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Come leggere un certificato di analisi CBD

13 Ottobre 2021 alle 8:49
Tempo di lettura: 7 min

Hai visto un certificato di analisi CBD ma non sai come leggerlo?

Ciascun cliente quando acquista un prodotto, che si tratti di un genere alimentare o di un profumatore per ambiente, ha interesse a controllare le sostanze contenute al suo interno. È quindi molto importante per i consumatori conoscere le componenti di un determinato prodotto prima di acquistarlo.

La stessa premura è doverosa anche nel campo della cannabis.

La legge n. 242/2016 regolamenta la coltivazione e la vendita della cannabis legale in Italia e l’apertura di tale mercato ha portato molti venditori a farsi avanti, commerciando i propri prodotti fisicamente oppure online.

Trattandosi di un ambito così delicato, non soltanto dal punto di vista della salute ma anche da quello legale, è molto importante che ciascun cliente conosca esattamente cosa è contenuto all’interno dei prodotti che sta comprando. Questo è possibile con il certificato di analisi CBD.

È vero che i prodotti dovrebbero avere la propria etichetta, ma questa non fornisce tutte le informazioni necessarie per effettuare un acquisto consapevole e alcune volte accade persino che i dati sulle etichette non siano corretti.

Ecco quindi che il certificato di analisi CBD, anche detto COA, assume una enorme importanza. Si tratta del documento che racchiude i risultati di un test effettuato da un laboratorio esterno sulla cannabis e che ci racconta da cosa è composta.

Essendo un documento scientifico potrebbe sembrarti abbastanza difficile da comprendere, ecco perché vogliamo darti tutte le informazioni necessarie per leggere i certificati riguardanti i prodotti Crystalweed che puoi trovare sul nostro sito.

Cos’è il certificato di analisi CBD

Il certificato di analisi CBD è così importante perché non viene realizzato direttamente dall’azienda che vende i prodotti finali, e che quindi avrebbe degli interessi sui risultati finali. Al contrario, viene condotto da un laboratorio esterno che garantisce ai dati oggettività e imparzialità.

In laboratorio vengono effettuati appositi test per indagare la purezza del prodotto, i livelli dei principi attivi (che devono rientrare nei limiti legali) e l’assenza di sostanze nocive come, ad esempio, metalli pesanti e pesticidi. Alcune sostanza infatti, anche se sono state utilizzate in fase di coltivazione, possono lasciare dei residui nel prodotto finale e renderlo così pericoloso per la salute.

È quindi facile capire come mai il certificato di analisi CBD sia fondamentale. È l’unico vero documento che fornisce al consumatore una chiara idea della qualità della cannabis.

Il nostro consiglio è sempre quello di affidarsi ad aziende che rendono noti i certificati di analisi. In questo modo sarai assolutamente certo di ciò che sta acquistando e non incorrerai in problematiche di salute o legali.

E, aspetto ancora più importante, sai esattamente per cosa stai pagando.

Cosa significa questo? Pensa solo al caso del CBD oil. La versione full spectrum dovrebbe contenere CBD al 5%, 10%, 20% o addirittura al 30% in base al prodotto scelto. Più la concentrazione è elevata e più, ovviamente, il prezzo sale.

Ma come fai a essere sicuro che dentro ci sia esattamente questa concentrazione se non controlli il certificato di analisi? Se un’azienda volesse guadagnarci potrebbe dichiarare una percentuale fasulla per ottenere un pagamento più alto. Con il certificato alla mano questo, invece, non potrà mai succedere.

Come vengono effettuati i test: metodo HPLC

Esistono numerose tipologie di test che i laboratori possono effettuare sulla cannabis per controllarne la qualità e la potenza. Alcuni variano da Stato a Stato, mentre altri possono essere considerati universali. Tra i metodi più diffusi troviamo l’HPLC o a cromatografia liquida ad alta prestazione.

Per effettuare il test con questo metodo viene prelevato un campione dall’infiorescenza, mescolato a un solvente e pompato in un tubo all’interno del le componenti chimiche si separano.

Le diverse sostante vengono successivamente valutate mediante un apposito rilevatore posto alla fine del tubo. Le sostanze viaggiano ciascuna a una velocità diversa, imprimendo così una determinata informazione sul rilevatore dalla cui lettura gli scienziati ricavano i dati che leggi sul certificato di analisi CBD.

Cos’è contenuto nel certificato di analisi CBD

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Ricapitolando, il certificato è un documento dove il laboratorio che ha effettuato i test sul lotto scrive tutti i risultati. Ciò significa che al suo interno sono contenute sigle e dati numerici.

Qui sta la difficoltà nella lettura.

Se non hai mai lavorato nel settore scientifico difficilmente riuscirai a capire, a una prima occhiata, a cosa si riferiscono i numeri e le lettere che vedi. Scopriamo insieme come leggere i certificati presenti sul nostro sito.

Cannabinoidi

La prima informazione che ti interessa conoscere come cliente è quella che riguarda i cannabinoidi. Le sostanze appartenenti a questa categoria contenute nella pianta di cannabis sono tante, tuttavia a te interessa conoscerne due in particolare.

Il primo è il CBD, il principio attivo a cui si attribuiscono tutte le proprietà terapeutiche della cannabis come quelle rilassanti, antinfiammatorie, anti-convulsivanti, anti-ossidanti, e proprietà benefiche contro stress, ansia, depressione, mancanza di appetito, di sonno e tante altre.

Simile negli effetti al CBD è il THC il quale, tuttavia, viene regolamentato più duramente in quanto anche psicoattivo. Ciò significa che sul corpo umano non solo produce benefici ma conferisce anche quel senso di “sballo” contro il quale i Governi di tutto il mondo combattono.

Infatti, la legge n. 242/2016 ha stabilito che in Italia i prodotti di cannabis light commerciabili debbano contenere un livello di THC inferiore allo 0,5% per essere considerati legali. Ed è molto importante che questo limite venga rispettato dai produttori per evitare spiacevoli incidenti durante i test anti droga.

All’interno del certificato, troverai indicati anche altri cannabinoidi come il CBG (che aiuta la produzione del CBD), il CBN (che si sviluppa dopo il taglio della pianta) e il CBC (che lavora in particolar modo nella risposta al dolore).

Terpeni

Altre sostanze presenti in dose massiccia all’interno della pianta, e che ti capiterà di leggere anche nelle schede dei nostri prodotto, sono i terpeni. Si tratta di sostanze che proteggono la pianta da attacchi esterni e che, a loro volta, possiedono delle proprietà benefiche.

Per molti prodotti a base di cannabis si parla di effetto entourage. Quest’ultimo avviene quando numerosi elementi già presenti nella pianta di canapa vengono mantenuti anche all’interno dei prodotti finali. Si pensa infatti che, lavorando in sinergia in natura, siano in grado di procurare un effetto benefico maggiore rispetto a quello che produrrebbero singolarmente.

I terpeni, come tutte le altre sostanze contenute nella pianta, hanno proprietà a sé (antiinfiammatorie, antiossidanti, ecc.) e conferiscono alla cannabis il suo particolare aroma.

Metalli pesanti

A volte, nel terreno sul quale vengono coltivate le piante, possono esserci dei residui di metalli pesanti come piombo, arsenico, mercurio, ferro, rame e tanti altri. Queste sostanze sono visibili soltanto attraverso specifici test di laboratorio ed è molto importante trovarle perché certe sono estremamente dannose per l’organismo.

Dovrebbe essere l’azienda stessa, a monte, a controllare il terreno prima di coltivarci sopra le piante di canapa, per assicurarsi un prodotto puro e incontaminato.

Pesticidi

Chi acquista prodotti a base di cannabis light lo fa perché sta cercando dei rimedi naturali. Ciò significa che i prodotti che compra non devono in alcun modo contenere pesticidi o erbicidi chimici.

I test di laboratorio sono fondamentali per capire se la pianta è stata coltivata con metodi biologici oppure mediante l’utilizzo di sostanze chimiche. Diverse tecniche moderne di agricoltura li contemplano, tuttavia è possibile evitarli se si desidera consumare prodotti puri.

Solventi residui

Alcuni metodi di estrazione dei principi attivi dalle piante prevedono l’utilizzo di solventi. Si tratta di processi realizzati in laboratori attrezzati a questo scopo, tuttavia può capitare che residui dei solventi raggiungano il prodotto finale.

Esistono addirittura dei metodi più rudimentali che sfruttano solventi molto aggressivi e questi potrebbero lasciare delle tracce addirittura in grado di alterare il prodotto finale.

Noi di Crystalweed utilizziamo il metodo di estrazione con CO2 supercritica, un metodo complesso ma molto più sicuro e naturale per il prodotto, che non altera la qualità delle infiorescenze né le sostanze al loro interno.

Microbi e micotossine

I test effettuati per l’ottenimento del certificato di analisi CBD sono essenziali anche per controllare che i vari lotti non contengano virus, batteri e funghi, da cui possono svilupparsi tossine e malattie molto gravi come la salmonella, lo stafilococco e tante altre.

Simili contaminanti dovrebbero essere eliminati del tutto durante il processo di estrazione, il quale dovrebbe sempre garantire la qualità e la sicurezza del prodotto finale.

Altre informazioni presenti nel certificato di analisi CBD

Oltre alla tabella con le informazioni sulle sostanze contenute nel prodotto, sul certificato di analisi CBD sono presenti tante altre informazioni:

  • Laboratorio: all’inizio della pagina sono scritti il nome, l’indirizzo e altre informazioni di contatto del laboratorio che ha effettuato i test;
  • Informazioni di base: a seguire sono elencate tutta una serie di dati sul committente, la data dell’analisi, la metodica utilizzata, il numero del lotto controllato, l’etichetta, la tipologia di campione, la varietà e così via;
  • Foto del prodotto: nel certificato è riportata la foto del prodotto a cui si riferisce il test.

Ora che sai come leggere un certificato di analisi CBD, puoi controllare la qualità dei nostri articoli nell’apposita sezione dedicata all’analisi dei prodotti e poi acquistarli direttamente sullo shop.

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