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I benefici del CBD sul cervello

18 Giugno 2025 alle 9:45
Tempo di lettura: 9 min
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i benefici del cbd sul cervello

ll CBD o cannabidiolo è un principio attivo che si presta per una vasta gamma di applicazioni terapeutiche che vale la pena conoscere a fondo. A tale proposito, diamo uno sguardo più da vicino a ciò che la scienza ha scoperto in merito ai benefici del CBD sul cervello umano.

Come agisce il CBD sul cervello?

I benefici del CBD sul cervello sono prodotti attraverso vari percorsi molecolari. Sebbene non si leghi realmente con i due recettori cannabinoidi CB1 e CB2, agisce attraverso diversi canali, indipendenti dagli stessi recettori. 

Il CBD migliora e inibisce l’azione legante di alcuni di questi e agisce su un recettore specifico della serotonina del tipo 1A. 

La sua affinità con questo recettore è associata a molte proprietà terapeutiche del CBD. 

Gli effetti neurologici unici del CBD offrono sollievo e nel contempo evitano il rischio di rilascio di ormoni quali il cortisolo, che è responsabile del metabolismo e delle reazioni allo stress, e dell’ossitocina, che influisce sul comportamento sociale. 

I recettori della serotonina influenzano anche l’umore, la cognizione e l’appetito di una persona.

Benefici del CBD sul cervello

Altri benefici del CBD sul cervello sono: migliorare l’attivazione dei recettori della serotonina 1A ( effetto che supporta la teoria di come il CBD impedisca determinati problemi e disturbi come il dolore neuropatico, l’ansia, la depressione, la schizofrenia e la nausea da chemioterapia).

Il CBD si lega anche ad altri recettori TRPV1 che sono chiamati vanilloidi, quindi consente di ottenere un effetto terapeutico soddisfacente. I TRPV1 svolgono un ruolo nella termoregolazione nell’infiammazione e nella percezione del dolore. Tra gli altri recettori, vale la pena citare quelli attivati dal proliferatore di perossisomi (PPAR) noti anche come “recettori nucleari”; si trovano sulla superficie del nucleo della cellula e sono stimolati dal CBD per produrre un effetto antitumorale. Quando si attiva un recettore noto come PPAR-gamma, inizia un effetto antiproliferativo che provoca la regressione dei tumori nelle linee cellulari polmonari.

I benefici del CBD sul cervello

I benefici terapeutici del CBD nel cervello umano

I benefici del CBD sul cervello possono aiutare gli individui ad affrontare problemi sia fisici che psicologici tra cui:

  • Ansia, stress e depressione.
  • Epilessia.
  • Qualità del sonno.
  • Autismo.
  • Parkinson.
  • Emicrania, cefalea a grappolo.

CBD e gli effetti positivi sull'ansia

Il THC può amplificare gli stati di ansia in alcune persone, mentre il CBD è uno dei rimedi più efficaci per questo problema, anche in presenza di casi gravi. In questo ambito, gli effetti positivi in campo neurologico del CBD possono tranquillamente equiparare a trattamenti a base di farmaci.

Un’indicazione interessante sull’efficacia del cannabidiolo sul sistema nervoso arriva da uno dei tre studi condotti in Israele su autismo e CBD [1]. In particolare, gli studiosi hanno indagato se il principio attivo potesse ridurre gli stati d’ansia. Su 53 bambini sottoposti al trattamento con olio di cannabis per oltre due mesi, quasi il 50% ha avuto miglioramenti notevoli nella sensazione di ansia.

CBD e gli effetti sull'epilessia

Un altro specifico studio sui benefici del CBD sul cervello ha dimostrato la sua grande efficacia nel curare l’epilessia e altri disturbi neuropsichiatrici.

I soggetti epilettici risentono di una qualità di vita alterata dal timore che si presentino improvvisamente le crisi epilettiche. Tuttavia, i farmaci antiepilettici prescritti tradizionalmente tendono ad avere effetti collaterali fastidiosi, come aumento del sonno, astenia, affaticamento nelle attività quotidiane, umore variabile, metabolismo lento. Oltre a questi, i rischi a lungo termine sono ancora più invasivi e includono problemi al fegato, al pancreas e disturbi ormonali.

La dimostrazione di quanto il CBD possa svolgere un ruolo determinante nell’epilessia arriva proprio dalla ricerca farmacologica. L’unico farmaco a base di cannabis approvato dalla Food and Drug administration (FDA), infatti, è l’Epidiolex, destinato proprio ai pazienti epilettici.

CBD e gli effetti benefici sul sonno

La terza proprietà terapeutica del CBD attiene la qualità del sonno. Dal momento che il CBD può aiutare a ridurre l’ansia, può servire anche per chi ha difficoltà a conciliare il sonno. Infatti, può aumentarne la quantità complessiva sopprimendo l’insonnia. A dosaggi bassi, il CBD induce la veglia e riduce la sonnolenza diurna, ma le dosi massicce impiegate poche ore prima di andare a dormire hanno un effetto equilibrante che spesso porta ad ottenere una buona notte di sonno.

L’azione del CBD sull’insonnia può variare a seconda del prodotto utilizzato e delle dosi assunte. Questi elementi, infatti, vanno ponderati accuratamente in base alle necessità del soggetto.

CBD e gli effetti sulla Schizofrenia

Diversi studi dimostrano l’efficacia del CBD sulla mente, in particolare nei disturbi psichiatrici, quali la schizofrenia, l’ansia e il disturbo da stress post-traumatico.

Uno studio del 2014 [2] sul ruolo del CBD nel trattamento dell’epilessia e dei disturbi neuropsichiatrici ha dimostrato che la somministrazione di cannabinoidi può ridurre i sintomi psichiatrici.

Le proprietà antipsicotiche del CBD sono state dimostrate anche da uno studio clinico tedesco che ha analizzato la reazione dei pazienti ad un antipsicotico standard e all'olio di CBD. Quest’ultimo, andando a ridurre i sintomi psicotici, è risultato parimenti efficace come neurolettico, ma ha provocato minori effetti avversi rispetto al farmaco tradizionale.

Questo su schizofrenia e CBD ha dimostrato anche che il CBD non agisce direttamente sui recettori dei cannabinoidi ma migliora la ricettività da parte dei neuromodulatori, diminuendo gli effetti psicotici della sostanza.

CBD e gli effetti sull'autismo

L’autismo è una condizione che penalizza fortemente i pazienti e le loro famiglie. Fino ad ora, la ricerca si è concentrata in particolare su alcuni tratti dello spettro autistico, sottovalutando l’aspetto sistemico della malattia.

Tuttavia, l’autismo non provoca solo disturbi del comportamento o alterazioni emotive, ma può presentare comorbidità come l’epilessia, l’insonnia e i disturbi gastrointestinali. Con uno sguardo più ampio, tutto ciò può far pensare ad un malfunzionamento del sistema endocannabinoide, esattamente come avviene per altri disturbi di natura psichiatrica e neurologica.

Le ricerche che dimostrano l’interazione del cannabidiolo con il sistema endocannabinoide sono molteplici. I dati analizzati spiegano come la sostanza possa essere funzionale anche nei disturbi dello spettro autistico.

In Israele, sono circa 2500 i pazienti autistici trattati regolarmente con cannabinoidi, nei quali si è notata una forte riduzione dei sintomi più fastidiosi, ossia insonnia, autolesionismo e alterazione psicologica.

CBD e gli effetti sul Parkinson

Il morbo di Parkinson è una patologia estremamente diffusa che affligge oltre 10 milioni di individui. Uno dei simboli di questa problematica è diventato l’attore Michael J. Fox, che lotta da anni con la malattia di Parkinson. Si tratta di un disturbo neurologico invalidante che non permette di avere il controllo sul proprio corpo e sui propri movimenti.

Le prime testimonianze sull’utilità della cannabis per il controllo dei tremori risalgono al 1888. All’epoca, il neurologo Sir William Gowers pubblicò un Manuale delle malattie del sistema nervoso, in cui affermava che la cannabis potesse ridurre i tremori fino a farli scomparire.

Ricerche più attuali hanno dimostrato l'effettiva potenza del cannabidiolo nel trattamento di malattie di tipo neurodegenerativo, tra cui il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Grazie alle sue proprietà antiossidanti e neuroprotettive, oltre a far diminuire i movimenti incontrollati, il CBD rallenta l’avanzamento della malattia.

CBD e gli effetti sulla memoria

Molti pensano che tutto quello che deriva dalla cannabis faccia male al cervello, ma le ricerche sul CBD ci dicono che non è così. A differenza del THC, che può compromettere temporaneamente la memoria, il cannabidiolo sembra fare l'esatto opposto.

Il meccanismo è abbastanza affascinante. Il nostro cervello ha dei recettori chiamati CB1 e CB2 che fanno parte del sistema endocannabinoide. Questi recettori sono particolarmente concentrati nell'ippocampo, nella corteccia prefrontale e nei gangli della base - proprio le aree che gestiscono memoria, attenzione e funzioni esecutive.

Quando il CBD interagisce con questi recettori, agisce come un neuroprotettore, mostrando importanti proprietà neuroprotettive che riducono l'infiammazione e lo stress ossidativo causato dai radicali liberi che danneggiano le cellule cerebrali. In pratica, aiuta a preservare la salute dei neuroni e la funzione cerebrale complessiva.

Gli studi scientifici sono incoraggianti. Una revisione sistematica del 2021 [3] ha mostrato che il CBD può influenzare positivamente l'attività cerebrale durante compiti cognitivi, migliorando la memoria verbale, l'inibizione delle risposte e l'elaborazione emotiva. Per le persone con disturbi psicotici o ad alto rischio, il CBD ha mostrato effetti intermedi benefici sulle funzioni cognitive.

Inoltre, lo studio di Bloomfield del 2020 [4] (che approfondiremo tra poco) ha dimostrato che una singola dose di CBD aumenta il flusso sanguigno nell'ippocampo. E, sappiamo che un migliore flusso sanguigno nell'ippocampo è associato a prestazioni mnemoniche superiori.

Per le condizioni neurologiche come l'Alzheimer, il CBD sembra inibire la progressione della malattia, prevenendo il deficit di riconoscimento sociale e migliorando le performance cognitive.

La cosa interessante è che gli studi pre-clinici mostrano che l'uso prolungato di CBD non ha effetti negativi sull'apprendimento spaziale e può addirittura migliorare l'apprendimento motorio e l'attenzione.

Insomma, mentre in Italia ci preoccupiamo di vietarlo, la ricerca scientifica continua a scoprire come questa sostanza possa essere un alleato prezioso per il nostro cervello.

Leggi questo articolo per avere maggiori info:

l'olio di CBD può migliorare la salute mentale.

La ricerca scientifica sugli effetti del CBD sul flusso sanguigno all'ippocampo

Un gruppo di ricercatori dell'UCL di Londra [4] ha fatto una scoperta interessante sul cannabidiolo (CBD) che potrebbe cambiare il modo in cui pensiamo a questa sostanza. 

In pratica, hanno scoperto che una singola dose di CBD aumenta il flusso di sangue nell'ippocampo, la parte del cervello che gestisce memoria ed emozioni.

I ricercatori hanno selezionato 15 giovani adulti sani che non avevano mai fumato molto cannabis e li hanno divisi in due gruppi. A un gruppo hanno dato 600 mg di CBD in capsule, all'altro un placebo (una pillola finta).

Nessuno sapeva cosa stava prendendo.

Successivamente hanno usato la risonanza magnetica per vedere cosa succedeva nel cervello. Il risultato?

Il CBD ha fatto aumentare significativamente la circolazione del sangue nell'ippocampo e in un'altra area chiamata corteccia orbitofrontale, che si occupa di decisioni e pianificazione.

Questo risultato è molto importante, dato che un migliore flusso sanguigno al cervello significa più ossigeno e nutrienti per i neuroni. Inoltre, l'ippocampo aiuta a formare nuovi ricordi e gestire le emozioni.

Il dottor Bloomfield, che ha guidato la ricerca, asserisce che questo potrebbe spiegare perché il CBD sembra aiutare con problemi tipo ansia, stress post-traumatico e disturbi della memoria

Se riesce a migliorare il flusso sanguigno nelle aree del cervello responsabili di queste funzioni, iniziamo a capire il meccanismo dietro i suoi effetti terapeutici.

Certo, lo studio ha dei limiti: hanno testato solo una dose, solo su persone sane, e solo una volta. Rimane comunque il primo a dimostrare scientificamente che il CBD ha effetti specifici sulla circolazione cerebrale.

Gli effetti analgesici del CBD

Un’altra eccellente proprietà del CBD riguarda gli effetti analgesici. Infatti è stato dimostrato che è in grado di inibire la trasmissione neuronale senza causare tolleranza analgesica. Per questo motivo, i ricercatori affermano che il CBD e gli altri cannabinoidi possono essere utilizzati come base per il trattamento del dolore cronico. 

Sempre in merito alle proprietà benefiche del cannabidiolo in oggetto, è importante sottolineare che recenti studi hanno dimostrato che dosi molto elevate di CBD non hanno effetti tossici negli esseri umani, e che potrebbero essere utilizzate per inibire la crescita delle cellule tumorali.

CBD e gli effetti sull'emicrania o cefalea a grappolo

L'emicrania e la cefalea a grappolo sono disturbi neurologici talmente intensi da provocare disabilità in chi ne soffre. Il mal di testa a grappolo può provocare un malessere tale da essere anche chiamato “mal di testa da suicidio”. In commercio esistono moltissimi farmaci per alleviare i dolori lancinanti e persistenti di queste patologie, ma nessuno di essi costituisce una valida soluzione al problema.

Un team di ricercatori dell’Università di Yale ha pubblicato uno studio molto promettente sull’utilizzo di rimedi psichedelici per trattare la cefalea. Sembra che la loro azione vada a restringere i vasi sanguigni che circondano l’area del cervello, con l'effetto di ridurre gli stimoli dolorosi. Inoltre, grazie al cannabidiolo si riduce anche l’infiammazione sottostante, che sembra provocare gli attacchi di cefalea.

Conclusione

Il CBD è il principale componente della Cannabis legale (cannabis light o marijuana legale) perciò tutti gli effetti benefici del CBD si applicano all'utilizzo di cannabis light ricca di questo magico componente.

Fonti Scientifiche:

[1] Oral Cannabidiol Use in Children With Autism Spectrum Disorder to Treat Related Symptoms and Co-morbidities;

[2] Cannabidiol: Pharmacology and potential therapeutic role in epilepsy and other neuropsychiatric disorders;

[3] The Impact of Cannabidiol on Human Brain Function: A Systematic Review;

[4] The effects of acute cannabidiol on cerebral blood flow and its relationship to memory: An arterial spin labelling magnetic resonance imaging study.

Alessandro Aru
Autore:
Alessandro Aru

Founder di Wonder Channel ed Head of Marketing di Crystalweed, amo curare i contenuti sul CBD e posso raccontare la mia esperienza come paziente affetto da rettocolite ulcerosa che ha trovato enormi benefici attraverso l'applicazione dei prodotti con CBD, ovviamente sotto consiglio del medico.

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3 comments on “I benefici del CBD sul cervello”

  1. Siete un azienda molto seria e preparata..spiegando i minimi dettagli .valutata personalmente ... Consiglierei personalmente di affidarci a loro..

  2. Io sto usando le capsule di cbd olio per mio figlio che sofre da disturbi da tic nervosi non lo so se sono efficace voglio provare cosa mi consigliate?Grazie mille Ivano

    1. Buongiorno Ivano,
      la risposta di ognuno di noi ai cannabinoidi è differente.
      Le consigliamo quindi di contattarci all'assistenza clienti WhatsApp al 327 138 5533 per avere un'informazione più precisa.
      Le auguriamo una buona giornata
      Team Crystalweed

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