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Crystalweed in prima linea per promuovere il referendum sulla cannabis legale

4 Ottobre 2021 alle 8:55
Tempo di lettura: 5 min

È in atto proprio in questi giorni la raccolta online delle firme per il referendum sulla cannabis legale. Attraverso questo referendum si vuole arrivare a eliminare alcuni reati relativi alla sua coltivazione nonché al possesso e all’utilizzo.

In tutta Italia sono già state raccolte oltre 500mila firme, il numero minimo necessario affinché la domanda possa proseguire attraverso le successive fasi dell’iter legale. Raccoglierle è stato quanto mai semplice perché stiamo parlando della più grande mobilitazione online per riformare le leggi oggi in vigore nel nostro Paese riguardanti la cannabis, a cui si può aderire lasciando una firma digitale dopo essersi autenticati con lo Spid.

Chi decide di votare mostra il suo desiderio di abrogare tre aspetti che tra poco vedremo nel dettaglio. Raccolte le firme, la richiesta dovrà essere validata sia dalla Corte Costituzionale sia dalla Corte di Cassazione. Solo dopo questo passaggio, potrà essere indetto un referendum nazionale per poter finalmente legalizzare la cannabis.

Crystalweed ha dato un generoso contributo per validare le firme effettuate finora, considerando che ogni validazione è costata un euro. Dato che noi crediamo fermamente in questa missione, abbiamo voluto dare il nostro contributo per validare le firme a favore del referendum sulla cannabis.

Ma vediamo subito cosa comporta il referendum e cosa succederà in futuro per gli amanti della cannabis.

Cosa prevede il referendum sulla cannabis legale?

Ciò che si prefigge di fare il referendum sulla cannabis si può leggere direttamente sul sito ufficiale referendumcannabis.it sul quale è possibile lasciare la propria firma e ottenere informazioni approfondite.

In particolare, il referendum sulla cannabis vuole eliminare:

  • Il reato di coltivazione che oggi è previsto dal Testo Unico sugli Stupefacenti;
  • Le pene detentive (con detenzione da due a sei anni) legate al mondo della cannabis;
  • La sospensione e il ritiro della patente di guida per chi detiene sostanze stupefacenti o ne fa uso personale.

Ad oggi, in Italia, la cannabis è ancora considerata uno stupefacente, al di fuori del caso di cannabis ad alto contenuto di CBD e a bassa percentuale di THC permessa per uso tecnico o collezionismo. Sapere cos’è il CBDe cos’è il THC è molto importante per capire qual è la tipologia tutt’ora acquistabile e qual è invece quella, per il momento, ancora illegale. 

Finora è stata permessa la coltivazione solo ad aziende con autorizzazione che producono prodotti con un livello di THC inferiore allo 0,5%. Tuttavia, come è già successo in altre nazioni, anche  in Italia si vorrebbe raggiungere un maggiore livello di tolleranza.

piante cannabis light crystalweed

Come abbiamo già accennato in precedenza, il referendum sulla cannabis intende abrogare tutti e tre gli aspetti contemporaneamente. Ciò significa che non è possibile firmare soltanto per uno di essi ma devono essere accettati in blocco.

Ai cittadini viene infatti posto il quesito “Volete voi abrogare…”, seguito dalle tre voci. Sarà poi compito della Corte Costituzionale decidere se far passare a referendum nazionale tutte le tre richieste oppure se concederne solo una o due. Alla seconda votazione è chiaro che i cittadini saranno portati a votare solo su ciò che la Corte ha ammesso.

Che cambiamenti porterà il referendum

Da ciò che abbiamo appena detto è facile capire che il referendum sulla cannabis agirà su due piani:

  • Piano amministrativo: eliminando il ritiro e la sospensione della patente di guida;
  • Piano penale: eliminando il reato di coltivazione e le pene detentive.

È bene fare attenzione a un aspetto, ossia che il reato di coltivazione previsto dal referendum è quello di coltivazione per fini personali. Ciò significa che, se il referendum sulla cannabis dovesse passare, in futuro sarà possibile coltivare per se stessi ma non per spaccio.

Con questa novità le droghe diventano quindi legali? Assolutamente no. Le sostanze stupefacenti indicate nella tabella ministeriale aggiornata rimarranno inalterate, anche se la loro coltivazione (non a scopo di spaccio o per associazione a delinquere) sarà permessa. Sono infatti necessari diversi stadi di trasformazione delle sostanze prima di poter essere consumate.

Oggi esistono già in commercio prodotti a basso contenuto di THC come l’olio di CBDe altri prodotti simili. In realtà, esistono anche prodotti con una concentrazione più elevata di questo principio attivo psicoattivo e rientrano all’interno della cosiddetta cannabis terapeutica. Quest’ultima, tuttavia, può essere acquistata solo in farmacia e a fronte di ricetta medica per la cura di gravi patologie.

A fianco del THC esistono tantissime altre sostanze che rientrano nella tabella come l’oppio e, in generale, tutto ciò che alteri le facoltà mentali. A questo proposito, ci sono ancora pareri controversi sul fatto che il referendum potrebbe legalizzare anche la coltivazione di simili piante.

Quali sono i passaggi? Cosa manca?

Il referendum è uno strumento che ha come obiettivo quello di coinvolgere tutta la popolazione in una decisione che riguarda la nazione. Si parla infatti di democrazia diretta. In particolare, il referendum sulla cannabis è un referendum abrogativo che, come abbiamo già spiegato, ha come obiettivo quello di eliminare delle leggi attualmente in vigore.

Sul sito ufficiale chiunque abbia compiuto 18 anni e non sia stato escluso dal voto per altri motivi può lasciare la propria firma e partecipare così alla votazione.

Affinché l’iter possa arrivare a buon fine, sono innanzitutto necessarie almeno 500mila firme di cittadini (quorum), le quali sono attualmente già state raggiunte e superate.

Dopodiché, il quesito viene sottoposto alla Corte di Cassazione, la quale deve verificare che la legge che il referendum intende abrogare sia effettivamente in vigore. Ma non solo, durante il controllo accerta anche che le firme siano legittime e che il loro numero sia sufficiente per procedere nelle fasi successive.

A effettuare un ulteriore controllo è anche la Corte Costituzionale, la quale deve valutare se la domanda è stata porta nei giusti termini e quali delle richieste accettare.

Gli ultimi passaggi sono la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e il voto definitivo da parte dei cittadini che solitamente avviene nel periodo di tempo compreso tra il 15 di aprile e il 15 di giugno. Se verrà raggiunta la maggioranza, il Presidente della Repubblica dichiarerà l’abrogazione delle leggi coinvolte nel quesito referendario che da quel momento non saranno più in vigore.

E se invece il referendum fallisce? Per i prossimi cinque anni i cittadini non potranno indirne un altro sul medesimo tema della cannabis.   

Ora è necessario attendere ancora poco per capire cosa accadrà e se le firme ottenute verranno certificate prima della loro presentazione in Cassazione il 30 settembre. Nel frattempo, puoi acquistare sul nostro shop i prodotti a base di cannabis già legalizzati in Italia in attesa di ulteriori novità del settore.

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