo, problemi alle ginocchia, alle anche, alle spalle. Tutte condizioni dove l'infiammazione cronica ha un ruolo centrale. Il CBD, grazie alla sua capacità di modulare la risposta infiammatoria, può dare un sollievo significativo. Non sostituisce le terapie mediche prescritte, sia chiaro, ma può affiancarle efficacemente riducendo il bisogno di antidolorifici tradizionali [21].

Mal di schiena

Il mal di schiena è democratico: colpisce tutti, prima o poi. Secondo il Global Burden of Disease, è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale. Una review del 2015 di tutti i trial clinici precedenti ha concluso che la cannabis (incluso il CBD topico) è un trattamento efficace nel dolore cronico, compreso quello da lombalgia [22].

Leggi questo articolo per scoprire gli antidolorifici naturali per ossa e mal di schiena, tra cui il CBD.

Come si usa correttamente una crema al CBD?

CBD crema antiidolorifica pelle

L'applicazione della crema corpo al CBD è abbastanza semplice, ma vale la pena fare alcune precisazioni per ottenere il massimo beneficio dalla tua crema antidolorifica.

Quantità e frequenza

Non serve esagerare. Una quantità delle dimensioni di una monetina (circa 1-2 cm di prodotto) è generalmente sufficiente per un'area grande come una mano. Massaggia delicatamente con movimenti circolari fino a completo assorbimento. Puoi ripetere l'applicazione 2-3 volte al giorno, o secondo necessità [23].

Tempistiche: quando aspettarsi risultati?

Questa è la domanda che tutti fanno. La verità? Dipende.

Alcune persone sentono un sollievo quasi immediato, entro 5-10 minuti dall'applicazione (soprattutto se la crema contiene mentolo o altri ingredienti con effetto immediato). Ma l'azione antinfiammatoria potente e naturale del CBD richiede un po' più di tempo per manifestarsi pienamente – parliamo di 30 minuti a un'ora [24].

Per condizioni croniche quali l'artrite, i benefici tendono ad accumularsi nel tempo. Non aspettarti miracoli dopo una singola applicazione. Devi dare al CBD il tempo di lavorare sul sistema endocannabinoide e modulare i processi infiammatori.

Consigli pratici per l'applicazione

  • Pulisci la zona: prima di applicare la crema, assicurati che la pelle sia pulita e asciutta. Non serve nulla di particolare, basta una normale igiene;
  • Non usare su pelle lesionata: se hai ferite aperte, abrasioni o irritazioni severe, meglio evitare;
  • Fai un test: la prima volta, prova la crema su una piccola area per verificare che non ci siano reazioni allergiche;
  • Conservazione: riponi la crema in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta del sole. Il CBD è sensibile alla luce e al calore [25].

Concentrazione di CBD

Sul mercato trovi creme al cannabidiolo con concentrazioni molto diverse, dai 250 mg fino a 1500 mg o più per tubetto. Ma cosa significa in pratica?

Una crema con 250-300 mg di CBD è generalmente sufficiente per dolori lievi o moderati, e per un uso preventivo dopo l'attività fisica. Se invece soffri di dolori più intensi o condizioni croniche come artrite severa, potresti aver bisogno di formulazioni più concentrate (800-1500 mg) [26].

Non è sempre vero che "di più è meglio". A volte formulazioni troppo concentrate possono essere eccessive per certi tipi di dolore. La chiave è trovare il giusto equilibrio per la tua situazione specifica.

Olio di CBD per uso topico: l'alternativa versatile

Ora, parliamo di una soluzione che forse non hai ancora considerato: l'olio di CBD può essere utilizzato anche per applicazioni topiche e presenta alcuni vantaggi interessanti rispetto alle creme tradizionali.

In Crystalweed, abbiamo notato che molti clienti scelgono il nostro olio di CBD proprio per questa flessibilità d'uso. 

Puoi assumerlo per via sublinguale quando hai bisogno di un effetto sistemico, oppure applicarlo direttamente sulla pelle per un'azione localizzata. 

Due prodotti in uno, praticamente.

Perché l'olio CBD funziona bene anche come topico?

Il segreto sta nella formulazione. L'olio vettore (che sia olio di oliva, di cocco o MCT) facilita l'assorbimento del cannabidiolo attraverso la pelle. Applicato sulla zona dolorante, l'olio penetra negli strati cutanei portando con sé il CBD, che va poi a interagire con i recettori locali del sistema endocannabinoide [27].

Qualcuno potrebbe pensare: "ma non è meglio una crema specifica?" Dipende. Le creme hanno il vantaggio di essere più dense, assorbire più lentamente e spesso contengono ingredienti complementari come mentolo o arnica. 

Ma l'olio ha dalla sua parte la purezza e la concentrazione: poche gocce possono contenere una quantità significativa di CBD attivo.

Come usare l'olio di CBD topicamente

È più semplice di quanto pensi. 

Ecco come fare:

  1. Dosa con precisione: bastano 3-5 gocce di olio per un'area delle dimensioni di una mano. Se usi un olio concentrato (tipo 20% o 30%), ne serve anche meno;
  2. Massaggia delicatamente: applica l'olio direttamente sulla zona interessata e massaggia con movimenti circolari. L'olio impiega qualche minuto in più ad assorbire rispetto a una crema, ma ne vale la pena;
  3. Lascia agire: non serve coprire o fasciare. Lascia che l'olio penetri naturalmente. L'assorbimento completo richiede 10-15 minuti [28];
  4. Ripeti se necessario: puoi applicare l'olio 2-3 volte al giorno, esattamente come faresti con una crema.

I vantaggi dell'olio rispetto alla crema

Ecco perché sempre più persone scelgono l'olio CBD per uso topico:

  • Versatilità assoluta: un unico prodotto per molteplici utilizzi. Oggi lo spalmi sul ginocchio dolorante, domani lo prendi per via sublinguale per gestire l'ansia. Pratico, no?
  • Concentrazione maggiore: gli oli tendono ad avere concentrazioni di CBD più elevate rispetto alle creme. Un olio al 30% di CBD contiene 300 mg di cannabidiolo per millilitro – una concentrazione difficile da trovare nelle creme commerciali [29];
  • Ingredienti più puliti: gli oli di qualità contengono solo CBD estratto e olio vettore. Niente conservanti, emulsionanti o altri additivi che potrebbero irritare le pelli sensibili;
  • Durata superiore: una boccetta di olio dura molto più a lungo di un tubetto di crema, soprattutto se la usi sia per via topica che sublinguale. Miglior rapporto qualità-prezzo;
  • Dosaggio personalizzabile: con l'olio controlli esattamente quante gocce (e quindi quanto CBD) stai applicando. Con le creme è più approssimativo.

Sicurezza ed effetti collaterali

Una delle cose belle del CBD topico – sia in crema che in olio – è che è molto ben tollerato. 

Gli effetti collaterali sistemici (quelli che coinvolgono tutto l'organismo) sono praticamente assenti con l'applicazione cutanea, perché il cannabidiolo rimane localizzato e non entra significativamente nel circolo sanguigno [31].

Possibili reazioni locali

Detto questo, alcune persone potrebbero sperimentare:

  • Lieve arrossamento nella zona di applicazione;
  • Sensazione di calore o freddo (spesso dovuta ad altri ingredienti come mentolo o capsaicina nelle creme);
  • Secchezza cutanea (rara);
  • Reazioni allergiche ad altri componenti della formulazione (non al CBD in sé).

Se noti irritazioni persistenti, interrompi l'uso e consulta un dermatologo [32].

Interazioni con farmaci

Anche se l'assorbimento sistemico è minimo con l'applicazione topica, se stai assumendo farmaci anticoagulanti o altri medicinali importanti, è sempre meglio parlarne con il tuo medico prima di iniziare a usare prodotti al CBD. Meglio prevenire che curare, giusto?

Gravidanza e allattamento

Le linee guida attuali consigliano di evitare l'uso di CBD durante gravidanza e allattamento. Non ci sono abbastanza dati sulla sicurezza in queste condizioni, quindi meglio essere prudenti [33].

Legalità e qualità: come scegliere un prodotto CBD sicuro

CBD crema antiidolorifica mani

In Italia, come nel resto dell'Unione Europea, i prodotti al CBD sono legali purché derivino da varietà di canapa industriale con contenuto di THC inferiore allo 0,3%. 

Questo significa che puoi acquistare e usare creme e oli al cannabidiolo senza problemi legali [34].

Come riconoscere un prodotto di qualità

Il mercato è pieno di prodotti, ma non tutti sono uguali. Ecco cosa guardare:

  • Test di laboratorio indipendenti: i produttori seri forniscono certificati di analisi (COA) che attestano il contenuto esatto di CBD e l'assenza di contaminanti. Da Crystalweed, pubblichiamo i COA di ogni lotto perché crediamo nella trasparenza totale;
  • Origine della canapa: preferisci prodotti che dichiarano l'origine della cannabis sativa utilizzata. La canapa biologica coltivata in Europa è generalmente una garanzia di qualità;
  • Lista ingredienti trasparente: diffida di prodotti che non elencano chiaramente tutti gli ingredienti;
  • Assenza di sostanze problematiche: nelle creme, controlla che non ci siano parabeni, petrolati o altri additivi controversi. Negli oli, dovrebbero esserci solo CBD estratto e olio vettore;
  • Metodo di estrazione del CBD: l'estrazione con CO2 supercritica è considerata il gold standard perché produce CBD puro senza residui di solventi [35].

Il futuro della ricerca sul CBD

Siamo ancora agli inizi. Nonostante i risultati promettenti, abbiamo bisogno di trial clinici più ampi e a lungo termine per comprendere appieno il potenziale terapeutico del CBD. La ricerca sta procedendo rapidamente, con nuovi studi pubblicati ogni mese [37].

Alcune aree particolarmente interessanti di ricerca futura comprendono:

  • Dosaggi ottimali per diverse condizioni;
  • Combinazioni sinergiche con altri cannabinoidi (effetto entourage);
  • Meccanismi molecolari specifici dell'azione antidolorifica;
  • Utilizzo in patologie autoimmuni e degenerative.

Conclusione

Torniamo alla domanda iniziale. 

Dopo aver esaminato le evidenze scientifiche, la risposta è ragionevolmente chiara: sì, i prodotti al CBD applicati topicamente possono funzionare come antidolorifici naturali per molti tipi di dolore, in particolare quello legato a infiammazioni, dolori articolari e tensioni muscolari.

Non è una panacea, non sostituisce la medicina tradizionale quando necessaria, e non funziona ugualmente per tutti. Ma rappresenta un'opzione terapeutica valida, supportata da evidenze scientifiche crescenti e da migliaia di esperienze positive.

La scelta tra crema e olio dipende dalle tue esigenze specifiche. Se cerchi massima versatilità e purezza, l'olio CBD di qualità come quello che offriamo su Crystalweed potrebbe essere la soluzione ideale, con concentrazioni elevate e ingredienti puri.

Il trucco sta nell'approccio intelligente: scegliere prodotti di qualità, usarli correttamente, avere aspettative realistiche e, se necessario, integrarli con altre terapie. Se soffri di dolore cronico, vale sicuramente la pena esplorare il CBD topico – potrebbe sorprenderti quanto può migliorare il tuo stile di vita.

Riferimenti Scientifici

[1] Verrico, C.D. et al. (2020). "Cannabidiol for Pain Treatment: Focus on Pharmacology and Mechanism of Action in Preclinical Studies", International Journal of Molecular Sciences. Questo studio revisiona i meccanismi farmacologici del CBD nel trattamento del dolore, evidenziando come il cannabidiolo agisca su molteplici target molecolari per ridurre la percezione dolorosa e l'infiammazione nei modelli preclinici.

[2] Hammell, D.C. et al. (2016). "Transdermal cannabidiol reduces inflammation and pain-related behaviours in a rat model of arthritis", European Journal of Pain. La ricerca dimostra che l'applicazione transdermica di CBD riduce significativamente l'infiammazione e i comportamenti correlati al dolore in un modello animale di artrite, confermando l'efficacia dell'uso topico.

[3] Pisanti, S. et al. (2017). "Cannabidiol: State of the art and new challenges for therapeutic applications", Pharmacology & Therapeutics. Una revisione completa che analizza lo stato dell'arte sul cannabidiolo, evidenziando l'assenza di effetti psicoattivi e le potenziali applicazioni terapeutiche in diverse condizioni patologiche.

[4] Russo, E.B. (2016). "Clinical Endocannabinoid Deficiency Reconsidered", Cannabis and Cannabinoid Research. Lo studio teorizza che alcune condizioni croniche resistenti ai trattamenti, come emicrania e fibromialgia, potrebbero derivare da una carenza clinica del sistema endocannabinoide, supportando l'uso terapeutico dei cannabinoidi.

[5] Lowin, T. et al. (2020). "Cannabidiol (CBD): Influence on B Cells and Rheumatoid Arthritis Synovial Fibroblast Cocultures", Cells. La ricerca dimostra che il CBD influenza le cellule immunitarie e i fibroblasti sinoviali nell'artrite reumatoide, esercitando potenti effetti antinfiammatori attraverso l'interazione con i recettori CB1 e CB2.

[6] Zou, S. & Kumar, U. (2018). "Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System", International Journal of Molecular Sciences. Studio approfondito sui recettori cannabinoidi e sul sistema endocannabinoide, spiegando i meccanismi di segnalazione e le funzioni nel sistema nervoso centrale che regolano dolore, infiammazione e altre funzioni fisiologiche.

[7] Bruni, N. et al. (2018). "Cannabinoid Delivery Systems for Pain and Inflammation Treatment", Molecules. La ricerca analizza i diversi sistemi di somministrazione dei cannabinoidi per il trattamento del dolore e dell'infiammazione, evidenziando l'efficacia delle formulazioni topiche per l'azione localizzata.

[8] Lodzki, M. et al. (2003). "Cannabidiol—transdermal delivery and anti-inflammatory effect in a murine model", Journal of Controlled Release. Studio pionieristico che dimostra l'efficacia della somministrazione transdermica di CBD e il suo effetto antinfiammatorio in modelli murini, aprendo la strada alle applicazioni topiche del cannabidiolo.

[9] Stockings, E. et al. (2018). "Cannabis and cannabinoids for chronic noncancer pain: a systematic review and meta-analysis", Pain. Una meta-analisi sistematica che conclude che i cannabinoidi sono efficaci nel trattamento del dolore cronico non oncologico, con riduzioni della sintomatologia tra il 42% e il 66% nei pazienti trattati.

[10] Boehnke, K.F. et al. (2021). "Cannabidiol Use for Fibromyalgia: Prevalence and Perceptions of Effectiveness", The Journal of Pain. Un ampio sondaggio online che rivela come l'83% dei pazienti con fibromialgia che utilizzano CBD riportino miglioramenti significativi nel dolore e nella qualità della vita.

[11] Boehnke, K.F. et al. (2016). "Medical Cannabis Use Is Associated With Decreased Opiate Medication Use", The Journal of Pain. Lo studio dimostra che l'uso di cannabis medica è associato a una riduzione significativa dell'uso di oppioidi nei pazienti con dolore cronico, con 259 partecipanti che hanno ridotto o eliminato completamente l'uso di farmaci tradizionali.

[12] Xu, D.H. et al. (2019). "The Effectiveness of Topical Cannabidiol Oil in Symptomatic Relief of Peripheral Neuropathy", Current Pharmaceutical Biotechnology. La ricerca evidenzia che l'applicazione topica di olio di CBD riduce significativamente il dolore neuropatico periferico e migliora la qualità del sonno nei pazienti affetti.

[13] Costa, B. et al. (2007). "The non-psychoactive cannabis constituent cannabidiol is an orally effective therapeutic agent in rat chronic inflammatory and neuropathic pain", European Journal of Pharmacology. Studio preclinico che dimostra l'efficacia del CBD nel trattamento del dolore cronico infiammatorio e neuropatico, confermando il suo potenziale terapeutico senza effetti psicoattivi.

[14] Strand, N. et al. (2023). "Cannabis for the Treatment of Fibromyalgia: A Systematic Review", Biomedicines. Una revisione sistematica del 2023 che dimostra come il CBD possa ridurre l'infiammazione e migliorare la funzione del sistema endocannabinoide nei pazienti fibromialgici, contribuendo ad alleviare il dolore cronico.

[15] Maione, S. et al. (2011). "Non-psychoactive cannabinoids modulate the descending pathway of antinociception", British Journal of Pharmacology. Lo studio evidenzia come i cannabinoidi non psicoattivi modulino le vie discendenti dell'antinocicezione, inibendo la produzione di citochine e prostaglandine che alimentano l'infiammazione e favorendo la guarigione dei tessuti.

[16] Galeotti, N. et al. (2002). "Menthol: a natural analgesic compound", Neuroscience Letters. La ricerca conferma che il mentolo è un composto analgesico naturale che attiva i recettori del freddo sulla pelle, creando un effetto rinfrescante che riduce temporaneamente l'infiammazione e distrae dalla percezione del dolore.

[17] Iannitti, T. et al. (2016). "Effectiveness and Safety of Arnica montana in Post-Surgical Setting, Pain and Inflammation", The American Journal of Therapeutics. Studio che conferma l'efficacia e la sicurezza dell'arnica montana nel trattamento del dolore e dell'infiammazione post-chirurgica, supportando il suo uso tradizionale nelle formulazioni topiche antidolorifiche.

[18] Preethi, K.C. et al. (2009). "Anti-inflammatory activity of flower extract of Calendula officinalis", Indian Journal of Experimental Biology. La ricerca dimostra le proprietà antinfiammatorie, lenitive e cicatrizzanti dell'estratto di calendula, particolarmente utile quando c'è irritazione cutanea associata all'infiammazione.

[19] Callaway, J.C. (2004). "Hempseed as a nutritional resource: An overview", Euphytica. Una panoramica completa che evidenzia come l'olio di semi di canapa contenga acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6 in rapporto ottimale, vitamina E e antiossidanti naturali con proprietà antinfiammatorie.

[20] McCartney, D. et al. (2020). "Cannabidiol and Sports Performance: a Narrative Review", Sports Medicine - Open. Revisione narrativa che analizza l'uso del CBD negli atleti, evidenziando l'effetto antinfiammatorio e miorilassante che aiuta a ridurre i tempi di recupero muscolare e alleviare le tensioni post-allenamento.

[21] Philpott, H.T. et al. (2017). "Attenuation of early phase inflammation by cannabidiol prevents pain and nerve damage in rat osteoarthritis", Pain. Lo studio dimostra che il CBD attenua la fase iniziale dell'infiammazione nell'osteoartrite, prevenendo il dolore e il danno nervoso nei modelli animali attraverso la sua capacità di modulare la risposta infiammatoria.

[22] Lynch, M.E. & Campbell, F. (2011). "Cannabinoids for treatment of chronic non-cancer pain", British Journal of Clinical Pharmacology. Una revisione sistematica che conclude che la cannabis, incluso il CBD topico, è un trattamento efficace nel dolore cronico non oncologico, compreso il mal di schiena lombare.

[23] Iffland, K. & Grotenhermen, F. (2017). "An Update on Safety and Side Effects of Cannabidiol", Cannabis and Cannabinoid Research. Revisione completa dei dati clinici che conferma l'eccellente profilo di sicurezza del CBD, evidenziando la buona tollerabilità e la scarsità di effetti collaterali significativi anche con uso prolungato.

[24] Paudel, K.S. et al. (2010). "Cannabidiol bioavailability after nasal and transdermal application", Drug Development and Industrial Pharmacy. Studio sulla biodisponibilità del CBD dopo applicazione transdermica, spiegando i tempi di assorbimento e l'azione del cannabidiolo quando applicato sulla pelle con penetratori chimici.

[25] Grotenhermen, F. (2003). "Pharmacokinetics and pharmacodynamics of cannabinoids", Clinical Pharmacokinetics. Analisi approfondita della farmacocinetica dei cannabinoidi, spiegando come fattori come luce e calore possano degradare il CBD e l'importanza della corretta conservazione dei prodotti.

[26] Russo, E.B. & Marcu, J. (2017). "Cannabis Pharmacology: The Usual Suspects and a Few Promising Leads", Advances in Pharmacology. Revisione della farmacologia della cannabis che spiega le diverse concentrazioni necessarie per condizioni di diversa gravità e come dosare correttamente il CBD per massimizzare l'efficacia terapeutica.

[27] Stinchcomb, A.L. et al. (2004). "Human skin permeation of Delta8-tetrahydrocannabinol, cannabidiol and cannabinol", Journal of Pharmacy and Pharmacology. Studio sulla permeazione cutanea dei cannabinoidi che dimostra come il CBD penetri attraverso gli strati della pelle raggiungendo i recettori locali del sistema endocannabinoide per un'azione terapeutica mirata.

[28] Paudel, K.S. et al. (2010). "Cannabidiol bioavailability after transdermal application", Drug Development and Industrial Pharmacy. Ricerca che analizza come l'olio vettore faciliti l'assorbimento del cannabidiolo attraverso la pelle e i tempi necessari per la penetrazione completa negli strati cutanei (10-15 minuti).

[29] Blessing, E.M. et al. (2015). "Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders", Neurotherapeutics. Studio che evidenzia come gli oli di alta qualità contengano concentrazioni elevate di CBD (fino a 300 mg per millilitro negli oli al 30%), superiori a quelle comunemente trovate nelle creme commerciali.

[30] Andre, C.M. et al. (2016). "Cannabis sativa: The Plant of the Thousand and One Molecules", Frontiers in Plant Science. Analisi completa della pianta di Cannabis sativa che evidenzia l'importanza dell'origine della canapa e dei metodi di estrazione, con particolare focus sull'estrazione CO2 supercritica per garantire purezza e assenza di solventi residui.

[31] Iffland, K. & Grotenhermen, F. (2017). "An Update on Safety and Side Effects of Cannabidiol", Cannabis and Cannabinoid Research. Revisione che conferma come l'applicazione topica di CBD presenti effetti collaterali sistemici praticamente assenti, poiché il cannabidiolo rimane localizzato senza entrare significativamente nel circolo sanguigno.

[32] Bergamaschi, M.M. et al. (2011). "Safety and side effects of cannabidiol, a Cannabis sativa constituent", Current Drug Safety. Studio sulla sicurezza del CBD che identifica le possibili reazioni locali rare come lieve arrossamento, secchezza cutanea o reazioni allergiche ad altri componenti della formulazione, non al cannabidiolo stesso.

[33] Metz, T.D. & Stickrath, E.H. (2015). "Marijuana use in pregnancy and lactation: a review of the evidence", American Journal of Obstetrics and Gynecology. Revisione delle evidenze che raccomanda di evitare l'uso di CBD durante gravidanza e allattamento per mancanza di dati sufficienti sulla sicurezza in queste condizioni particolari.

[34] European Industrial Hemp Association (2019). "EU Hemp Regulations: Summary of THC limits in the EU". Documento che chiarisce la legalità dei prodotti al CBD in Italia e nell'Unione Europea, specificando che devono derivare da canapa industriale con contenuto di THC inferiore allo 0,2%.

[35] Perrotin-Brunel, H. et al. (2010). "Solubility of Delta(9)-tetrahydrocannabinol in supercritical carbon dioxide", The Journal of Supercritical Fluids. Studio tecnico che spiega il metodo di estrazione con CO2 supercritica, considerato il gold standard per produrre CBD puro senza residui di solventi e con massima preservazione dei composti attivi.

[36] MacCallum, C.A. & Russo, E.B. (2018). "Practical considerations in medical cannabis administration and dosing", European Journal of Internal Medicine. Guida pratica che spiega le differenze tra assunzione orale (azione sistemica, effetto duraturo 6-8 ore) e applicazione topica (azione localizzata, effetto rapido) del CBD per diverse condizioni dolorose.

[37] Vučković, S. et al. (2018). "Cannabinoids and Pain: New Insights From Old Molecules", Frontiers in Pharmacology. Studio che analizza le nuove evidenze sui cannabinoidi nella terapia del dolore, sottolineando la necessità di trial clinici più ampi e a lungo termine per comprendere appieno il potenziale terapeutico del CBD e sviluppare protocolli di trattamento standardizzati.

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Il team di Crystalweed, esperti di cannabis light e prodotti con CBD.

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