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Quali sono gli effetti della cannabis legale

11 Settembre 2024 alle 8:35
Tempo di lettura: 10 min
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effetti della cannabis legale

Da qualche anno il suo uso è tornato alla ribalta grazie alla normativa sulle droghe leggere, ma la cannabis era utilizzata fin dall’antichità dalle popolazioni Hindu di India e Nepal. Gli effetti della cannabis legale, infatti, non possono essere ignorati poiché questa sostanza porta molti benefici all’organismo ed è di grande aiuto nelle patologie difficili da affrontare con la medicina tradizionale.

Probabilmente hai già sentito parlare dell’uso della cannabis light come fonte di relax naturale o per alleviare gli stati dolorosi.

Ma questi non sono gli unici risultati positivi che dà.

Oltre ad uno stato di benessere generale, è ormai dimostrato che la cannabis legale è molto efficace:

  • nella prevenzione delle malattie neurodegenerative;
  • aiuta a gestire l’ansia e il disturbo post traumatico da stress;
  • rilassa i muscoli in quelle persone affette da sclerosi multipla;
  • riduce gli effetti collaterali dei chemioterapici.

Se vuoi scoprire quali sono gli altri effetti della cannabis legale, continua a leggere questo articolo.

Per prima cosa, tuttavia, è necessario sottolineare che la legge fa una netta distinzione tra cannabis light e canapa illegale. Entrambe sono classificate in base alla concentrazione di due sostanze: il THC e il CBD, che ne determinano gli effetti.

Cos’è la cannabis legale

Per capire cosa si intende per cannabis legale, bisogna partire dalla sua composizione chimica.
La canapa contiene oltre un centinaio di cannabinoidi, che hanno effetti diversi. Le due sostanze più presenti e utilizzate per scopi medici sono il cannabidiolo (noto come CBD) e il delta-9-tetraidrocannabinolo (il THC).

Il CBD e il THC si trovano nelle infiorescenze della pianta di canapa. In base alla concentrazione di queste due sostanze nel prodotto si distinguono la cannabis legale, o light, e la canapa illegale.

Il THC, infatti, è una sostanza psicotropa dagli effetti stupefacenti. Il suo uso è concesso dalla legge in una percentuale minima. Il cannabidiolo, invece, agisce in maniera contrastante con il THC e ne riduce gli effetti.

La cannabis, per essere considerata legale, deve avere una concentrazione massima di THC dello 0,5%, mentre non sono previsti limiti per la concentrazione di CBD.

L’uso di tetraidrocannabinolo ha effetti differenti a seconda del soggetto a cui viene somministrato. La sua capacità psicoattiva è responsabile dello “sballo” che si ha quando si fuma marijuana illegale.

Oltre a ciò, questa sostanza è vietata per gli eventuali effetti collaterali che può avere sulla salute, che si manifestano con: attacchi di ansia o di panico, paranoia, alterazione delle percezioni sensoriali, nausea e perdita di equilibrio.

L’intossicazione, in genere, passa nell’arco di qualche ora, senza effetti a lungo termine.

Prima di vedere gli effetti della cannabis legale, capiamo la differenza tra cannabis sativa, indica e ruderalis.

Distinzione tra Cannabis sativa, indica e ruderalis

effetti cannabis legale

Tutte le varietà di Cannabis fanno parte della famiglia delle Cannabacee, ma presentano differenze significative per quanto riguarda aspetto, esigenze di coltivazione, le dimensioni e la resa del raccolto. 

La classificazione di queste piante non è affatto semplice: ancora oggi gli scienziati non hanno raggiunto un consenso unanime e si dividono in diverse scuole di pensiero, ognuna influenzata da approcci differenti, che tendono a classificare la pianta di marijuana in modi spesso contrastanti.

Il primo tentativo di classificazione delle diverse varietà di Cannabis fu compiuto da Carlo Linneo, un noto botanico, medico e zoologo svedese. A metà del XVIII secolo, Linneo sviluppò un sistema di classificazione che, in molti aspetti, continua ad essere utilizzato ancora oggi.

Nonostante i progressi, la maggior parte degli esperti è ancora impegnato nella ricerca di un metodo universalmente accettato per classificare le varie specie di cannabis. 

Esistono due principali approcci a questa questione. Secondo alcune interpretazioni, tutte le varietà conosciute sono sottospecie della Cannabis Sativa, la più nota e diffusa tra tutte. Altri studiosi, invece, propongono una suddivisione della vasta famiglia della Cannabis in tre gruppi distinti: Cannabis Indica, Cannabis Sativa e Cannabis Ruderalis.

Queste differenti visioni riflettono le sfide e le complessità che gli scienziati devono affrontare nel tentativo di comprendere e classificare una pianta così versatile e diffusa come la cannabis.

Cannabis Sativa

La Cannabis Sativa è la varietà di cannabis più diffusa, riconoscibile per la sua notevole capacità di crescita e per gli effetti prevalentemente stimolanti a livello mentale. 

Questa pianta ha origine nei paesi equatoriali, situati tra i 30° di latitudine nord e sud rispetto all'equatore, come la Thailandia e l'Indonesia, dove le ore di luce rimangono costanti durante tutto l'anno.

Le piante di Sativa sono molto resistenti, una caratteristica sviluppata per adattarsi alla densa vegetazione delle loro zone d'origine, dove devono competere costantemente per ottenere la luce solare. Questa continua competizione ha portato le specie Sativa ad evolversi per crescere in altezza, raggiungendo spesso dimensioni considerevoli. 

Le piante di Sativa, infatti, sono generalmente piuttosto alte e slanciate, con esemplari geneticamente puri che possono superare i 5 metri di altezza. 

Tuttavia, in condizioni ambientali ottimali, la pianta tende a mantenersi tra i 2 e i 4 metri.

Una delle caratteristiche distintive della Sativa è la sua capacità di produrre raccolti molto abbondanti, sebbene richiedano tempi di fioritura piuttosto lunghi, che possono arrivare fino a 16 settimane

Le foglie della Sativa sono diventate un vero e proprio simbolo della marijuana, essendo molto più affusolate e sottili rispetto a quelle delle altre varietà, e somigliano a lunghe dita.

Cannabis Indica

La Cannabis Indica si distingue nettamente dalla sua "sorella" Sativa, presentandosi come una pianta compatta e cespugliosa, con una crescita in altezza piuttosto contenuta. Le varietà pure al 100% di Indica hanno una struttura che ricorda un albero di Natale, rendendole ideali per chi dispone di poco spazio.

Questa varietà di cannabis è originaria delle regioni più aride del mondo, come il Libano, l'Afghanistan e l'India, da cui prende il nome. In Europa, la Cannabis Indica era praticamente sconosciuta fino al 1785, quando il botanico Jean-Baptiste De Lamark riportò la scoperta di questa pianta durante un viaggio nelle Indie.

Le piante di Indica sono particolarmente adatte per chi desidera un raccolto rapido: non solo crescono poco in altezza (solitamente non superano 1,2-1,5 metri), ma il loro periodo di fioritura è molto breve, solitamente non oltre le 8 settimane. Una volta raggiunta la loro altezza ottimale, queste piante smettono di crescere in verticale e concentrano tutta la loro energia per svilupparsi in larghezza, producendo infiorescenze compatte e molto aromatiche.

La forma delle piante di Indica e delle loro foglie, tozze e corte con una caratteristica forma a ventaglio, è strettamente legata all'ambiente geografico di origine, dove la pianta è sottoposta a continue variazioni delle ore di luce durante l'anno. Quando le ore di luce diminuiscono, la pianta entra nella fase di fioritura, iniziando a produrre fiori.

Cannabis Ruderalis

La Cannabis Ruderalis è spesso considerata una varietà che si è evoluta per adattarsi a climi rigidi e regioni settentrionali. Questa pianta, nonostante la sua resilienza, non è adatta per la coltivazione di massa a causa delle sue piccole dimensioni e delle basse rese produttive.

La Ruderalis è diventata di interesse nel mercato moderno della cannabis per alcune caratteristiche uniche, come la sua notevole resistenza e un ciclo di fioritura che non dipende dalle ore di luce, ma esclusivamente dall'età della pianta. Queste qualità, se combinate con le genetiche di Indica o Sativa, possono dare vita a piante più grandi, con raccolti abbondanti rispetto alle varietà pure di Indica e Sativa.

Queste preziose caratteristiche derivano dall'ambiente in cui la Ruderalis si è sviluppata, ovvero le regioni più settentrionali del pianeta, come la Russia, la Cina e la Polonia, dove la luce solare è scarsa e le temperature sono estremamente rigide.

La Ruderalis si è evoluta per sopravvivere in condizioni così difficili, sviluppando un ciclo di fioritura non influenzato dalla luce, ma attivato unicamente dall'età della pianta.Per questo motivo, le dimensioni della Ruderalis rimangono sempre ridotte e la sua produzione è piuttosto modesta. Gli effetti di una varietà di Ruderalis pura al 100% sono praticamente inesistenti, a causa dei suoi bassissimi livelli di THC e CBD.

Tuttavia, attraverso la selezione genetica, è possibile creare varietà prevalentemente Indica o Sativa che mantengono la resistenza e le proprietà autofiorenti della Ruderalis, dando origine a ibridi con le migliori caratteristiche di entrambe le specie.

Quali effetti provoca la cannabis legale

La cannabis terapeutica può essere utilizzata - previo consulto e prescrizione medica - per affrontare diverse patologie o condizioni. Il cannabidiolo è il principale responsabile degli effetti benefici di questa pianta, grazie alla sua capacità di agire sul dolore, sull’appetito, sulla memoria e nella gestione del movimento.

Secondo diversi studi, la marijuana medica contiene delle sostanze chimiche simili a quelle contenute nel corpo umano, coinvolte in alcune delle funzioni più importanti del nostro organismo. Ed è proprio questo a determinarne l’efficacia.

La cannabis viene somministrata in campo medico in diversi modi, a seconda delle necessità. 

Attualmente esistono diversi prodotti sul mercato a base di cannabis. 

È possibile:

  • inalarla tramite combustione o vaporizzazione;
  • mangiarla tramite prodotti a base di cannabis;
  • fare delle applicazioni locali con oli al CBD, creme, lozioni o spray;
  • assumere le gocce di CBD per via sublinguale.

Ora vediamo quali sono gli effetti della cannabis.

Può alleviare il dolore

L'erba legale è stata utilizzata per trattare il dolore fin dal 2900 a.C., con origini nella medicina tradizionale cinese. Gli studiosi ritengono che componenti come il CBD, un principio attivo non psicoattivo della marijuana light, possano essere responsabili di questi effetti.

Il sistema endocannabinoide, una parte fondamentale del nostro corpo, regola funzioni come la percezione del dolore. Il corpo produce neurotrasmettitori chiamati endocannabinoidi, che si legano ai recettori dei cannabinoidi.

Le ricerche dimostrano che il CBD potrebbe aiutare a ridurre il dolore cronico, influenzando l'attività dei recettori endocannabinoidi, diminuendo l'infiammazione e interagendo con i neurotrasmettitori. Evidenze precliniche suggeriscono che il CBD potrebbe essere efficace nel trattamento di malattie reumatiche come la fibromialgia, come indicato da uno studio del 2021.

Potrebbe ridurre i sintomi legati a disturbi mentali

L'olio di CBD ha mostrato potenziale come trattamento per alcuni disturbi mentali, spingendo molte persone che convivono con queste condizioni a interessarsi a questo rimedio naturale. 

Una revisione del 2020 sui disturbi dell'umore e il CBD ha rilevato che molti studi suggeriscono che il CBD ha proprietà che potrebbero aiutare a ridurre i sintomi della depressione, dell'ansia e persino della psicosi.

Un piccolo studio del 2019 ha inoltre riscontrato che il CBD è efficace nel ridurre i sintomi legati al PTSD, inclusi gli incubi, negli adulti.

Tuttavia, le ricerche attuali non sono ancora sufficienti per permettere ai medici di raccomandare il CBD come trattamento vero e proprio per questi disturbi.

Può alleviare alcuni sintomi legati al cancro

Il CBD potrebbe aiutare a ridurre alcuni sintomi legati al cancro e gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici, come nausea, vomito e dolore, secondo una ricerca pubblicata nel 2022.

Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per determinare se il CBD dovrebbe essere utilizzato più regolarmente nella gestione dei sintomi legati al cancro.

Per ulteriori info, ti consigliamo di leggere questo articolo:

CBD e cancro.

Può avere proprietà neuroprotettive

Il CBD potrebbe offrire benefici a chi soffre di disturbi neurologici. Uno studio del 2022 suggerisce che lo spray nabiximols (Sativex), che contiene sia CBD che THC (il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi), potrebbe aiutare a ridurre il dolore e la spasticità muscolare nelle persone affette da sclerosi multipla.

Una ricerca del 2017 di Devinsky et al. ha indicato che l'olio di CBD ha aiutato a ridurre l'attività convulsiva nei bambini con la sindrome di Dravet, ma ha anche causato alcuni effetti collaterali.

La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato un prodotto a base di CBD, Epidiolex, per il trattamento di diversi disturbi convulsivi e delle convulsioni causate dal complesso della sclerosi tuberosa (TSC). Il TSC è una rara malattia genetica che provoca la crescita di tumori benigni nel cervello e in altre aree del corpo.

Esiste anche qualche evidenza limitata che il CBD possa essere efficace nel migliorare i sintomi di altre condizioni neurologiche, come il morbo di Parkinson, la malattia di Huntington, i disturbi dello spettro autistico (ASD), e i disturbi motori come la paralisi cerebrale.

Può favorire la salute del cuore

L'ipertensione è associata a rischi più elevati di diverse condizioni di salute, come ictus, infarto e sindrome metabolica. Le ricerche indicano che il CBD potrebbe essere utile per le persone con pressione alta, poiché può influenzare le contrazioni del muscolo cardiaco e aiutare a dilatare i vasi sanguigni.

Ad esempio, uno studio del 2020 che ha coinvolto 26 uomini sani ha rilevato che il trattamento con 600 milligrammi di CBD per 7 giorni ha portato a riduzioni significative della pressione sanguigna a breve termine rispetto a un gruppo placebo. Tuttavia, l'effetto è scomparso dopo 7 giorni.

Sebbene questi risultati siano incoraggianti, è necessaria più ricerca sui potenziali benefici del trattamento con CBD per la salute del cuore.

Altri potenziali effetti benefici dell’erba legale

Il CBD è stato studiato per il suo ruolo nel trattamento di una serie di problemi di salute oltre a quelli descritti sopra. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, si ritiene che il CBD possa potenzialmente fornire i seguenti benefici per la salute:

  • Trattamento della dipendenza da sostanze: il CBD potrebbe essere utile per alleviare l'ansia e la depressione nelle persone che hanno una dipendenza da certe droghe, compresa l'eroina, secondo evidenze precliniche.
  • Possibile estensione della vita in persone con glioblastoma: il trattamento con una combinazione di CBD e THC potrebbe aiutare a prolungare la vita di alcune persone affette da una forma aggressiva di cancro chiamata glioblastoma, sebbene le ricerche abbiano bisogno di ulteriori approfondimenti.
  • Possibile miglioramento del sonno: il CBD potrebbe aiutare a migliorare il sonno nelle persone con determinati disturbi del sonno, anche se sono necessarie ulteriori ricerche.

Conclusione

La cannabis viene considerata legale in base alla concentrazione di THC e CBD. In particolare, il contenuto del delta-9-tetraidrocannabinolo non deve superare il 0,5%.

Per quanto riguarda il cannabidiolo, non ci sono limiti, poiché si tratta della sostanza responsabile degli effetti benefici della marijuana priva di qualsiasi effetto drogante. Il THC è una sostanza psicoattiva che può avere diversi effetti collaterali e il suo uso è vietato dalla legge se non sotto prescrizione e sorveglianza medica.

Il CBD è molto utile per prendersi cura del proprio organismo in maniera naturale, senza il rischio di effetti collaterali.

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Alessandro Aru
Autore:
Alessandro Aru

Founder di Wonder Channel ed Head of Marketing di Crystalweed, amo curare i contenuti sul CBD e posso raccontare la mia esperienza come paziente affetto da rettocolite ulcerosa che ha trovato enormi benefici attraverso l'applicazione dei prodotti con CBD, ovviamente sotto consiglio del medico.

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3 comments on “Quali sono gli effetti della cannabis legale”

  1. Ho 76 anni e soffro di diabete, ipertensione e colesterolo. Dolori alla schiena in modo particolare curato senza successo. Vorrei sapere se una cura a base di cannabis light potrebbe alleviare i miei dolori alla schiena e se fosse più opportuno usare le pillole sub linguali e il modo fi acquistarle.
    Grazie per eventuali informazioni.
    Margherita Brancati

    1. Buongiorno Margherita,
      solitamente in questi casi consigliamo l'olio di CBD piuttosto che le infiorescenze.
      Ci contatti tramite l'assistenza telefonica al 327 138 5533 per maggiori informazioni, in modo da trovare il prodotto più adatto a lei.
      Le auguriamo una buona serata.
      Team Crystalweed.

  2. Soffro di pressione alta e la cannabis legale su di me ha effetti molto positivi. Specialmente perchè causa il mio stile di vita sono sempre stressato, e questo i medici mi hanno detto che è un fattore importante per la pressione. Con il vostro olio di CBD la pressione sta nei parametri, infatti il mio medico mi ha detto di continuare su questa strada. Mi sembra un prodotto promettente e continuerò ad utilizzarlo.

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