La cannabis light è illegale nel 2025? Facciamo chiarezza

La cannabis light è ancora legale in Italia nel 2025 o sta per diventare illegale? Questa è la domanda che sta preoccupando consumatori, lavoratori e imprenditori del settore.
Al centro del dibattito c'è il disegno di legge noto come DDL Sicurezza promosso dal governo Meloni. Se entrasse in vigore senza modifiche, andrebbe ad equiparare le infiorescenze canapa industriale ad una droga, punendo gli operatori del settore ai sensi Testo unico sugli stupefacenti (DPR 309/90). Segnando così la fine del mercato tricolore della canapa.
E se anche tu sei alla ricerca degli ultimi aggiornamenti sulla legge sulla cannabis light in Italia, in questo articolo troverai le ultime novità inerenti al settore.
Partendo dal quadro normativo attuale, capiamo cosa cambierebbe con l'approvazione del DDL Sicurezza e quali sarebbero le conseguenze per i lavoratori del settore e i consumatori.
Ma prima, forse la domanda più importante di tutte.
La cannabis light è già illegale in Italia?
No, attualmente la cannabis light non è illegale in Italia, ma come appena anticipato, se il DDL Sicurezza venisse approvato senza modifiche, le cose cambieranno radicalmente. Vediamo come.
Cosa dice la legge italiana sulla canapa oggi?
L'obiettivo della Legge del 2 dicembre 2016, n. 242 è quello di promuovere la coltivazione e lo sviluppo della filiera agroindustriale della canapa, e quindi autorizza ufficialmente la produzione in Italia.
In particolare, la normativa in vigore dal 2017, consente:
- La coltivazione delle varietà di canapa certificate dall'Unione Europea, con una percentuale di THC non superiore allo 0.6%.
- I fini industriali della canapa, che trova spazio nel settore edile, cosmetico, alimentare, tessile e tanti altri come una risorsa preziosa dal ridotto impatto ambientale.
Ma c'è un dettaglio (fondamentale) da cui tutto ha origine.
Il non menzionamento delle infiorescenze di canapa. La legge, infatti, se da un lato non ne autorizza la vendita, dall'altro non la vieta esplicitamente.
Da questa zona grigia è nato il mercato della cannabis light. Infiorescenze dal contenuto di THC inferiore allo 0.5%, commercializzate esclusivamente per uso tecnico o da collezione.
Non esiste infatti in Italia una normativa che ammette le infiorescenze per il consumo umano. Come invece avviene in altri Paesi europei.
DDL sicurezza: cosa prevede la nuova legge sulla cannabis light
Presentato dal governo nella notte del 31 luglio scorso, l'emendamento al DDL Sicurezza equipara senza mezzi termini la canapa ad una droga, punendo le condotte collegate alla lavorazione e commercializzazione delle infiorescenze con le pene previste dal Testo unico sugli stupefacenti.
In particolare, vietando la produzione di infiorescenze, l'emendamento non solo rende illegale la cannabis light, ma mette fuori legge tutta la canapa industriale. Il motivo?
La pianta di canapa, anche se coltivata per fini industriali, produce ugualmente le infiorescenze, che occupano un ruolo centrale per la produzione di semi, olii e farina destinati ad uso alimentare. Oltre a cosmetici, prodotti con CBD e via dicendo.
Vietando le infiorescenze quindi, si tagliano le "materie prime" all'intero settore, che smetterebbe di esistere.
Cosa succede se il DDL sicurezza venisse approvato: le conseguenze
"Il governo meloni ha ucciso il settore del cannabis light nel nostro Paese". È questo il commento di Riccardo Magi di +Europa su X, che spiega perfettamente le conseguenze nefaste del DDL Sicurezza.
Per motivi puramente ideologici infatti, più di 3 mila aziende rischiano di chiudere i battenti e lasciare a casa circa 15 mila persone, che da un giorno all'altro si ritroverebbero senza lavoro, come affermato da Imprenditori Canapa Italia.
Non si sono fatte attendere, però, le reazioni delle principali associazioni per la canapa in Italia, tra cui proprio ICI (Imprenditori Canapa Italia), che hanno richiesto il ritiro immediato dell'emendamento, che taglierebbe le gambe ad un settore che vanta un volume d'affari di circa 500 milioni di euro annui.
Le stesse associazioni nazionali agricole, tra cui CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, si sono unite per condannare il provvedimento del governo. Che però, almeno per ora, non è ritornato sui suoi passi.
Lo scorso settembre, infatti, anche la Camera dei Deputati ha approvato l'emendamento del DDL Sicurezza che equiparerebbe la canapa industriale ad una droga, rendendola illegale.
Il divieto però non è ancora legge. Manca ancora il voto del Senato, che ci auguriamo possa stravolgere completamente i piani del governo prima che sia troppo tardi.
La canapa non si può vietare: la sentenza della Corte europea
L'emendamento del governo Meloni si scontra apertamente con la più recente sentenza della Corte di Giustizia europea, che il 4 ottobre 2024, ha dichiarato nero su bianco che:
"gli Stati membri non possono imporre restrizioni alla coltivazione della canapa industriale, compresa la coltivazione indoor e la coltivazione esclusivamente per la produzione di infiorescenze, a meno che tali restrizioni non siano suffragate da prove scientifiche concrete relative alla tutela della salute pubblica".
Da non dimenticare, inoltre, anche la sentenza "storica" del 19 novembre 2020. In cui, sempre la Corte di Giustizia europea, ha sottolineato due punti fondamentali:
- Il CBD non può essere considerato uno stupefacente, perché privo di effetti psicoattivi.
- Non si può vietare la commercializzazione del CBD, quando prodotto legalmente in uno Stato dell'Unione.
Quindi, anche se approvato, l'emendamento del DDL Sicurezza non risulterebbe compatibile con le direttive dell'UE, e potrebbe essere annullato dai giudici sia nazionali che europei.
Quando diventerà illegale la cannabis light?
Già nel 2025, se il DDL Sicurezza venisse approvato senza modifiche.
Come anticipato, però, il decreto si è scontrato con l'opposizione sia delle associazioni di settore che delle associazioni agricole nazionali, che hanno richiesto (almeno) la revisione dell'art.18 del DDL Sicurezza.
Cosa succede se fumo cannabis light?
Come spiegato prima, la normativa attuale non permette di fumare la cannabis light. Infatti, la vendita di infiorescenze con THC inferiore allo 0.5% è consentita solo per uso tecnico o da collezione. Ne abbiamo parlato anche in questo articolo:
fumare cannabis light in Italia è possibile?
Allora cosa cambia se il DDL Sicurezza venisse approvato?
Equiparando la canapa industriale alle droghe inserite nel DPR 309/90, qualsiasi azienda che detenga o commercializzi cannabis light sarebbe equiparata al possesso e alla commercializzazione di droghe illegali. E, di conseguenza, punibile penalmente dalla legge.
Per quanto riguarda la detenzione e il consumo personale, non cambia nulla, poiché la legge 242 del 2016 non disciplina il consumo (essendo una legge di natura agricola).
Infatti, secondo le associazioni di settore e di categoria, questa modifica legislativa non chiuderà il mercato interno ma avvantaggerà soltanto le aziende estere, che potranno commercializzare derivati della canapa anche in Italia proprio in funzione della sentenza della corte di giustizia europea.
La cannabis light è legale in tabaccheria?
I tabacchini non fanno eccezione. Infatti, se ad oggi è comune vedere le confezioni di cannabis light adornare i banconi, con l'entrata in vigore del DDL Sicurezza anche a queste attività sarà revocata la possibilità di vendere le infiorescenze a basso contenuto di THC.
Nuovo codice della strada: la cannabis light viene rilevata nei test antidroga?
Entrato in vigore lo scorso 14 dicembre, il nuovo codice della strada "tolleranza zero" di Matteo Salvini ha messo (ancora di più) alle strette i consumatori di cannabis.
In particolare, la "novità" più pericolosa della nuova normativa, che ha fatto accendere le associazioni per i pazienti, oltre a diverse personalità di spicco della nostra Penisola, è che non sarà più necessario provare lo stato di alterazione alla guida.
Un semplice test della saliva positivo, infatti, è sufficiente per far scattare le sanzioni. Che prevedono:
- una multa dai 1500 fino ai 6000 euro;
- l'arresto fino a 1 anno;
- la sospensione della patente per 1 o 2 anni.
Anche se sei perfettamente lucido alla guida.
Perché il THC può essere rilevato dai test antidroga per diversi giorni dall'ultimo consumo. Quindi, anche se non hai assunto cannabis prima di metterti al volante, potresti comunque risultare positivo, e rischiare di essere sanzionato.
Ma anche la cannabis light, con una percentuale minima di THC, può essere rilevata dai test antidroga?
Purtroppo sì. Anche se in quantità estremamente ridotte, il THC presente nelle infiorescenze di cannabis light potrebbe essere riscontrato dai drug test delle forze dell'ordine.
La soluzione?
Se vuoi continuare a godere degli effetti positivi del CBD, senza rischiare delle sanzioni ingiuste, puoi optare per dei prodotti completamente privi di THC.
Un'ottima alternativa è l'olio di CBD broad spectrum, in cui è presente l'intero spettro di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi. Ad eccezione del THC, che viene rimosso.
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Per essere certo di non incorrere in problemi con le forze dell'ordine però, affidati sempre ad aziende certificate, come Crystalweed, che possano (realmente) garantire la qualità e l'assenza di THC nei prodotti. Infatti, è sempre opportuno leggere le analisi di laboratorio per verificare le concentrazioni di CBD e THC di un prodotto.
Il CBD è stupefacente? Il Tar del Lazio conferma la sospensione del decreto
Approfittiamo di questo articolo per rispondere ad un'altra grande domanda dei consumatori: il CBD è diventato uno stupefacente?
No, assolutamente.
Ci ha pensato il Tar del Lazio a fermare l'ennesima battaglia ideologica, priva di conferme scientifiche, del nostro governo, che con il Decreto Ministeriale del Ministero della Salute del 27.06.2024 voleva inserire le preparazioni di CBD per uso orale nella tabella dei medicinali stupefacenti.
In particolare, lo scorso 11 settembre 2024, il Tar del Lazio ha accolto l'istanza cautelare presentata dall’Associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI), sospendendo l'efficacia del decreto.
"Siamo molto soddisfatti di questa nuova sospensione cautelare del decreto, che ancora una volta ci permette di tutelare e proteggere al meglio l'intero settore della canapa industriale," ha dichiarato il presidente di ICI e amministratore della Crystal srl, Raffaele Desiante. "È la seconda volta che riusciamo a ottenere la sospensione della decisione del Ministero di inserire il CBD nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, dimostrando l'infondatezza delle sue basi. Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile per gli imprenditori della canapa in Italia".
Per ulteriori info sulla legalizzazione della cannabis light in Italia leggi anche:

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Io ho smesso con la cannabis nel 2016 grazie per l'appunto alla cannabis light perché è un'ottimo sostituto. È come se il governo volesse che la gente fumi quella illegale non dando un alternativa.e sono sicuro che molti hanno smesso grazie alla light.. e ora? Ora la gente che non riesce a farne a meno tornerà su quella illegale perché sempre ripetibile ovunque. Salvini e meloni stanno creando un comunismo democratico. Queste leggi non tutelano nessuno. Vorrei proprio sapere quanto li ha pagati la mafia per togliere un'alternativa assolutamente non dannosa per i cittadini in quanto non psicotropa. Non sanno neanche di cosa parlano. Il fatto che meloni sia una madre non giustifica nulla il fatto che Salvini sia uno dei politici con meno presenze fa capire quanto tenga al suo lavoro. Ma quello che mi fa più arrabbiare è che gli italiani li hanno votati. Poi mi chiedono perché non vado a votare. Non c'è nessuno per cui ne valga davvero la pena e queste cose mi fanno pensare solo di avere ragione.