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I recettori CB2: dove si trovano e perché sono importanti

16 Gennaio 2024 alle 10:37
Tempo di lettura: 7 min

I recettori CB2 sono una componente cruciale del sistema endocannabinoide, responsabile della regolazione di diverse funzioni corporee. Questi recettori sono prevalentemente situati nel sistema immunitario e nei tessuti periferici.

La loro scoperta ha rivoluzionato la comprensione della biologia umana. Scoperti negli anni '90, hanno attirato l'attenzione della ricerca medica e farmaceutica. Questi recettori interagiscono con vari composti, inclusi i cannabinoidi come il CBD (cannabidiolo) e il THC (tetraidrocannabinolo).

La loro importanza è immensa. Regolano infatti processi come l'infiammazione e la risposta immunitaria. Ad esempio, nel caso di un'infiammazione, i recettori CB2 possono aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore. Pensiamo ad una ferita: i CB2 aiutano il corpo a reagire e a guarire più velocemente.

Un altro aspetto cruciale è il loro ruolo nel dolore. I recettori CB2 possono ridurre la percezione del dolore, specialmente quello neuropatico. Questo significa che possono essere un target per nuovi farmaci antidolorifici, offrendo speranza a chi soffre di condizioni dolorose croniche.

La ricerca sui recettori CB2 non si ferma qui. Studi recenti hanno iniziato ad esplorare il loro potenziale nel trattamento di malattie come il cancro e disturbi neurodegenerativi. I risultati sono ancora preliminari, ma promettenti. Nelle prossime righe esploreremo alcuni di questi studi.

I recettori CB2 sono un argomento caldo nel dibattito sulla cannabis terapeutica. Il loro ruolo nell'interazione con i cannabinoidi pone quesiti importanti sul potenziale terapeutico della cannabis e i suoi derivati.

Storia e scoperta dei recettori CB2

recettori CB2

La storia dei recettori CB2 inizia con la scoperta dell'esistenza di recettori cannabinoidi nel cervello, grazie a studi in vitro condotti negli anni '80.

In quegli anni, gli scienziati stavano studiando il cervello e hanno scoperto che c'erano dei particolari recettori che reagivano alla presenza di cannabinoidi (sostanze chimiche presenti nella cannabis). Questi recettori erano una novità e nessuno sapeva esattamente come fossero fatti a livello molecolare.

Nel 1990, un passo importante è stato fatto: alcuni ricercatori sono riusciti a identificare la precisa sequenza di DNA nel cervello umano che "dice" alle cellule come costruire uno di questi recettori, che poi è stato chiamato CB1. In pratica, hanno trovato il "progetto" genetico per creare il recettore CB1.

Gli scienziati sono stati capaci di copiare questa sequenza di DNA. Questo è stato fondamentale perché ha permesso di studiare più a fondo il recettore, capire come funziona e come interagisce con i cannabinoidi. Questa scoperta è stata la base per la successiva identificazione del recettore CB2, che ha caratteristiche diverse e si trova principalmente nel sistema immunitario.

Fu nel 1993 che venne determinata l'esistenza di un secondo recettore dei cannabinoidi nel cervello, noto come recettore dei cannabinoidi di tipo 2 o CB2. Questa scoperta fu cruciale per comprendere meglio il sistema endocannabinoide umano e le sue funzioni. I recettori CB2, a differenza dei recettori CB1 che si trovano principalmente nel cervello, sono espressi principalmente nel sistema immunitario, nelle cellule ematopoietiche e in alcune parti del cervello.

I recettori CB2 sono stati scoperti da un gruppo di scienziati guidati da Sean Munro nel 1993. Sono recettori accoppiati a proteine G (GPCR) appartenenti alla famiglia dei recettori dei cannabinoidi. I recettori CB2 interagiscono sia con i cannabinoidi endogeni, come l'anandamide e il 2-arachidonoylglicerolo (2-AG), sia con i cannabinoidi esogeni, come il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).

Localizzazione e funzione dei recettori CB2

recettori CB2

I recettori CB2 fanno parte della famiglia dei recettori cannabinoidi e sono codificati dal gene CNR2 nell'uomo. Questi recettori sono strettamente imparentati con i recettori CB1, ma si differenziano per la loro localizzazione e funzione principale. Mentre i recettori CB1 sono prevalentemente nel cervello, i recettori CB2 si trovano maggiormente nel sistema immunitario, in organi come la milza, le tonsille e il timo, nonché in alcune cellule periferiche del sistema circolatorio.

La funzione dei recettori CB2 è centrale in vari processi fisiologici. Sono coinvolti nella risposta immunitaria, nella regolazione dell'infiammazione e nella percezione del dolore. Partecipano a percorsi di segnalazione cellulare come il percorso MAPK-ERK, che regola la migrazione delle cellule e altri processi cellulari.

Dal punto di vista meccanico, i recettori CB2 inibiscono l'attività dell'adenilil ciclasi e possono accoppiarsi a subunità Gαs stimolanti, portando all'aumento del cAMP intracellulare. Questa attività ha implicazioni in vari processi fisiologici.

Vi è stato un dibattito sulla presenza dei recettori CB2 nel sistema nervoso centrale (CNS). Ricerche recenti hanno mostrato l'espressione dei recettori CB2 nei neuroni, suggerendo un ruolo più complesso e diffuso nel corpo rispetto a quanto inizialmente pensato.

CB2 e il sistema immunitario

Le ricerche recenti evidenziano che i recettori CB2 si concentrano principalmente nei tessuti immunitari e sono espressi in varie cellule immunitarie. La rimozione dei CB2 in modelli animali spesso intensifica la risposta infiammatoria, mentre l'attivazione mediante cannabinoidi, sia in esperimenti in vitro (in laboratorio) che in vivo (in organismi viventi), tende a ridurre l'attività delle cellule infiammatorie, suggerendo un ruolo chiave nella modulazione dell'infiammazione. L'uso di agonisti CB2 in modelli animali di malattie infiammatorie può rallentare la progressione e ridurre l'infiammazione.

Nonostante ciò, restano incertezze. Ad esempio, non è chiaro se i recettori CB2 siano presenti nelle cellule cerebrali non immunitarie e quale possa essere il loro ruolo nelle funzioni cerebrali. Inoltre, l'effetto preciso degli endocannabinoidi sulle cellule immunitarie rimane da definire. Anche se gli studi, condotti sugli animali, suggeriscono che bloccare l'idrolisi degli endocannabinoidi riduca l'infiammazione, non è ancora certo se questo effetto sia dovuto esclusivamente all'attivazione dei CB2 e se lo stesso fenomeno si verificherebbe negli esseri umani. Infine, i nuovi agonisti CB2 in sviluppo, mirati a trattare il dolore infiammatorio, potrebbero stimolare ulteriori ricerche per capire meglio il loro potenziale ruolo nelle malattie infiammatorie.

CBD e dolore

Come riportato in questo studio, gli agonisti dei recettori CB2 hanno dimostrato una significativa riduzione della risposta al dolore nei modelli animali, ma mostrano effetti analgesici più limitati negli umani. Ciò potrebbe essere dovuto a limiti di dosaggio imposti dagli effetti psicoattivi. Gli agonisti selettivi del CB2, mirati ai recettori periferici, potrebbero rappresentare una soluzione per superare questo ostacolo e consentire dosaggi più efficaci. L'attivazione del CB2 inibisce il dolore acuto, infiammatorio e neuropatico nei modelli animali e non produce effetti sul sistema nervoso centrale, mostrando potenzialità per il trattamento del dolore acuto e cronico senza effetti psicoattivi.

Un altro studio suggerisce che l'attivazione del CB2 produce effetti antinocicettivi e antinfiammatori senza effetti cannabimimetici. Negli ultimi dieci anni, sono stati pubblicati oltre 150 brevetti su agonisti sintetici selettivi del CB2, ma il successo negli studi clinici è stato limitato. I meccanismi e le implicazioni di questa attivazione rimangono poco compresi a causa della limitata specificità degli anticorpi CB2 e della loro bassa espressione nel sistema nervoso centrale.

Uno studio ha utilizzato un modello di topo transgenico per localizzare l'espressione del CB2, trovandola nei cheratinociti epidermici della pelle. Questo potrebbe indicare potenziali siti periferici per l'efficacia antiallodinica degli agonisti CB2. L'uso di paclitaxel, un farmaco chemioterapico, è stato impiegato per modellare la neuropatia periferica indotta da chemioterapia, e sono stati esplorati gli effetti di due agonisti CB2 (AM1710 e LY2828360) su questo modello. L'espressione del CB2 è stata osservata anche nelle cellule di Merkel e nelle risposte immunitarie coinvolgenti cellule dendritiche e di Langerhans. Questi risultati indicano meccanismi periferici per la soppressione del dolore neuropatico indotto dalla chemioterapia attraverso l'attivazione del CB2.

La correlazione tra CBD e CB2

Il CBD è un componente della Cannabis sativa noto per i suoi effetti benefici. Una delle caratteristiche interessanti del CBD è la sua interazione con il sistema endocannabinoide del corpo, in particolare con i recettori CB2.

Come abbiamo visto, i recettori CB2 sono una parte importante del sistema endocannabinoide. Sono principalmente coinvolti nella regolazione del sistema immunitario e nella risposta al dolore o infiammazioni. A differenza del THC, che si lega direttamente ai recettori CB1 e CB2, il CBD ha una bassa affinità con questi recettori. Invece di legarsi direttamente a loro, il CBD sembra agire come un agonista inverso dei recettori CB2. Questo significa che il CBD può influenzare l'attività dei recettori CB2, ma in un modo che differisce dall'interazione diretta degli altri cannabinoidi.

Questo studio esplora l'uso del CBD in un modello in vitro della malattia di Parkinson, una condizione neurodegenerativa. Qui, il CBD mostra effetti protettivi, che potrebbero essere in parte dovuti alla sua interazione con i recettori CB2. Attraverso questa interazione, il CBD potrebbe contribuire a modulare le risposte immunitarie e infiammatorie nel cervello, che sono fattori chiave nella progressione di malattie come il Parkinson.

Lo studio suggerisce che gli effetti del CBD potrebbero essere mediati non solo attraverso i recettori CB2, ma anche attraverso altri percorsi, come i recettori TRPV1 e i percorsi ERK e AKT/mTOR. Questo indica che il CBD potrebbe avere un meccanismo d'azione complesso e multifattoriale, influenzando diversi aspetti della salute neuronale e immunitaria.

Quindi, la correlazione tra il CBD e i recettori CB2 è significativa, ma non diretta. Il CBD influisce sui recettori CB2 in un modo unico, contribuendo potenzialmente ai suoi effetti terapeutici in condizioni neurodegenerative e infiammatorie. Questa interazione indiretta apre la strada a ulteriori ricerche sul potenziale del CBD come trattamento per varie condizioni di salute.

Conclusione

In questo articolo abbiamo visto che i recettori CB2, scoperti negli anni '90, hanno aperto nuove frontiere nella comprensione della biologia umana. Situati principalmente nel sistema immunitario, questi recettori giocano un ruolo fondamentale nella regolazione di processi vitali come l'infiammazione e la risposta immunitaria. La loro capacità di interagire con cannabinoidi come il CBD e il THC ha sollevato un grande interesse nella ricerca medica e farmaceutica.

Il CBD, in particolare, interagisce in modo unico con i recettori CB2. Anche se non si lega direttamente a questi recettori come il THC, il CBD influisce su di loro come un agonista inverso. Questa interazione indiretta può contribuire agli effetti terapeutici del CBD, specialmente nel contesto di malattie neurodegenerative come il Parkinson. Gli studi hanno mostrato che il CBD può modulare le risposte immunitarie e infiammatorie, offrendo potenziali benefici terapeutici.

Inoltre, la ricerca sui recettori CB2 sta esplorando nuove strade nel trattamento di malattie come il cancro e altri disturbi neurodegenerativi. La ricerca è ancora nelle fasi iniziali, ma i primi risultati sono molto promettenti. La loro interazione con i cannabinoidi pone domande importanti sul potenziale terapeutico della cannabis e dei suoi derivati.

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