Controindicazioni ed effetti indesiderati del CBD
Il CBD ha controindicazioni o effetti indesiderati? In questo articolo li elencheremo spiegando tutti i dettagli del caso. Se hai bisogno di ulteriori info ti invitiamo a scrivere un commento a fondo pagina.

Quali sono gli effetti indesiderati del CBD? Mi farà male? Se lo prendo avrò vertigini o nausea? E se interagisse con i farmaci che assumo? Sto facendo la scelta giusta ad interessarmi al CBD?
Quando ci si avvicina per la prima volta al mondo della cannabis legale è normale che ci si chieda quali siano le controindicazioni del CBD e se possa provocare effetti collaterali. Per molti anni, infatti, la cannabis è stata additata e demonizzata come se fosse solo una sostanza drogante e non è facile approcciarsi senza pregiudizi.
In tale lasso temporale, le informazioni positive sui cannabinoidi non sono state diffuse, di conseguenza, i dubbi in proposito sono frequenti. Uno degli errori comuni è quello di confondere il cannabidiolo (CBD), un estratto della pianta di cannabis Sativa dalle innumerevoli proprietà terapeutiche, con il tetraidrocannabinolo (THC), responsabile degli effetti psicoattivi sull’organismo.
Tuttavia è necessario fare chiarezza affinché possa esserci un approccio più consapevole alla marijuana legale. In altri articoli abbiamo scoperto cos’è il CBD e quanti effetti positivi ha sull’uomo, ma conoscere i possibili effetti collaterali della cannabis light è altrettanto importante.
La prima cosa da sottolineare quando si parla di effetti indesiderati del CBD è che questa sostanza risulta generalmente ben tollerata e non provoca effetti collaterali se non di lieve entità. Tra i più gravi (se non il più grave) c’è l'abbassamento della pressione sanguigna, ma per il resto non si hanno sintomi di rilievo. Nausea, bocca secca, stanchezza accentuata, variazioni dell'appetito, vertigini e diarrea sono tutte problematiche gestibili, se si fa attenzione al dosaggio del CBD e alla scelta del prodotto adatto. Ad esempio, per stabilire il corretto dosaggio di CBD per l'ansia, molti ricercatori hanno fatto esperimenti su ratti e poi su esseri umani, il che ha reso possibile stabilire un dosaggio migliore.
Per quanto riguarda le possibili interazioni con i farmaci, ci sono rischi?
Nel caso in cui ti stessi sottoponendo ad una terapia farmacologica, la prima raccomandazione è di parlare col tuo medico prima di assumere CBD. Il cannabidiolo potrebbe alterare la funzione dei medicinali provocando effetti avversi o collaterali.
Secondo alcuni sondaggi condotti negli Stati Uniti, nel 2019 circa il 14% degli adulti sopra i 18 anni dichiarava di aver usato prodotti contenenti CBD.
Nel 2020, tale cifra è salita addirittura a un terzo della popolazione adulta.
Però, i prodotti CBD disponibili in commercio sono molto diversi da quelli impiegati negli studi clinici e mancano solide evidenze sulla loro sicurezza.
L’acquirente deve quindi essere consapevole dei fraintendimenti riguardanti il CBD e dei potenziali rischi che si celano dietro il suo utilizzo.
Cos'è il CBD?
Il CBD è una delle tante sostanze presenti nella Cannabis sativa, la pianta generalmente chiamata marijuana o canapa a seconda dei contesti.
Questa pianta contiene più di 80 composti chimici chiamati cannabinoidi. I due protagonisti principali?
Il THC e il CBD. La differenza fondamentale fra i due, che spesso vengono erroneamente scambiati, è che il THC provoca l'effetto "high", mentre il CBD non ha alcun effetto inebriante.
È interessante notare che la pianta produce questi cannabinoidi principalmente per proteggersi – una sorta di scudo naturale contro insetti, batteri, funghi e stress ambientali. Possiamo quasi parlare del suo sistema immunitario.
Gli scienziati hanno scoperto che il CBD riesce ad impedire la degradazione di una sostanza chimica nel nostro cervello che regola dolore, umore e funzioni mentali. Niente male per una semplice molecola vegetale!
Negli store online è possibile acquistare diversi prodotti con CBD, anche se non tutti i prodotti hanno le stesse caratteristiche.
Alcuni contengono solo CBD, mentre altri lo mescolano con diversi ingredienti. E le etichette? Spesso raccontano mezze verità. Uno studio ha mostrato che solo il 31% dei prodotti riporta informazioni accurate sul contenuto di CBD.
Il 43% ne contiene più del dichiarato (che non è sempre un vantaggio), mentre il 26% ne aveva meno (e qui ti senti un po' preso in giro). La sorpresa finale? Nel 21% dei prodotti sono state trovate tracce di THC superiori a quelle stabilite dalle norme vigenti, sicuramente un fattore da evitare!
In Crystalweed puntiamo su trasparenza e qualità, perché abbiamo a cuore la tua salute e il tuo benessere.
I possibili effetti collaterali del CBD
Il cannabidiolo è un principio attivo dai molteplici effetti benefici; in genere è ben tollerato dall’organismo e non provoca fastidi se non molto leggeri. La segnalazione di effetti collaterali è legata soprattutto alla secchezza delle fauci e alla sensazione di stanchezza, ma in alcuni casi si possono verificare episodi di dissenteria, nausea e sonnolenza.
Uno degli effetti avversi potenzialmente più gravi è la pressione bassa, per cui è sempre meglio rivolgersi al medico prima di provare i prodotti a base di cannabis legale.
Gli effetti sull’appetito si presentano o con un aumento della fame o con la diminuzione dell’appetito, e vanno monitorati a seconda delle caratteristiche del soggetto. Tutto sommato, le proprietà terapeutiche del CBD sono di gran lunga superiori agli effetti collaterali.
Vediamo tutti i possibili effetti collaterali del CBD.
Bocca asciutta
Hai letto che il CBD può aumentare la sete? Oppure che fa sentire le fauci secche e la bocca asciutta?
La bocca secca è uno degli effetti collaterali più comuni per i consumatori di cannabis, che può verificarsi sia con il THC che con il CBD, sebbene con quest’ultimo sia molto più raro. La secchezza delle fauci provocata dalle infiorescenze di canapa si risolve facilmente, bevendo un po’ d’acqua o una bibita dolce.
Tuttavia, la sensazione che si prova non va assimilata alla sete o alla disidratazione, ma può essere descritta come una mancanza di saliva all’interno delle fauci. In effetti, la bocca asciutta dovuta ai cannabinoidi è provocata dal ridotto funzionamento delle ghiandole salivari, ed è conosciuta come xerostomia.
In pratica, il CBD e il THC interagiscono con i recettori del sistema cannabinoide situati nelle ghiandole salivari destinate alla produzione di saliva, facendo diminuire temporaneamente la loro funzionalità.
Questo spiega perché la bocca asciutta si manifesta non solo con la combustione o la vaporizzazione, ma anche con altri tipi di assunzione.
Per maggiore precisione, c’è da dire che con il THC questo effetto è dovuto alla sua interazione diretta con i recettori CB1. Il CBD, invece, non agisce direttamente su questo tipo di recettori, ma provoca un innalzamento nella quantità di anandamide, provocando le stesse conseguenze.
Stanchezza e astenia
La sensazione di affaticamento e la voglia di stare in relax sono un altro effetto collaterale che può derivare dal CBD. In genere, si ricorre al CBD proprio per sentirsi più focalizzati ed energici e ristabilire i ritmi circadiani del sonno veglia. Tra gli effetti positivi del principio attivo, infatti, c’è proprio la capacità di conciliare il sonno e di migliorare la concentrazione nei momenti di stress.
Nonostante ciò, può accadere che un eccessivo dosaggio di CBD o i primi approcci con la molecola possano provocare una certa astenia, il mal di testa o la sindrome da stanchezza cronica (CFS).
Per evitare che questo si verifichi, è consigliabile avvicinarsi al CBD con un dosaggio molto basso e prediligere l’uso serale. Nel caso dell’olio di CBD, ad esempio, si può partire da una formulazione con una bassa percentuale di cannabidiolo, come l’olio di CBD 5%, e optare per la versione broad spectrum ossia quella priva di THC.
Cambiamenti nell’appetito
Temi che il CBD abbia effetti sull’appetito? Hai sentito che il CBD può far aumentare la fame o, al contrario, potrebbe farla diminuire?
A livello aneddotico è molto comune sentire che il CBD incide sull’appetito, sia aumentando la sensazione di fame che inibendo il desiderio di mangiare.
I cambiamenti nell’appetito non sono rari nei consumatori di erba legale ma, in genere, sembra che il principio attivo agisca in maniera diversa a seconda dei soggetti. In alcune persone tende ad aumentare il metabolismo e, di conseguenza, il bisogno di mangiare. In altri soggetti, al contrario, si assiste ad una diminuzione dell’appetito e al successivo dimagrimento.
In ogni caso, è opportuno valutare la reazione del proprio organismo e stabilire eventuali cambiamenti nel dosaggio di CBD.
In proposito, un contributo interessante arriva da uno studio del 2015 [1] sul trattamento dei bambini affetti da epilessia con estratti di cannabis arricchiti con il CBD. In particolare, somministrando il CBD a bambini affetti dalla sindrome di Lennox-Gastaut, i genitori hanno notato un aumento dell’appetito nel 30% dei casi.
Nausea
Alcuni consumatori raccontano di aver provato o di provare una sensazione di nausea in seguito all’uso di CBD. Tuttavia, questa è una percezione individuale che varia a seconda della tipologia di prodotto scelta, della quantità assunta e della reazione del proprio organismo ad essa.
Bisogna, invece, sottolineare che ci sono diverse ricerche in corso [2] sugli effetti antiemetici della cannabis, portate avanti per approfondire gli effetti della cannabis sulla nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia.
Nel caso in cui avvertissi una sensazione di nausea provocata dal CBD, il nostro consiglio è di variare il dosaggio oppure orientarti su altri prodotti a base di CBD.
Pressione bassa
Hai problemi cardiovascolari o soffri di pressione bassa? In tal caso, è essenziale che tu sappia che il CBD può provocare l’abbassamento della pressione.
Questo effetto non è comune e viene avvertito solo in casi sporadici, ma va comunque tenuto in considerazione. In alcuni soggetti, infatti, anche una variazione minima della pressione può avere ripercussioni serie.
Sebbene questo rientri tra gli effetti collaterali più gravi del CBD, c’è anche da dire che secondo gli studi scientifici, nei momenti di stress il CBD modula la reazione del sistema cardiovascolare, riducendo la reazione alla tensione.
Un articolo a riguardo è stato pubblicato nel 2017 [3], spiegando come una dose di cannabidiolo abbia ridotto la pressione sanguigna in nove volontari sani. I ricercatori, hanno concluso che il CBD abbassa la pressione sanguigna a riposo. Inoltre, dalle analisi è risultato che la risposta allo stress è diminuita in seguito all’assunzione di cannabidiolo. Gli effetti sulla pressione, secondo il team di ricerca, potrebbero essere legati alle proprietà ansiolitiche del CBD.
Diarrea
Dai racconti dei consumatori di cannabis, tra gli effetti collaterali più fastidiosi del CBD ci sono i disturbi intestinali. La conferma di ciò arriva anche dalla ricerca scientifica che menziona la diarrea come effetto collaterale del CBD in diversi studi [4]. Uno di essi riguarda gli effetti a lungo termine del cannabidiolo nei pazienti affetti da epilessia grave - una delle malattie curabili con i cannabinoidi - in cui oltre un terzo delle persone sottoposte a trattamento ha manifestato la diarrea.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, sembra che i sintomi gastrointestinali siano legati agli oli vettori utilizzati per la formulazione del CBD oil.
Solitamente, nella produzione degli oli di cannabis vengono utilizzati oli vettori - come olio di canapa, olio di cocco, olio di trigliceridi a catena media (MCT), olio d’oliva - che favoriscono l’assorbimento dei principi attivi contenuti nell’olio.
In alcuni casi, però l’apparato gastrointestinale non riesce a tollerare alcuni tipi di olio e lo manifesta con degli episodi di dissenteria.
Per migliorare la tolleranza intestinale al CBD, si possono adottare due tipi di strategie: evitare le formule grezze e optare per estratti full spectrum o broad spectrum, oppure assumere i prodotti immediatamente dopo i pasti.
Vertigini
In casi molto rari, il consumo di CBD può provocare sbandamenti e sensazioni di movimento rotatorio e oscillatorio. La percezione che l’ambiente si muova è una reazione personale al cannabidiolo che non può essere prevista in anticipo. Ogni organismo, in effetti, risponde in modo proprio ai cannabinoidi e non sono disponibili ricerche scientifiche in grado di spiegare perché si manifestino le vertigini.
Il parere degli scienziati è che a scatenare le vertigini sia l’attivazione dei recettori dei cannabinoidi contenuti nel sistema endocannabinoide. Quando si assumono estratti a base di CBD e THC, questi ultimi interagiscono con il sistema nervoso centrale dando uno stimolo differente al flusso sanguigno. A causa di questa alterazione momentanea è possibile che si avvertano le vertigini.
Effetti collaterali del CBD se assunto con altri farmaci
Stai assumendo farmaci e vorresti provare i prodotti a base di CBD?
In generale, il CBD è un prodotto ben tollerato ma è sempre meglio rivolgersi al proprio medico prima di assumerlo contestualmente ai farmaci. Questa accortezza è necessaria perché il principio attivo altera il metabolismo dei farmaci da parte del fegato. Ciò significa che il rischio non è tanto legato all’interazione con altri composti, ma è riferito all'alterazione dei meccanismi di scomposizione delle sostanze.
Non tutti sanno come si comporti questo organo tanto affascinante quanto misterioso: ebbene tra le sue funzioni c’è anche il metabolismo dei farmaci. Il fegato produce gli enzimi destinati alla scomposizione delle sostanze, compresi i medicinali e il CBD, di cui si occupa in particolare l’enzima CYP3A4.
Il CBD può inibire l'attività di questo enzima, rallentando la scomposizione dei farmaci; di conseguenza le sostanze medicinali non vengono eliminate nel tempo stabilito.
D’altra parte, quando vi è già una terapia farmacologica in corso, gli enzimi sono già impegnati nel metabolismo dei farmaci. Dunque, assumendo CBD c’è il rischio che i medicinali non vengano assorbiti in modo corretto e che il principio attivo rimanga nel flusso sanguigno troppo a lungo.
Questo meccanismo non va assolutamente sottovalutato poiché oltre il 60% dei farmaci più comuni - tra cui gli antipsicotici, gli antiepilettici, gli immunosoppressori, gli oppioidi e i farmaci contro la depressione - viene scomposto proprio dall’enzima CYP3A4.
Qui sotto riportiamo tutti i farmaci che potrebbero dare complicanze se assunti insieme al CBD:
- Farmaci modificati dal fegato (CYP1A1): il CBD può influenzare la velocità di metabolizzazione, alterandone effetti e possibili effetti collaterali;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP1A2): il CBD può modificare i tempi di degradazione, variando potenzialmente sia gli effetti terapeutici sia le reazioni avverse;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP1B1): il CBD potrebbe rallentare la metabolizzazione, con conseguenti variazioni di efficacia o tollerabilità;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2A6): il CBD può alterare il metabolismo, incidendo su risultati e possibili rischi;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2B6): possibile variazione dei livelli del farmaco, con conseguenze cliniche da valutare;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2C19): il metabolismo può essere rallentato, incrementando potenzialmente gli effetti indesiderati;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2C9): rischio di rallentare la degradazione, con aumentata probabilità di reazioni avverse;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2D6): il CBD può interferire con la velocità di metabolizzazione, modificando l’efficacia del farmaco;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP3A4): la concentrazione del farmaco può aumentare o diminuire, influenzando benefici ed effetti collaterali;
- Sedativi (depressori del SNC): poiché il CBD può causare sonnolenza o rallentare il respiro, associarlo a sedativi può potenziare questi effetti;
- Clobazam (Onfi): il CBD rallenta la degradazione di clobazam, con rischio di accentuare gli effetti indesiderati;
- Eslicarbazepina (Aptiom): il CBD può diminuirne il metabolismo, causando un lieve aumento dei livelli di eslicarbazepina;
- Rufinamide (Banzel): la degradazione di rufinamide può essere rallentata dal CBD, comportando un lieve incremento della sua concentrazione;
- Topiramato (Topamax): l’uso concomitante di CBD potrebbe elevare lievemente i livelli di topiramato nel sangue;
- Valproato: sia il valproato che il CBD possono danneggiare il fegato; uniti aumentano il rischio di lesioni epatiche. Occorre considerare una riduzione del dosaggio o la sospensione;
- Zonisamide: il CBD potrebbe rallentare il metabolismo di zonisamide, innalzandone i livelli;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2C8): il CBD può alterare la metabolizzazione di questi medicinali, modificandone efficacia e/o rischi;
- Farmaci modificati dal fegato (glucuronidati): rischio di alterare la velocità di degradazione, con possibili variazioni d’efficacia o reazioni avverse;
- Farmaci che aumentano la degradazione (induttori CYP2C19): possono far sì che il fegato metabolizzi più rapidamente il CBD, riducendone gli effetti;
- Farmaci che aumentano la degradazione (induttori CYP3A4): lo stesso meccanismo di cui sopra; smaltimento più veloce del CBD, con calo di efficacia;
- Farmaci che riducono la degradazione (inibitori CYP2C19): rallentando il metabolismo del CBD, possono aumentarne gli effetti collaterali;
- Farmaci che riducono la degradazione (inibitori CYP3A4): l’accumulo di CBD può incrementare rischi e reazioni avverse;
- Brivaracetam (Briviact): il CBD può diminuire la degradazione di brivaracetam, alzandone i livelli;
- Everolimus (Zostress): metabolizzato più lentamente in presenza di CBD, con aumento della concentrazione;
- Tacrolimus (Prograf): possibile aumento dei livelli di tacrolimus, con rischio di effetti avversi;
- Methadone (Dolophine): il CBD rallenta la metabolizzazione di methadone, potenziando i relativi effetti (o effetti collaterali);
- Carbamazepina (Tegretol): l’interazione con il CBD può innalzare la concentrazione di carbamazepina, aumentando il rischio di reazioni indesiderate;
- Sirolimus (Rapamune): CBD potrebbe rallentarne il metabolismo, incrementandone i livelli ematici;
- Stiripentol (Diacomit): se assunto con CBD, i livelli di stiripentol possono crescere, causando un aumento delle reazioni avverse;
- Litio: dosi elevate di CBD possono far salire i valori di litio, con rischio di tossicità;
- Warfarin: il CBD può elevare i livelli di warfarin, accrescendo il pericolo di sanguinamento;
- Tamoxifene (Nolvadex): la metabolizzazione può risultare alterata dal CBD, modificando gli esiti terapeutici;
- Caffeina: il CBD potrebbe rallentare la degradazione della caffeina, aumentando possibili effetti stimolanti o collaterali;
- Citalopram (Celexa): metabolizzato più lentamente con CBD, con conseguente incremento delle reazioni avverse;
- Farmaci modificati dal fegato (CYP2E1): il CBD può cambiarne i tempi di metabolizzazione, variando l’efficacia e i rischi;
- Fluoxetina (Prozac): in alcuni individui, il CBD rallenta il metabolismo di fluoxetina, aumentandone gli effetti;
- Losartan (Cozaar): il cannabidiolo può rallentarne la degradazione epatica, potenziando effetti e possibili rischi;
- Midazolam (Versed): il CBD può rallentare il metabolismo di midazolam, accrescendo sedazione ed effetti collaterali;
- Omeprazolo (Prilosec): se associato al CBD, può essere metabolizzato più lentamente, con incremento dei potenziali effetti indesiderati.
Come ridurre gli effetti collaterali del CBD
Il CBD è una sostanza ricca di proprietà benefiche, ritenuta sicura anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L'accortezza maggiore è quella di valutare eventuali terapie in corso, onde evitare interazioni con i farmaci.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali rilevati dopo l’utilizzo di cannabis legale per via orale, si tratta di problematiche di natura lieve, che si verificano in maniera sporadica e scompaiono velocemente.
Un aspetto da tenere in considerazione è che ogni organismo è diverso dall’altro e ciascuno reagisce soggettivamente ai cannabinoidi.
Detto questo, per minimizzare il rischio che si verifichino effetti collaterali, esiste un segreto: acquistare prodotti di alta qualità.
Le migliori aziende di CBD seguono attentamente ogni fase della produzione e della vendita. Controllano la provenienza e la qualità dei semi, lo sviluppo della pianta di cannabis e il processo di lavorazione.
Per tutelare il benessere dei propri clienti, mantengono il prodotto in tutta la sua purezza. Evitando in modo assoluto il ricorso a sostanze chimiche dannose per l’organismo, come pesticidi, concimi e diserbanti.
Le analisi di laboratorio sono un aspetto non trascurabile nella scelta del CBD. Queste, infatti, ti forniscono dati scientifici reali sulla qualità del prodotto che stai acquistando e costituiscono la garanzia sulle pratiche aziendali.
Dando un’occhiata alla struttura e all’organizzazione del CBD shop dell’azienda, puoi avere informazioni sull’origine dei prodotti, sui sistemi di lavorazione e sulle caratteristiche dei prodotti. Inoltre, i brand più seri sono molto accurati nella creazione delle schede prodotto, nella descrizione dei vari articoli e nell’esposizione dei prezzi.
Il rispetto della Normativa ecommerce e della normativa sulla cannabis light sono elementi ulteriori a cui far caso.
Indicazioni preziose, infine, sono quelle che arrivano dai clienti che hanno già provato i prodotti in precedenza. Per verificare la soddisfazione dei consumatori, dunque, si possono leggere le recensioni sul web, sul sito aziendale e sui siti di recensioni come TrustedShop o Recensioni Verificate.
Se hai ulteriori domande, scrivici immediatamente! Le aziende serie, infatti, sono disponibili a rispondere alle tue richieste e a fornirti tutte le informazioni sui prodotti in maniera trasparente e chiara.
Incertezze su dosi e purezza
I prodotti non approvati dalle agenzie di regolamentazione non devono rispettare alcuno standard su potenza o contenuto.
Di conseguenza, molti articoli contengono livelli di CBD diversi da quanto dichiarato sull’etichetta o presentano contaminanti (pesticidi, metalli pesanti) e tracce di THC non dichiarate.
Alcune indagini hanno rivelato che le percentuali di CBD possono oscillare notevolmente, talvolta superando perfino i dosaggi utilizzati in campo medico per trattare l’epilessia.
Uno studio su 84 estratti commerciali di CBD acquistati online, prodotti da 31 aziende diverse, ha constatato che solo il 31% indicava correttamente la concentrazione di CBD.
Circa il 43% era sottoetichettato (conteneva meno CBD di quanto scritto) e il 26% era sovraetichettato (ne conteneva di più). Ancora più allarmante è la scoperta che un 21,4% di quei campioni conteneva delta-9 THC senza che fosse menzionato in etichetta. Un altro studio ha evidenziato come 3 prodotti di olio di canapa su 25 avessero un livello di THC superiore allo 0,3%.
Per ovviare a tutto questo e non rischiare effetti avversi, è sempre opportuno leggere le analisi di laboratorio e scegliere solamente marchi affidabili e conosciuti, come Crystalweed.
Gli effetti benefici del CBD
Ecco i principali benefici del CBD supportati dalla ricerca scientifica:
- Potrebbe alleviare il dolore: la cannabis viene utilizzata nel trattamento del dolore da oltre 5000 anni. Addirittura, le origini dell'utilizzo a tale scopo possono essere ricondotte all’antica medicina cinese. Il sistema endocannabinoide del nostro corpo regola diverse funzioni, tra cui la percezione del dolore. Diversi studi suggeriscono che il CBD potrebbe ridurre il dolore cronico agendo sui recettori endocannabinoidi, diminuendo l'infiammazione e influenzando i neurotrasmettitori. Le evidenze precliniche indicano una potenziale efficacia anche per le malattie reumatiche come la fibromialgia;
- Potrebbe ridurre i sintomi di disturbi mentali: una revisione della letteratura scientifica del 2020 ha evidenziato come il CBD possa potenzialmente ridurre sintomi di depressione, ansia e persino psicosi. Uno studio del 2019 ha dimostrato l'efficacia nel ridurre sintomi legati al disturbo post-traumatico da stress, compresi gli incubi notturni. Gli effetti del CBD in quest'area sono particolarmente promettenti, anche se la ricerca è ancora in corso;
- Potrebbe alleviare sintomi legati al cancro: secondo una ricerca del 2022, il CBD potrebbe aiutare a ridurre nausea, vomito e dolore, sintomi comuni associati al cancro e agli effetti collaterali dei trattamenti oncologici. Le interazioni tra CBD e i meccanismi del dolore stanno mostrando risultati interessanti, anche se sono necessari ulteriori studi per trovare più evidenze scientifiche;
- Potrebbe avere proprietà neuroprotettive: il CBD sembra offrire benefici per alcune condizioni neurologiche. Uno spray contenente CBD e THC ha mostrato risultati nel ridurre dolore e spasticità muscolare nelle persone con sclerosi multipla. La FDA ha approvato l'Epidiolex, un farmaco a base di CBD, per il trattamento di diversi disturbi convulsivi. Esistono varie evidenze preliminari sulla sua efficacia per altre condizioni quali il morbo di Parkinson, la malattia di Huntington e i disturbi dello spettro autistico;
- Potrebbe giovare alla salute del cuore: il CBD potrebbe abbassare la pressione sanguigna influenzando le contrazioni del muscolo cardiaco e aiutando a dilatare i vasi sanguigni. Uno studio del 2020 ha mostrato riduzioni significative della pressione dopo un trattamento con 600 milligrammi di CBD per 7 giorni rispetto al placebo, anche se l'effetto è svanito dopo questo periodo;
- Altri potenziali benefici: la ricerca continua a esplorare altri possibili effetti del CBD, tra cui il suo ruolo nel trattamento della dipendenza da sostanze, il potenziale allungamento della vita in persone con glioblastoma e il miglioramento del sonno in persone con disturbi specifici.
Nel nostro store offriamo prodotti di alta qualità, selezionati per massimizzare questi benefici potenziali. Ricorda che la ricerca è in continua evoluzione e siamo sempre aggiornati sugli ultimi sviluppi scientifici.
Hai domande specifiche su quale prodotto potrebbe essere più adatto alle tue esigenze? Siamo qui per aiutarti!
Fonti Scientifiche:
[1] Perceived efficacy of cannabidiol-enriched cannabis extracts for treatment of pediatric epilepsy: A potential role for infantile spasms and Lennox-Gastaut syndrome;
[2] Oral cannabinoid-rich THC/CBD cannabis extract for secondary prevention of chemotherapy-induced nausea and vomiting: a study protocol for a pilot and definitive randomised double-blind placebo-controlled trial (CannabisCINV);
[3] A single dose of cannabidiol reduces blood pressure in healthy volunteers in a randomized crossover study;
[4] Long-term cannabidiol treatment in patients with Dravet syndrome: An open-label extension trial.

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