Perdita di memoria, disturbi del sonno, agitazione, aggressività e mancanza di inibizione sono alcuni dei campanelli d’allarme di una malattia tanto temuta quanto diffusa: la malattia di Alzheimer o morbo di Alzheimer.
Attualmente, non esistono ancora cure per questa patologia ma si possono trattare i sintomi e migliorare le condizioni dei pazienti.
Numerose ricerche scientifiche suggeriscono uno stretto legame tra morbo di Alzheimer e CBD.
In particolare, i prodotti a base di cannabidiolo possono aiutare i pazienti affetti da Alzheimer a ridurre l’agitazione e ad avere una maggiore lucidità mentale. Inoltre, grazie alle proprietà antiossidanti della sostanza, è possibile proteggere i neuroni e rallentare la progressione della malattia.
Prima di parlare degli effetti del CBD sui malati di Alzheimer, però è necessario soffermarsi un istante su cos’è il CBD e come agisce sul sistema nervoso centrale.
Sostanza dai molteplici effetti benefici, il CBD è uno dei principi attivi della cannabis. A differenza del THC, è privo di effetti psicotropi ed è oggetto di numerose ricerche, proprio in virtù delle sue proprietà positive sull’organismo umano.
Molte persone conoscono gli effetti dell’olio di CBD come antidolorifico, ma la sostanza ha moltissime altre proprietà benefiche.
Dalla ricerca, arrivano indicazioni sull’efficacia del CBD nelle condizioni neurodegenerative, come l’Alzheimer, il morbo Parkinson e la malattia di Huntington. In effetti, l’allungamento dell’aspettativa di vita, rende sempre più frequente la comparsa di malattie degenerative che coinvolgono persone oltre i 65 anni di età. E questo stimola i ricercatori a trovare soluzioni valide e poco invasive come i cannabinoidi.
Come si possono affrontare i sintomi dell’Alzheimer in modo naturale? Quali prospettive offre il CBD nel trattamento dell’Alzheimer?
Vediamo cosa dicono i ricercatori a riguardo.
Gli studi fatti negli ultimi anni su CBD e cannabis nei pazienti affetti da morbo di Alzheimer
L’interesse dei ricercatori sugli effetti della cannabis legale nei confronti dei pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer è altissimo, tanto che dal 1997 a oggi si sono susseguiti innumerevoli studi a riguardo.
In questa sezione abbiamo raccolto i più significativi in ordine cronologico.
- 1997: “Effetti del dronabinol sull'anoressia e sui disturbi del comportamento nei pazienti con malattia di Alzheimer”. Da questa ricerca è emerso che il dronabinol ha ridotto i disturbi del comportamento sia nei malati di anoressia che nei pazienti con malattia di Alzheimer.
- 2005: “Prevention of Alzheimer’s Disease Pathology by Cannabinoids: Neuroprotection Mediated by Blockade of Microglial Activation”. Considerati potenti antiossidanti, i cannabinoidi potrebbero attivare la protezione dei neuroni, fermando l'azione microgliale della proteina beta amiloide. In questo modo rallenterebbe la perdita delle funzioni cerebrali e la perdita di memoria.
- 2006: “Delta-9-tetraidrocannabinolo per l'agitazione notturna nella demenza grave”. Uno dei sintomi più fastidiosi dell’Alzheimer è la difficoltà a prendere sonno e mantenere un riposo costante. Uno studio su sei pazienti ha dimostrato i benefici del CBD sull’insonnia: il cannabidiolo, infatti, riduce i movimenti incontrollati e l'agitazione.
- 2007: “Morbo di Alzheimer: allentare la tensione con i cannabinoidi?”. L’utilizzo dei cannabinoidi rappresenta una valida alternativa terapeutica per proteggere i neuroni dalla neurodegenerazione. Contemporaneamente, riesce a ridurre l’infiammazione dei neuroni, limitando gli effetti della patologia.
- 2008: “Il ruolo del sistema endocannabinoide nel morbo di Alzheimer, fatti e ipotesi”. Nell’articolo si analizza l’azione degli endocannabinoidi nel controllo sulle altre malattie di tipo neurodegenerativo. In particolare, essi cercano di contrastare gli effetti negativi (conseguenze neurochimiche e infiammatorie) indotti dalla proteina beta-amiloide. I cannabinoidi, soprattutto il cannabidiolo dagli effetti non psicotropi, potrebbero proteggere i neuroni. Inoltre, si potrebbero utilizzare gli antagonisti dei recettori dei cannabinoidi nei farmaci.
- 2010: “Potenziale terapeutico del cannabidiolo (CBD) non psicotropo nell'ictus ischemico”. Negli anni sono state indagate le proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e neuroprotettive del CBD. Questa sostanza si è dimostrata efficace nel trattamento dell'ictus ischemico di altre patologie croniche. In particolare, sembra che si comporti come agente cerebro-protettivo e che sia valido nel morbo di Parkinson, nel morbo di Alzheimer e nell'artrite reumatoide.
- 2011: “Cannabidiolo come strategia terapeutica emergente per ridurre l'impatto dell'infiammazione sullo stress ossidativo”. Review sul potenziale terapeutico del CBD nel ridurre lo stress ossidativo e i suoi effetti sul sistema immunitario. In particolare, si pensa che possa essere utile nell’eziologia e nella protezione di malattie e disturbi come l'artrite reumatoide, il diabete di tipo I e II, l'aterosclerosi, il morbo di Alzheimer, l'ipertensione, la sindrome metabolica, il danno da ischemia-riperfusione, la depressione e il dolore neuropatico.
- 2014: “L'influenza dei cannabinoidi sui tratti generici della neurodegenerazione”. La recensione raccoglie e spiega i meccanismi che portano allo sviluppo di malattie neurodegenerative, come il parkinson, l’Alzheimer e la malattia di Huntington. Infine, spiega come i cannabinoidi possano avere effetti positivi nei disturbi neurodegenerativi.
- 2015: “Cannabinoidi nei disturbi neurodegenerativi e ictus/trauma cerebrale: dai modelli preclinici alle applicazioni cliniche”. Questa review raccoglie studi preclinici e applicazioni dei cannabinoidi nei disturbi neurodegenerativi. L’assunto di partenza è che tra le proprietà dei cannabinoidi c’è la regolazione dell'omeostasi e la protezione dei neuroni. Grazie a questa caratteristica, i cannabinoidi potrebbero essere d’aiuto nelle patologie a carico del sistema neurologico, tra cui il morbo di Alzheimer e l’ictus.
- 2016: “Il sistema endocannabinoide nei disturbi neurologici”. Attualmente non esistono cure per molti disturbi neurodegenerativi, come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson, ma solamente terapie per alleviare alcuni sintomi. La ricerca ha sottolineato che, visto il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nelle malattie neurodegenerative, potrebbe essere considerato come obiettivo di possibili trattamenti.
- 2016: “Sicurezza ed efficacia dell'olio di cannabis medicinale per i sintomi comportamentali e psicologici della demenza: studio pilota”. L’aggiunta di olio di cannabis medica (MCO) contenente THC alla farmacoterapia migliora i sintomi psicologici e comportamentali della demenza legata al morbo di Alzheimer.
- 2017: Aspetti neurologici dell'uso medico di cannabidiolo. La review ha preso in considerazione studi clinici e di laboratorio sull’efficacia del CBD in alcune malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, la malattia di Alzheimer, la sclerosi multipla, la corea di Huntington, la sclerosi laterale amiotrofica e l'ischemia cerebrale. Il CBD si è dimostrato efficace nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, dal morbo di Parkinson e dalla sclerosi multipla.
- 2017: Segnalazione del recettore cannabinoide 2 nei disturbi neurodegenerativi: dalla patogenesi a un bersaglio terapeutico promettente. Anziché concentrarsi sui sintomi della malattia, molti studi iniziano a cercare terapie per ridurre la degenerazione neuronale. I cannabinoidi sono sostanze ideali per questo scopo, viste le proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive che possiedono.
- 2019: durante il congresso IACM (Associazione Internazionale per la Medicina dei Cannabinoidi) medici e ricercatori hanno mostrato i dati sull’efficacia dei farmaci a base di cannabis sui pazienti affetti da Alzheimer. In particolare, hanno evidenziato il miglioramento delle capacità motorie, il controllo del peso e il mantenimento delle facoltà mentali.
- 2019: “Cannabis terapeutica per pazienti anziani: protocollo di trattamento e risultati iniziali”. Lo studio dimostra che gli anziani possono migliorare sintomi come dolore cronico e insonnia utilizzando la cannabis terapeutica, con un dosaggio personalizzato.
- 2022: “Il cannabidiolo migliora la fagocitosi e la clearance del peptide beta-amiloide microgliale tramite l'attivazione del canale di tipo 2 della famiglia dei vanilloidi”. Il trattamento con il cannabidiolo ha attenuato l’infiammazione dei neuroni, per cui la molecola viene considerata una possibile terapia per i malati di Alzheimer.
In che modo il CBD agisce nel cervello per ridurre l’infiammazione e migliorare le funzioni cognitive?
Tra le problematiche principali dovute al morbo di Alzheimer ci sono placche amiloidi e ammassi neurofibrillari, sia nei tessuti che nei neuroni. A causa delle placche, vanno ad infiammarsi anche i neuroni, provocando una perdita graduale delle funzioni cognitive.
Siccome moltissime funzioni del sistema nervoso centrale vengono regolate dal sistema endocannabinoide, gli studiosi hanno iniziato ad indagare il ruolo del CBD nelle malattie neurodegenerative.
In effetti, questo principio attivo proveniente dalla cannabis e privo di effetti psicotropi, ha dimostrato di avere proprietà antinfiammatorie, pro-apoptotiche e antiossidanti. Inoltre, un corretto funzionamento del sistema endocannabinoide contribuisce a ritardare i meccanismi da cui scaturiscono le malattie neurodegenerative. Secondo alcuni studi, il CBD favorisce le funzionalità del sistema endocannabinoide, migliorando la comunicazione tra le cellule cerebrali.
Inoltre, stimolando il sistema immunitario, si apportano benefici anche alle attività neurologiche e al cervello.
Quindi, il CBD può aiutare con i sintomi mentali e fisici dell'Alzheimer?
È chiaro che associare morbo di Alzheimer e CBD non sembra particolarmente intuitivo. Tuttavia, la ricerca scientifica ha ampiamente suggerito l’efficacia del principio attivo estratto dalla cannabis legale sulle persone affette da Alzheimer.
L’Alzheimer è una forma di demenza e tra i suoi primi sintomi abbiamo la perdita della memoria recente e la difficoltà di rintracciare alcuni termini durante la conversazione. In genere, infatti, si semplifica il linguaggio e si dimenticano avvenimenti relativi ai minuti precedenti. Questo è dovuto ai cambiamenti che interessano i tessuti del cervello.
Inoltre, l’Alzheimer va a pregiudicare il normale comportamento, provocando la perdita di ogni tipo di inibizione. Spesso il malato di Alzheimer risulta aggressivo, parla in maniera sconsiderata e non prova imbarazzo per comportamenti irrispettosi o lontani dal comune senso del pudore.
Una delle fonti di maggior disagio per i pazienti affetti da Alzheimer è la mancanza di sonno o la difficoltà a dormire in modo sereno e continuativo.
L’olio di CBD può essere d’aiuto in alcuni sintomi della malattia di Alzheimer, come l’insonnia, i cambi d’umore e l’inappetenza.
Grazie al CBD, infatti, si può:
- migliorare la qualità del sonno;
- controllare l’appetito;
- migliorare l’umore, riducendo ansia e depressione.
Dalle conoscenze attuali, sembra che i benefici del CBD si manifestino soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, rallentandone anche il decorso. Nonostante ciò, i suoi effetti sono minori nelle fasi successive.
Fonti scientifiche su Morbo di Alzheimer e CBD
- Int J Geriatr Psychiatry. “Effects of dronabinol on anorexia and disturbed behavior in patients with Alzheimer's disease”.
- The Journal of neuroscience. “Prevention of Alzheimer’s Disease Pathology by Cannabinoids: Neuroprotection Mediated by Blockade of Microglial Activation”.
- Psychopharmacology. “Delta-9-tetrahydrocannabinol for nighttime agitation in severe dementia”.
- British Journal of Pharmacology. “Alzheimer's disease; taking the edge off with cannabinoids?”
- Endocannabinoid Research Group. “Il ruolo del sistema endocannabinoide nel morbo di Alzheimer, fatti e ipotesi”.
- Pharmaceuticals.“Potenziale terapeutico del cannabidiolo (CBD) non psicotropo nell'ictus ischemico”.
- Free Radic Biol Med.. “Cannabidiolo come strategia terapeutica emergente per ridurre l'impatto dell'infiammazione sullo stress ossidativo”.
- British Journal of Pharmacology. “L'influenza dei cannabinoidi sui tratti generici della neurodegenerazione”
- Neurotherapeutics. “Cannabinoidi nei disturbi neurodegenerativi e ictus/trauma cerebrale: dai modelli preclinici alle applicazioni cliniche”.
- Recent Pat CNS Drug Discov. “Endocannabinoid System in Neurological Disorders”.
- CNS Neurol Disord Drug Targets. “Sicurezza ed efficacia dell'olio di cannabis medicinale per i sintomi comportamentali e psicologici della demenza: studio pilota”.
- CNS Neurol Disord Drug Targets. “Aspetti neurologici dell'uso medico di cannabidiolo”.
- Frontiers in Neuroscience. “Segnalazione del recettore cannabinoide 2 nei disturbi neurodegenerativi: dalla patogenesi a un bersaglio terapeutico promettente”.
- J Clin Med. “Cannabis terapeutica per pazienti anziani: protocollo di trattamento e risultati iniziali”.
- International Journal of Molecular Sciences.”Il cannabidiolo migliora la fagocitosi e la clearance del peptide beta-amiloide microgliale tramite l'attivazione del canale di tipo 2 della famiglia dei vanilloidi”.
Vorrei sapere in che modo si usa e se può essere aggiuntivo alla terapia medica o come sostitutivo.grazie
Buongiorno Graziella,
ognuno di noi ha una risposta diversa ai cannabinoidi.
In più, potrebbero esserci possibili interazioni con altre terapie in corso.
Le consigliamo di contattarci all'assistenza clienti su WhatsApp al 327 138 5533 per avere maggiori dettagli e poterle dare indicazioni più precise.
Le auguriamo una buona giornata
Team Crystalweed
Buonasera vorrei avere più informazioni
Buon pomeriggio Michela,
per avere maggiori informazioni le consigliamo di contattarci all'assistenza clienti su WhatsApp al 327 138 5533
Le auguriamo una buona serata
Team Crystalweed
Salve mia madre soffre di Alzheimer e ha spesso episodi di aggressività...vorrei sapere quale dosaggio potrebbe essere utile...grazie
Buongiorno Patrizia,
rispondendo ognuno di noi diversamente ai cannabinoidi, le consigliamo di contattarci all'assistenza clienti su WhatsApp al 327 138 5533 per avere maggiori dettagli e poterle dare indicazioni più precise.
Le auguriamo una buona giornata
Team Crystalweed
Buonasera. Volevo sapere se il Cbd può essere utile per la rigidità e la spasticita'nella malattia di Alzheimer avanzata. Grazie! Lorella
Ciao Lorella, ti confermo che per mia mamma è servito molto. Se però vuoi avere delle informazioni più dettagliate ti consigli di scrivere ai ragazzi di Crystal via Whatsapp.
E x le demenze fronto-temporali ? Ci sono studi e ricerche in merito? In che modo potrebbero aiutare mia moglie?
Mentre facevo ricerca personale su Internet, poiché mia madre ne soffre, mi sono imbattuta in questo articolo del 2018 di uno studio americano molto interessante: https://alzheimer.ca/sites/default/files/documents/ASC-statement_cannabis-and-the-treatment-of-dementia.pdf Spero ti possa essere utile 🙂